
A Ferragosto, a Monte Sole di Marzabotto, teatro nel 1944 d’uno dei più efferati massacri di civili fatti dai nazifascisti, son stati letti i nomi dei bambini uccisi in Terra Santa dal 7 ottobre 2023 (orrendi omicidi di Hamas) a luglio scorso (bombe e cecchini dell’IDF): 16 israeliani, 12.211 palestinesi. Il Qohelet Rabbah, midraš esegetico redatto in Palestina tra VIII e IX secolo, dice che ogni essere umano ha tre nomi: «Uno con cui è chiamato dal padre e dalla madre; uno con cui gli altri lo chiamano; e uno con cui è chiamato nella memoria dell’umanità». Il nome è eterno, «non sarà mai cancellato» (Isaia). Segno di nomi impressi per l’eternità è il Memoriale dei Bambini allo Yad Vashem, Museo dell’Olocausto a Gerusalemme. Indicibile lì la commozione: altoparlanti diffondono nomi, cognomi, età, Paese dei bambini assassinati dai nazisti (un milione e mezzo); scorrono immagini e piccole luci s’accendono e spengono, stelle nel firmamento. Il Cardinale Zuppi, Presidente della Cei, ha letto i nomi dei bambini a Monte Sole; non a caso: lì fu partigiano Giuseppe Dossetti, Padre Costituente; fattosi poi prete fu uomo del Concilio; sull’Appenino della Resistenza ai nazifascisti da monaco fondò la Piccola Famiglia dell’Annunziata che aprì una comunità in Cisgiordania ad Ain Arik, villaggio di neanche 2mila anime: musulmani e cristiani; tuttora vive in preghiera, fratellanza, servizi (la scuola), operatrice di pace. Con Dostoevskij Zuppi dice: «Nessun progresso, nessuna rivoluzione, nessuna guerra potrà mai valere anche una sola piccola lacrima di bambino. Essa peserà sempre». Fissare il nome di bambini è memoria e futuro di singoli, comunità, civiltà, in guerre e nelle situazioni di ingiustizia, violenza, discriminazioni. Continuare a uccidere tradisce il sacrificio di tutte le vittime. A Ferragosto s’è visto a Lampedusa l’ennesimo naufragio di disperati da Libia e Tunisia pagate da Europa e Italia li dovrebbero bloccare. Cristina Cattaneo col Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense si spende da anni per dare un nome ai migranti naufraghi d’un’umanità sempre meno umana se non accoglie o non salva le vittime di povertà e soprusi, primi i bambini. Lo ricordano le stelle.