
Oggi il capo dello stato si è rivolto alla Global Sumud Flotilla: ha espresso apprezzamento per il loro intento umanitario ma ha chiesto di accettare la mediazione del patriarcato di Gerusalemme e non mettere in pericolo le loro vite. Da Roma, Anna Bredice:
La risposta dalla Flotilla è stata molto netta. “Ci chiedete di scansarci ma non siamo noi quelli illegali”. La Flotilla respinge l’appello. “Pronti a valutare mediazioni ma non cambiamo la rotta verso Gaza”.
In questi minuti Maria Elena Delia, la portavoce Italiana della Global Sumud Flotilla, sta tornando in Italia per un dialogo diretto con le istituzioni. La mediazione a cui si riferisce Mattarella è la trattativa che sta provando ad intavolare la chiesa, attraverso il Patriarcato di Cipro e di Gerusalemme, e Sant’Egidio, col cardinale Zuppi, per creare un canale alternativo per gli aiuti.
Il corridoio umanitario evocato da Mattarella oggi non c’è. Gli attivisti: “Vogliono fermarci”
di Massimo Alberti
Il corridoio evocato da Mattarella, ad oggi, sul terreno non esiste. Ma Gaza ha urgente bisogno di cibo. La Chiesa si è messa a disposizione della Flottiglia col cardinale Zuppi, per un tentativo in cui la chiesa di Gerusalemme si faccia garante affiancando i canali ufficiali di governo ed esercito di Tel Aviv. Ma c’è un problema: gli aiuti dell’associazionismo e del governo italiano, sono fermi letteralmente a marcire perché Israele non ha mai accettato questo ruolo della chiesa. E anche gli aiuti raccolti da Music For Peace a Genova, la cosiddetta flottiglia di Terra, proprio in questi giorni sono stati bloccati e smembrati da Israele che vieta ad esempio marmellata, biscotti, miele, perché considerati troppo energetici. Lo stesso patriarca Pizzaballa ha ribadito che a Gaza non arriva nulla, se non con la famigerata Gaza Humanitarian Foundation, anche oggi 11 morti in un centro di distribuzione. Il dialogo tra Zuppi e la Flotilla c’è, lo stesso Pizzaballa ha acconsentito a questo tentativo, ma l’uscita del governo lo ha in sostanza bruciato. L’appello di Mattarella rischia di complicare ancor più le cose perché, come appunto ribadiscono diverse fonti vicine ai mediatori che abbiamo sentito, al momento, quel corridoio evocato dal presidente non esiste. L’arrivo a Cipro degli aiuti, quindi, non garantirebbe nulla che non sia comunque il passaggio attraverso le autorità israeliane con tutte le crudeli limitazioni, e soprattutto modalità di distribuzione, già note. Ed è proprio ciò che la Flotilla vuole giustamente evitare. Da qui il no ad un appello che per gli attivisti non ha consistenza, se non quella di fermare e depotenziare il senso di una missione che per altro non coinvolge solo l’Italia, ma attivisti di numerosi paesi. Ma l’apertura ad un corridoio umanitario, nel momento in cui però possa davvero diventare reale.
Nel frattempo abbiamo raggiunto anche un parlamentare a bordo della Flotilla, Arturo Scotto del PD che conferma che una mediazione è in corso: