
Tanto parigina e tanto mediterranea, capace di incarnare lo chic imperturbabile della Ville Lumière quanto il fascino afoso e conturbante del Mare Nostrum. Claudia Cardinale, la fille de Tunis, la ragazza della Goulette, quartiere del porto, ma anche la grand dame dei ricevimenti all’Hôtel de Ville per la gioia di Jacques Chirac, per 20 anni tra gli anni ’70 e ’90 sindaco di Parigi ed eterno ammiratore, o forse di più, corteggiatore. Era nata nel 1938 nella capitale tunisina ed è morta ieri nella sua casa di Nemours, alle porte di Parigi.
Siciliana di genitori, ma forse ancor più di spirito, tanto aperta e ricettiva ai venti e ai popoli di due continenti che languidamente segreta e inaccessibile, come una nostalgia. Una bellezza quasi mitologica, tra Elena di Troia e le sirene di Ulisse, quasi l’ultima delle bellezze indimenticabili dell’età dell’oro del cinema europeo. Le sopravvivono in Francia solo Catherine Deneuve e Brigitte Bardot, di cui fu tanto la rivale – B.B. contro C.C. nelle pagine patinate – che la sodale nell’imporre una bellezza tanto abbagliante quanto soprattutto indipendente e scostumata.
In Francia l’elogio è assoluto e unanime, a cominciare dal presidente francese Macron. La più francese delle attrici italiane lascia, oltre ad una filmografia già leggendaria, il ricordo di qualche cosa come una quintessenza di quanto di meglio i cugini francesi e italiani possono condividere e amare.
di Francesco Giorgini
Piovono gli omaggi su Claudia Cardinale in Francia, dal Presidente Macron a Jack Lang, ex ministro della cultura nei governi Mitterand e attuale Presidente dell’Istituto del Mondo Arabo. Da segnalare il bel titolo scelto dal giornale della gauche Libération: “C’era una volta in Italia”.
Il commento di Mauro Gervasini di Film Tv. A seguire il regista tunisino Mohamed Challouf aveva realizzato un documentario su Claudia Cardinale, da Sousse ci racconta come è stata accolta la morte di Claudia Cardinale, nata e cresciuta a Tunisi.