
Gli attivisti sulle imbarcazioni sono in massima allerta e pronti alle intercettazioni dell’esercito israeliano che potrebbero avvenire in ogni momento. Poco prima dell’alba alcune imbarcazioni della flotilla sono state avvicinate da altre barche non identificate, che si sono avvicinate a luci spente per poi allontanarsi poco dopo. In quel frangente, però, secondo gli attivisti i sistemi di comunicazione di due navi – tra cui quella madre Alma – sono stati interrotti. Da quando la flotilla è entrata nella zona rossa i partecipanti alla spedizione hanno anche segnalato un’aumentata attività di droni sopra di loro. Fonti militari israeliane, hanno detto alla tv pubblica Kan, che la Marina israeliana si sta preparando per prendere il controllo delle oltre 50 imbarcazioni. La Marina prevede di trasferire gli attivisti su una grande nave militare e di rimorchiare le imbarcazioni verso il porto di Ashdod, con la possibilità che alcune vengano affondate. Questa notte la fregata Alpino della Marina militare italiana ha diramato il secondo e ultimo avviso ufficiale a tutte le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla al limite delle 150 miglia nautiche dalle coste di Gaza, comunicando che non avrebbe oltrepassato quel limite e dicendosi disponibile a recuperare chi “avesse voluto essere trasferito a bordo”.
La società civile intanto è pronta alla mobilitazione in caso di attacco alla Flotilla. Presidi e manifestazioni verranno organizzati il pomeriggio stesso dell’attacco in diverse città italiane a partire dalle 18. I sindacati USB e CGIL sono pronti a proclamare lo sciopero generale senza preavviso.