“L’educazione affettiva non è un pericolo, è una protezione, non toglie nulla a nessuno, ma aggiunge qualcosa a tutti”. Mentre la Lega fa un parziale dietrofont e ritira l’emendamento che vietava l’educazione sessuo-affettiva alle medie, Gino Cecchettin davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio sottolinea l’importanza di parlare di affetto e consenso nelle aule scolastiche. La sensibilità delle persone, spiega a due anni dal femminicidio di Giulia Cecchettin, sta crescendo: “La società si pone domande e questo dà speranza”. Anche grazie alle iniziative delle associazioni, come quella nata lo scorso 11 novembre 2024 in memoria di Giulia. Al microfono di Anna Bredice le parole di Gino Cecchettin.
Eppure il governo sembra andare in un’altra direzione: dopo il correttivo leghista, infatti, rimane comunque il divieto dell’educazione sessuale alla scuola primaria. Alle medie e alle superiori, inoltre, sarà obbligatorio il consenso delle famiglie. Una scelta che depotenzia il portato delle iniziative autonome delle scuole e che sancisce, spiega ai nostri microfoni la deputata di Avs Elisabetta Piccolotti, la “preminenza della famiglia” nelle iniziative della destra. Per questo, secondo Piccolotti, si tratta comunque di un “provvedimento oscurantista”, che dimostra quanto la maggioranza abbia “paura di parlare in maniera moderna, aperta e libera di sessualità”.
di Francesca Fulghesu


