
Un voto spia su quanto l’ultradestra in Europa stia facendo passi avanti anche nel parlamento di Strasburgo.
Appare sempre più questo il senso del voto di sfiducia della Commissione europea e della sua presidente Ursula von der Leyen.
La sfiducia verrà votata oggi e, senza grosse speranze che passi, rappresenta un inedito negli ultimi dieci anni.
La mozione di censura è stata presentata dal gruppo conservatori e riformisti (ECR), quello di cui fa parte il partito di Meloni, anche se Fratelli d’Italia ha annunciato che si asterrà nel voto di oggi.
Una capriola necessaria per Meloni che ha bisogno che tutti sappiano una cosa: la leader di Fratelli d’Italia con una mano – la sinistra – sta con le elites di Bruxelles e con l’altra – la destra – sta con i reazionari che guardano a Trump.
Al centro della mozione c’è una vicenda che riguarda le trattative condotte ai tempi del Covid da Von Der Leyen con i vertici di Pfizer per i vaccini. Contatti registrati in diversi messaggi che la presidente della Commissione – oggi contestata – ha voluto mantenere riservati.
I principali gruppi che sostengono Von Der Leyen (popolari, socialisti e liberali) oggi andranno al voto e lo faranno probabilmente in ordine sparso. Un indizio in questo senso arriva da alcune votazioni della giornata di ieri.
I popolari, ad esempio, hanno votato all’opposto di socialisti e verdi sull’accelerazione dei tempi per adottare il target climatico al 2040.
E ancora: i popolari si sono distinti anche nel voto sull’elenco europeo dei paesi a rischio di deforestazione.