
Incontrare Jane Goodall a Milano nell’albergo dove era ospitata e poterla intervistare è stato un onore e una gioia difficilmente raccontabili. Dritta come un fuso, essenziale nei gesti, di una gentilezza naturale, accompagnata da un piccolo peluche regalatole 29 anni prima da un mago cieco eppure con una passione nel parlare dei suoi progetti che fosse per l’educazione dei bambini, per la tutela degli scimpanzè prigionieri negli zoo o delle lotte per la difesa dell’ambiente senza mai perdere di vista la speranza, per lei essenziale quanto l’empatia e la visione del vivente in costante comunicazione.
Instancabile ambasciatrice di pace e di speranza, non ha mai smesso di portare il suo messaggio in tutto il mondo. Lei, che negli anni ‘60 ha rivoluzionato e cambiato per sempre il modo di guardare agli altri animali, giovane donna in un consesso scientifico tutto maschile. In Tanzania ha studiato, osservato, parlato, chiamato per nome e non per numero, gli scimpanzé, i primati che condividono con noi il 98% dei geni.
Li ha osservati in natura ed è stata accolta nelle loro comunità, ne ha imparato la lingua e la gestualità, è entrata in profonda relazione con loro e ha continuato a battersi fino all’ultimo per la loro protezione e per la salvezza del mondo. La sua empatia, la sua gentilezza, il suo rispetto per i viventi tutti e il suo instancabile attivismo restano un insegnamento universale. Grazie, Jane.
Ascolta Jane Goodall che dice “buongiorno” nella lingua degli scimpanzé