
Nel 2024 l’Agenzia delle Entrate ha effettuato controlli sostanziali, quelli con accessi e ispezioni che non si basano solo sui documenti cartacei, solo sull’1,4% di chi ha un’attività imprenditoriale, autonoma o professionale. Dei 9 milioni di contribuenti di queste categorie poco più di 129mila, uno su 71. Servirebbero 71 anni per controllare tutti.
Il dato, al netto delle altre tipologie di accertamento, emerge dalle elaborazioni della Corte dei Conti che sottolinea come il numero dei controlli effettivamente eseguiti ha grande rilievo ai fini dell’effettiva deterrenza. Non è l’unico buco che emerge dalla relazione della magistratura contabile. Perchè anche quando i controlli ci sono, poi è difficile recuperare il maltolto.
Solo il 17,7% dell’evasione scoperta si traduce in incassi effettivi: a fronte di 72,3 miliardi accertati nel 2024 sono stati versati concretamente 12,8 miliardi. Le cartelle esattoriali vere e proprie vedono un incasso fermo al 3,1%: 40,7 miliardi sono gli importi accertati, 1,3 miliardi quelli versati. Ciò è dovuto, secondo la Corte, “a radicate aspettative di successive rottamazioni o al convincimento di poter eludere la successiva azione esecutiva”.
Proprio pochi giorni fa Salvini ha rilanciato l’ennesima rottamazione delle cartelle indicandola come una priorità della Lega. Sarebbe la quinta dal 2016. Le altre hanno portato a incassi pari solo al 43,3% del dovuto. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia della Riscossione Vincenzo Carbone aveva spiegato che molti contribuenti che aderiscono, spariscono dopo aver pagato la prima rata.
Resta da vedere se, a fronte di conti non proprio idilliaci e di una discussione sulla manovra in cui ogni partito inizia ad indicare le proprie priorità, gli altri nella maggioranza siano disponibili alla richiesta leghista, ad iniziare dal titolare del ministero dell’Economia.