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Mentre l’Europa si riunisce a Bruxelles per discutere il riarmo, i leader europei terrorizzano le opinioni pubbliche

Europa

A sentire Emanuele Macron l’esercito russo è alle porte di Parigi. Il suo discorso ha spaventato i francesi, al punto che i giornali locali si sono affrettati a preparare articoli su chi sarà chiamato in caso di invasione del paese.
Oggi la Presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen ha dichiarato che “è un momento spartiacque, l’Europa in pericolo deve difendersi” la premier danese, Mette Frederiksen le ha fatto eco: “Spendere, spendere, spendere per la difesa e la deterrenza”.
In Germania CDU e SPD hanno concordato di modificare il freno al debito – iscritto nella costituzione – per aumentare la spesa militare.
Ci sono due o tre considerazioni da fare: l’Ucraina va difesa dalla brutale aggressione russa ma l’unica soluzione è cercare una pace giusta a tutti i costi con il dialogo non con la terza guerra mondiale.
Le ragioni della corsa alle armi – da non confondere con la questione ben più delicata della creazione di un esercito europeo – sono state smontate da dati ufficiali.
Ogni anno l’unione europea spende 200 miliardi di euro in armi ben più di Cina e Russia.
La terza considerazione riguarda i diritti sociali: secondo la maggior parte degli economisti i più poveri saranno le principali vittime dell’aumento della spesa militare.
Infine c’è da fare un piccolo appunto.
Si sente in questi giorni dire che sono cambiati i tempi in Europa dopo 80 anni di pace e di benessere. Tutto giusto. Ma c’è un piccolo dettaglio: un pezzo importante di quel benessere è stato frutto della brutale colonizzazione dell’Africa segnata da genocidi e saccheggi delle materie prime.

  • Autore articolo
    Chawki Senouci
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    La mobilitazione di lavoratrici e lavoratori di McDonald’s proseguirà anche nei punti vendita gestiti da affiliati, se l’azienda continuerà a rifiutare di aprire un tavolo di trattativa per il contratto integrativo aziendale. Lo dicono i sindacati, che lo scorso fine settimana hanno indetto uno sciopero di otto ore per i dipendenti diretti di Mc Donald's Italia. L’azienda sostiene che – con il 92% dei ristoranti gestito da affiliati – non sarebbe dovuto un integrativo per i pochi punti vendita diretti, che in Italia sono solo 60 su 740. A Bergamo, dove McDonald’s ne gestisce direttamente due all’interno del centro commerciale Orio Center, con più di 70 dipendenti, hanno aderito in tante e tanti. Daria Locatelli di Filcams CGIL Bergamo ha seguito la vicenda.

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    Nella puntata dell'Orizzonte delle Venti del 29 aprile 2025, condotta da Luigi Ambrosio, torniamo al blackout che ha lasciato senza energia elettrica Spagna e Portogallo. È partito l'attacco alle rinnovabili, un attacco interessato, mentre i gestori della rete escludono un episodio di guerra ibrida. Ma resta la domanda: perché due episodi anomali in pochi minuti? Il blackout iberico ci dice quanto le reti da cui dipendiamo, elettriche ed informatiche, siano a rischio. È un problema economico e strategico. Forse non si è trattato di guerra ibrida questa volta, ma ora sappiamo quanto il rischio sia reale. Ne discutiamo con Lorenzo Tecleme, giornalista che vive e lavora in Spagna; Gianluca Ruggeri, professore all'Università dell'Insubria, ingegnere ambientale, Marco Schiaffino, esperto informatico.

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