
“Se ci bloccano il contratto blocchiamo il paese”. Cortei in tutta Italia per il nuovo sciopero dei metalmeccanici, per il rinnovo del contratto, indetto da Fim Fiom e Uilm. Federmeccanica da oltre un anno blocca la trattativa per un milione e mezzo di metalmeccanici, arrivati a 40 ore di sciopero, chiudendo alle richieste sindacali in particolare sugli aumenti di salario. Per i sindacati l’adesione media è stata del 70%. Decine di migliaia in piazza nelle manifestazioni regionali, e un primo risultato: la convocazione immediata delle parti al ministero del lavoro.
Ma è diventato anche un caso politico quanto successo a Bologna, dove il corteo di 10mila operai ha invaso la tangenziale fermando il traffico. Poco dopo, la Questura ha annunciato denunce sulla base del nuovo decreto sicurezza. La manifestazione dei metalmeccanici di Bologna ha tolto il velo su cosa sia davvero questo decreto. Una pratica storica e pacifica del movimento operaio, e non solo, che diventa questione di ordine pubblico, trasformando il blocco del traffico per farsi sentire in reato penali punibile fino a 2 anni.
Un contratto bloccato da un anno dalla controparte padronale, salari falcidiati dall’inflazione. Quando gli operai hanno deciso di dirigersi verso la tangenziale sapevano le conseguenze “abbiamo sfidato il decreto sicurezza per dare un segnale” rivendica il segretario Fiom di Bologna Simone Selmi.
La Questura prima fa una nota che sembra un monito: deviare dal percorso autorizzato comporta le denunce sulla base delle nuove norme. Poi corregge il tiro: atto dovuto segnalare in procura comportamenti adottati nell’esercizio del diritto di sciopero. “Si vuole processare chi lavora e paga le tasse”, dice il segretario Cgil Landini. “Il lavoro non è un problema di ordine pubblico, ci attendiamo che non sia assunto alcun provvedimento”, la nota di Fim Fiom e Uil. Nel frattempo anche tutte le opposizioni avevano espresso la loro solidarietà agli operai “è la repressione che si abbatte sul paese reale”, fa notare il radicale Magi. Il vero volto di un decreto che non serve alla sicurezza dei cittadini, ma a silenziare il dissenso in ogni contesto,sociale e sindacale.
Salvo qualche colonnello di Meloni che si spinge ad indicare Schlein come mandante della “sovversione di sedicenti operai”, è il silenzio imbarazzato la reazione a destra, rotto solo a sera dalla convocazione delle parti al ministero del lavoro già questo sabato. Anche dal governo forse qualcuno si è accorto che trasformare in problema di ordine pubblico la vertenza del principale comparto industriale, forse non è molto popolare. E per i sindacati è già una vittoria. Anche se da destra non si ferma l’attacco al diritto di sciopero: il sottosegretario al lavoro Durigon vuole proibire gli scioperi lunedì e venerdì, e chiede la dichiarazione di adesione individuale: una sorta di schedatura preventiva di chi sciopero