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Caso Cecilia Sala: il governo italiano non sa come uscirne

Caso Cecilia Sala: il governo italiano non sa come uscirne

L’impatto delle condizioni così dure di detenzione di Cecilia Sala, fornite ieri dalla stessa donna nei colloqui telefonici con la sua famiglia, ha dato un’accelerazione anche nei passi diplomatici e politici del governo, che hanno trovato il loro apice poco fa con l’ingresso a Palazzo Chigi della madre di Cecilia Sala, poco dopo la conclusione del vertice avvenuto sempre a Palazzo Chigi tra Meloni, Tajani e Nordio. Una reazione più decisa del governo dopo i giorni di silenzio, anche se i contatti diplomatici ci sono sempre stati, ma il governo probabilmente aveva accettato e accolto troppo velocemente le versioni date inizialmente dall’Iran di condizioni di prigionia dignitose della giornalista italiana: così non è e queste notizie – mancanza anche di un letto, il pacco promesso mai arrivato e solo due coperte per ripararsi dal freddo gelido della cella – insieme all’appello di Mattarella per la sua liberazione, hanno impresso uno scatto anche pubblico alla vicenda. Questa mattina c’è stato un incontro alla Farnesina tra il segretario generale e l’Ambasciatore iraniano, quest’ultimo in maniera ufficiale ha legato le due questioni, l’arresto di Cecilia Sala e quello in Italia del cittadino iraniano Abedini. L’Ambasciatore ha assicurato che la sede italiana a Teheran ha avuto contatti con la giornalista e che lei ha potuto parlare con la famiglia, chiede quindi lo stesso trattamento anche per l’ingegnere iraniano. Ma la Procura generale sempre oggi ha negato i domiciliari di Abedini arrestato a Malpensa e gli Stati Uniti ancora una volta hanno richiesto oggi l’estradizione. Una vicenda quindi che evidenzia la complessità di soluzione e gestione: a livello politico l’opposizione chiede di essere informata dei passi che si stanno facendo, così come una informativa al Parlamento.

  • Autore articolo
    Anna Bredice
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