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Escalation di violenze contro la Flotilla: “Non ci fermeremo”

Flotilla

“L’entità sionista, che negli ultimi settant’anni ha agito impunemente violando il diritto internazionale e tutte le convenzioni sui diritti umani, ora ci sta intimidendo con una violenza sempre più intensa”. Nkosi Mandela, nipote del leader sudafricano Nelson Mandela, ha commentato così l’escalation di attacchi che la Global Sumud Flotilla sta ricevendo negli ultimi giorni. Vista la risposta di Israele alle precedenti iniziative della Flotilla, sappiamo qual è l’entità delle vessazioni e delle violenze che possiamo aspettarci da loro, ha detto durante una conferenza stampa di emergenza organizzata il 25 settembre.
Alcuni portavoce hanno spiegato che sono stati messi in allerta rispetto a un ulteriore crescendo di violenze da una lettera del ministero degli esteri del Lussemburgo. Gli attivisti e le attiviste che partecipano alla missione diretta verso Gaza non hanno dubbi: non abbandoneranno il loro obiettivo e continueranno la navigazione. La Flotilla ha rifiutato la mediazione proposta dal governo italiano sulla consegna degli aiuti a Gaza via Cipro. Come hanno spiegato durante la conferenza, non lasciare gli aiuti umanitari a Gaza significherebbe non avere nessuna garanzia sulla loro consegna ai palestinesi. In più, l’obiettivo di aprire un corridoio e di rompere l’assedio andrebbe completamente perso.
Il 24 settembre il ministro Crosetto aveva annunciato l’invio verso la Flotilla di una nave della Marina Militare italiana, la fregata Fasan. Una seconda nave, la Alpino, sostituirà la Fasan. Nel frattempo, la marina spagnola ha mobilitato la nave militare Furor. Kleoniki Alexopoulou, che fa parte del comitato direttivo della Flotilla, ha detto nel punto stampa si tratta di segnali positivi. Allo stesso tempo, però, ha precisato che sarebbe ingenuo pensare che ci sia un interesse improvviso per la causa, specialmente per quanto riguarda l’Italia. “Invece di mettere in discussione Israele si preferisce proteggerci dai suoi stessi attacchi”, ha dichiarato Yasemin Acar, anche lei parte del direttivo.
“Non fermeremo i nostri sforzi fino a che non si ferma il genocidio – ha continuato Mandela. Chiediamo ai governi di fare pressioni per mettere fine alla violenza”. Una vera e propria call to action. In Irlanda, la società civile ha chiesto di dare sostegno alla delegazione nazionale, come anche il partito Sinn Fein. Ieri il ministro della Giustizia Jim O’Callaghan ha condannato il governo israeliano per gli attacchi, ma ha spiegato che l’Irlanda non è una potenza militare forte e non può permettersi di inviare l’esercito. Pearse Doherty, membro del partito Sinn Fein, ha ribadito una richiesta di intervento.

Il governo della Gran Bretagna non ha commentato gli attacchi. Ci sono alcune spaccature interne: il leader del Partito dei Verdi Zack Polanski – per esempio – ha scritto una lettera urgente al premier Keir Starmer chiedendo un intervento immediato per garantire che Israele non ferisca i cittadini britannici e gli altri membri della Global Sumud Flotilla.
Durante l’Assemblea Generale dell’Onu, Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, ha avuto una conversazione con il ministro degli Esteri del Belgio Maxime Prévot. Secondo una nota, il Belgio avrebbe chiesto all’Italia di garantire assistenza umanitaria anche ai cittadini belgi sulle imbarcazioni della Flotilla. Tajani ha garantito che le unità della Marina militare offriranno assistenza umanitaria civile ai cittadini belgi. Una simile richiesta sarebbe stata avanzata al governo italiano dalla Francia e da altri paesi europei.

di Valeria Schroter

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