
In questo periodo caotico e di marcata polarizzazione c’è in Medio Oriente un processo di dialogo che va avanti nonostante la distanza e la diffidenza tra gli attori coinvolti. Il dialogo è quello tra Iran e Stati Uniti, che in caso di risultato positivo – un’intesa – potrebbe evitare un conflitto su scala regionale che solo pochi mesi fa sembrava inevitabile.
Nelle ultime settimane iraniani e americani si sono incontrati cinque volte. Colloqui diretti con la mediazione dell’Oman, con l’obiettivo di raggiungere un accordo sul famoso programma nucleare iraniano.
L’ultimo passaggio è stato sabato scorso, quando l’amministrazione Trump ha fatto arrivare a Tehran una sua proposta di accordo, o comunque una sua proposta per far avanzare la trattativa.
Il documento non si conosce. Alcuni media americani, citando fonti vicine ai colloqui, hanno ipotizzato alcuni elementi. E poi ci sono le dichiarazioni di questi ultimi giorni, da parte di chi conosce quella proposta e potrebbe quindi aver voluto mandare un messaggio alla controparte.
Tra i media americani che hanno provato a ricostruire in maniera più articolata la proposta di accordo c’è Axios, solitamente molto ben informato su questioni di intelligence e sicurezza. Secondo la sua ricostruzione gli Stati Uniti non avrebbero chiesto la totale cancellazione del programma nucleare dell’Iran, come continua a dire pubblicamente Donald Trump. Washington avrebbe messo sul tavolo un’ipotesi per gradi: Tehran potrebbe continuare con il processo di arricchimento dell’uranio – a livelli molto più bassi rispetto a quanto avviene oggi – ma solo fino a quando un ipotetico consorzio regionale non abbia messo in piedi un sistema per produrre energia nucleare per gli iraniani ma fuori dal paese. In sostanza alla fine del processo proposto dagli Stati Uniti – sempre secondo le ricostruzioni mediatiche – l’Iran non potrebbe avere un programma nucleare indipendente sul suo territorio.
Dal punto di vista di Washington un compromesso per uscire dal muro contro muro che va avanti da tempo.
Stando alle dichiarazioni ufficiali di questi giorni gli iraniani non sembrano aver accolto con favore la proposta. La guida suprema, Khamenei, ha detto che gli americani non possono imporre niente a nessuno. Ma la retorica del personaggio va filtratra. Il ministro degli esteri, Araghchi, questa settimana in visita in Libano, ha parlato di linea rossa, con riferimento alla possibilità di Tehran di arricchire l’uranio sul suo territorio.
Nessuno però ha dichiarato salatato il negoziato. Entrambe le parti sanno anche che uno stop potrebbe portare in campo Netanyahu con le sue minacce di attacco diretto sui siti nucleari iraniani.
Pochi giorni fa l’AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, ha confermato la crescita importante del programma nucleare iraniano.
Pare esserci ancora margine di trattativa.