Trump sapeva quale fosse l’attività di Jeffrey Epstein, sapeva che Epstein metteva a disposizione di ricchi e potenti delle ragazze spesso minorenni. È quanto emerge da alcune mail rese pubbliche ieri che fanno parte delle oltre 20.000 pagine di corrispondenza che gli eredi di Epstein hanno consegnato al congresso. In una mail del 2011 Epstein dice a Ghislaine Maxwell, sua complice e amante, che Trump ha passato molte ore a casa sua, cioè nella casa di Epstein a Palm Beach in compagnia di una delle ragazze. La ragazza è Virginia Giuffré che diventerà poi l’accusatrice numero uno di Epstein e che lo scorso aprile, dopo anni di sofferenze, si è suicidata. In una serie di mail del 2015, quindi quando Trump era ormai candidato alla presidenza, Epstein discute con Michael Wolf, che è un giornalista e biografo di Trump, che cosa può ottenere dal fatto di essere stato così vicino a Trump, tanto che Trump era spesso ospite a casa sua a Palm Beach e usava l’aereo di Epstein per i suoi spostamenti tra New York e la Florida. Infine, nel 2019, sempre conversando con Wolf, Epstein scrive “Certo che Trump sapeva delle ragazze”, tanto è vero che chiese a Maxwell, la sua complice, di farla finita. Nelle altre migliaia di mail emerge quello che Epstein pensava di Trump, lo definisce un demente, borderline, un personaggio sporco, pieno di debiti, dice di essere capace con quello che sapeva di lui di farlo cadere. Le mail emerse ieri, quindi, contraddicono quello che Trump ha sempre detto, e cioè, di aver chiuso ogni rapporto con Epstein all’inizio del 2000. Gli episodi raccontati in queste mail risalgono a dopo il 2008. La settimana prossima la Camera dovrebbe finalmente votare per avere dal Dipartimento di Giustizia le migliaia di documenti che riguardano le indagini su Epstein che fu arrestato con l’accusa di traffici sessuali nel 2019 e si suicidò in carcere. Lo speaker della Camera Mike Johnson, ha tenuto chiusa la Camera per due mesi per evitare questo voto. Trump, tramite la sua portavoce, Caroline Levit, ieri hanno ripetuto che è tutta una bufala organizzata dai democratici per nascondere il loro fallimento sullo shutdown. Certa è la foga di Trump per evitare che vengano divulgati i documenti processuali: ieri è stata addirittura convocata alla Casa Bianca una deputata repubblicana che vuole votare per rendere pubblici quei documenti. Questa foga di Trump per bloccare tutto lascia pensare che dentro quelle carte ci siano delle cose che la Casa Bianca non vuol far uscire. L’impressione generale, comunque, è quella di un’amministrazione e un presidente travolti da una situazione caotica e politicamente molto delicata come mai nel recente passato.


