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Gaza, i governi europei si voltano dall’altra parte: nessuna decisione sulla sospensione del trattato con Israele

Gaza, i governi europei si voltano dall'altra parte

I governi europei prendono tempo su Gaza e sui rapporti con Israele. Nessuna decisione è stata presa sulla sospensione del trattato di collaborazione: sarebbe stato un atto politico forte, e avrebbe avuto – tra l’altro – il via libera dalla stessa Commissione di Bruxelles: la responsabile per la politica estera Kaja Kallas ha presentato nei giorni scorsi un report che ha certificato la violazione dei diritti umani da parte di Israele nella Striscia: è questo viola il trattato e sarebbe un valido motivo per sospendere la cooperazione. Invece, i capi di Stato e di governo non si sono presi questa responsabilità: erano divisi e hanno preferito rimandare ogni decisione. Federico Baccini da Bruxelles:

Alla fine il Consiglio Europeo ha deciso di non decidere, rimbalzando la decisione alla Commissione sulle misure contro Israele.
Non decidere significa che i 27 leader Ue nelle conclusioni del vertice chiedono solamente a Israele di rimuovere il blocco agli aiuti umanitari su Gaza e incaricano i ministri degli Esteri di continuare le discussioni “se appropriato”.
Anche se non sembra, questa non-decisione è comunque un passo avanti rispetto al rischio concreto di non vedere nelle conclusioni alcun riferimento al report dell’alta rappresentante Kallas sulle violazioni dei diritti umani a Gaza.
Perché c’è un gruppo di capitali che si oppone fortemente a qualsiasi misura — Italia, Ungheria, Germania, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca e Bulgaria — ma dopo l’escalation con l’Iran, diversi altri governi hanno ammorbidito la loro posizione sulla possibile sospensione dell’accordo di associazione Ue-Israele. A supportarla è invece rimasta solo una piccola minoranza di Paesi, tra cui Spagna, Slovenia, Svezia, Belgio e Irlanda.

A questo punto servirà una proposta di Kallas sulle opzioni da mettere sul tavolo, che i ministri degli Esteri dovranno discutere e possibilmente decidere alla riunione del 15 luglio. Un ultimo punto da tenere in considerazione—più duro del previsto—è quello sulla richiesta al Consiglio Affari Esteri di lavorare su sanzioni non solo contro Hamas, ma anche contro i coloni israeliani estremisti in Cisgiordania.

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