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Strage di Bologna, da Meloni uno schiaffo alla verità

Strage di Bologna 45 anni ANSA

Nessun riferimento alla matrice neofascista – la parola tabù, cancellata da Meloni – nonostante quello che dicono le sentenze passate in giudicato. “Terrorismo”, ha preferito scrivere la Presidente del Consiglio. Termine che più generico non si può. E poi quella frase: “Ci uniamo alla richiesta di giustizia”. Come se nulla fosse stato mai analizzato, acclarato, provato nonostante i depistaggi e, infine, scolpito nelle sentenze della Corte di Cassazione.

Uno schiaffo alla memoria storica e alla verità giudiziaria. La stessa identica linea – ovviamente concordata – l’ha data la ministra Bernini, presente a Bologna, e intervenuta soprattutto per contestare Paolo Bolognesi. Il presidente dei famigliari delle vittime, infatti, ha ricordato anche quest’anno – e lo ha ripetuto dal palco – la matrice neofascista e i collegamenti politici anche con la destra di oggi.

È un fatto che tutti gli stragisti italiani passarono dal Movimento Sociale Italiano. Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini, Gilberto Cavallini e Paolo Bellini: tutti sono passati dal Movimento Sociale italiano. “Le radici di quella strage – ha ripetuto Bolognesi – figurano a pieno titolo nella destra di governo”. La ministra Bernini – nel suo intervento, contestata – ha parlato del 2 agosto in questi termini: “Una strage definita dai magistrati neofascista”: chiaro no? Così dicono i magistrati, così l’hanno definita. Per poi aggiungere: “Se ci sarà bisogno di altri processi, ci saranno”. Questa la posizione del governo. Ben diversa quella di Sergio Mattarella che – rispettando le sentenze e la verità storica – ha definito la strage di Bologna come parte di “una spietata strategia eversiva neofascista”.

Molte le reazioni dell’opposizione alle parole del governo, da Schlein a Conte, a Fratoianni e Bonelli, fino a Matteo Renzi: tutti hanno sottolineato il mancato riferimento alla matrice neofascista della strage. Abbiamo chiesto un commento su tutto questo a Ilaria Moroni direttrice dell’Archivio Flamigni:


 

45 anni dopo e decenni di depistaggi, la matrice fascista è ormai accertata. I familiari delle vittime: “Sarà un anniversario molto bello”

Sono passati 45 anni da quello che è stato il più grave attentato terroristico in Italia del secondo dopoguerra. Seguito da decenni di depistaggi e di omertà di Stato per cercare di proteggere i responsabili fascisti e i servizi deviati che hanno portato al culmine della strategia della tensione. Oggi due sentenze della corte di Cassazione hanno chiarito definitamente la matrice nera dell’attentato. Paolo Bolognesi è il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime:

  • Autore articolo
    Alessandro Principe
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    Secondo giorno dell'operazione di terra a Gaza dove i palestinesi non sanno più dove fuggire e in centinaia di migliaia rimangono a vivere tra le macerie, Gli aggiornamenti di Martina Stefanoni sulla Striscia. Paolo Bergamaschi, ex consigliere politico della Commissione esteri del Parlamento europeo, analizza la possibilità di una dichiarazione di condanna di Israele da parte dell'Unione e l'efficacia che potrebbero avere delle sanzioni, ancora di più se fossero concordate con la Lega araba. Gianfranco Schiavone presidente del Consorzio italiano solidarietà ci racconta cosa contiene la direttiva rimpatri che la Commissione europea vorrebbe approvare ovvero l'appalto a Stati terzi della detenzione e respingimento di chi non ha i documenti in regola per restare negli Stati membri. l?europa della deportazione insomma. La campagna elettorale nelle Marche dove oggi arrivano Meloni, Salvini, Tajani e Schlein, mentre il presidente Mattarella celebra il patron industriale della regione Merloni, raccontata da Mario Di Vito giornalista de Il Manifesto.

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