Approfondimenti

Il caos nel centrosinistra a Bari, le aggressioni contro le navi umanitarie nel Mediterraneo e le altre notizie della giornata

Mediterranea Saving Humans ANSA

Il racconto della giornata di giovedì 4 aprile 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. World Central Kitchen ha annunciato la sospensione di tutte le attività a Gaza, dove la crisi umanitaria è sempre più profonda. La nave umanitaria di Mediterranea Saving Humans, la Mare Jonio, è stata attaccata questo pomeriggio da una motovedetta della cosiddetta guardia costiera libica. A tre giorni dalle primarie a Bari piomba sui partiti di sinistra l’inchiesta sui voti di scambio che rende la situazione nel capoluogo pugliese ancora più complicata. Oggi del Superbonus si ricorda solo il debito e l’impatto sui conti pubblici. Ma la domanda vera è: ne è valsa la pena? Alla prova dei fatti si è rivelata una buona idea, ma molto mal gestita.

La crisi umanitaria a Gaza è sempre più profonda

Almeno quattro persone, tra cui un paramedico, sono state uccise in un attacco aereo israeliano che ha colpito una squadra di soccorso a Beit Hanoon, nel nord di Gaza. Lo rivela un funzionario sanitario. L’attacco ha preso di mira un’équipe medica che stava soccorrendo i feriti. Le morti arrivano a pochi giorni dalla strage dei 7 operatori di World Central Kitchen, sempre ad opera di un attacco israeliano. Tel Aviv ha fatto sapere che è in corso l’indagine indipendente richiesta anche dalla comunità internazionale, ma che per avere dei risultati ci potrebbero volere settimane.
La Ong intanto ha annunciato la sospensione di tutte le attività a Gaza, dove la crisi umanitaria è sempre più profonda: oggi l’organizzazione internazionale Oxfam ha lanciato l’ennesimo appello perché venga garantito un maggior ingresso di aiuti: 300mila palestinesi nel nord dell’enclave sopravvivono con soli 100 grammi di pace al giorno.

In Israele intanto cresce il timore di una ritorsione da parte dell’Iran, dopo l’attacco contro l’edificio consolare dell’ambasciata iraniana a Damasco. Per ora l’esercito ha fatto sapere che non è stato alzato il livello di emergenza, ma sarebbero già scattate alcune misure di sicurezza aggiuntive: Israele ha attivato le difese di tipo jammer che disturbano i segnali GPS per impedire che eventuali missili vadano a segno
, un sistema che secondo l’Agenzia europea per la sicurezza dei voli rappresenta un pericolo per l’aviazione civile.

Spari della cosiddetta guardia costiera libica contro la nave umanitaria Mare Jonio

La nave umanitaria di Mediterranea Saving Humans, la Mare Jonio, è stata attaccata questo pomeriggio da una motovedetta della cosiddetta guardia costiera libica. Colpi d’arma da fuoco sono stati indirizzati dapprima in aria, per cercare di impedire il salvataggio, e poi in acqua, nei pressi del barchino usato dall’organizzazione per il trasbordo dei migranti. La Mare Jonio era salpata questa mattina, in direzione del Mediterraneo centrale: in questi giorni si contano decine di partenze, in particolare dalla Tunisia, per via del mare calmo. I libici sono riusciti a prendere a bordo una parte dei migranti di cui era in corso il salvataggio, mentre altri sono stati messi in salvo da mediterranea sulla propria nave. Il racconto del capomissione di Mediterranea Denny Castiglione:

L’atteggiamento in mare della cosiddetta guardia costiera libica si fa sempre più aggressivo. L’episodio di oggi è particolarmente grave, perché sembra, tutto ancora da confermare, che il recupero dei migranti sia avvenuto, se non sotto il coordinamento, perlomeno sotto lo sguardo di un aereo della guardia costiera maltese. Se fosse così sarebbe un caso molto grave, anche se non inedito.
In generale capita sempre più spesso che le motovedette che l’Italia e l’Europa forniscono ai libici aprano il fuoco sulle navi umanitarie che intervengono in soccorso dei migranti.
L’ultimo episodio, prima di oggi, risale ai primi di marzo, quando a essere raggiunta sul luogo del salvataggio e minacciata con colpi d’arma da fuoco era stata la Humanity 1. In quel caso avevamo avuto anche delle immagini, girate dall’aereo di Sea Watch, Sea Bird. Come ha documentato una recente inchiesta del mensile Nigrizia, in quel caso era stata proprio una motovedetta donata dall’Italia ad aprire il fuoco. Anche la Ocean Viking è stata negli ultimi mesi vittima di un episodio simile. Citiamo solo i casi di spari, ma, quando non si spingono fino a questo punto, è abbastanza frequente che le motovedette libiche usino la propria la stazza per creare confusione e onde sulla scena dei salvataggi in modo da provocare il ribaltamento dei barchini e procedere così al recupero dei migranti oppure per cercare di allontanare le navi umanitarie. Non a caso delle ultime 4 navi umanitarie tornate in Italia nell’ultima finestra di bel tempo, una quindicina di giorni fa, 3 sono state sanzionate in base al decreto Piantedosi per mancata collaborazione con le autorità libiche. Cioè, in pratica, per non avere lasciato campo libero alla deportazione. In ogni caso, i libici operano, come è noto, su impulso europeo e italiano. E di questi episodi le ong chiedono che il governo e Bruxelles rispondano.

Il caos delle primarie del centrosinistra a Bari

(di Anna Bredice)

A tre giorni dalle primarie a Bari piomba sui partiti di sinistra, e in particolare il Partito Democratico, l’inchiesta sui voti di scambio, rendendo la situazione nel capoluogo pugliese ancora più complicata. Quasi un rebus perché a questo punto non si sa nemmeno se e come si svolgeranno le primarie di questa domenica. Giuseppe Conte poco fa, cercando di allontanarsi il più possibile dalle ombre di questa inchiesta che colpisce la giunta di Emiliano, ha annunciato che per lui non ci sono le condizioni per fare le primarie, ma continua a sostenere il suo candidato Laforgia. I Cinque stelle, Sinistra italiana e Italia viva appoggiano infatti Michele Laforgia; Pd, Verdi e Azione sostengono invece Vito Leccese. Partiti che a Roma sono alleati, come Verdi e Sinistra italiana o che lo sono stati come Renzi e Calenda, ora appoggiano candidati diversi che se non ci saranno le primarie dovranno dividersi i voti a sinistra, concedendo ancora più chance alla destra di quante questa ne vorrebbe conquistare mandando a Bari la Commissione antimafia per indagare sulle infiltrazioni della criminalità. Elly Schlein alle prese con il quadro delle candidature alle europee e un partito che attende di sapere come saranno queste liste, ha preso subito le distanze dagli esponenti del Pd pugliese coinvolti nell’inchiesta: “Non accettiamo voti sporchi, non tolleriamo voti comprati”. Ma la situazione appare parecchio incasinata, già non facile dopo le uscite di Emiliano due settimane fa sul presunto incontro di Decaro la sorella di un boss della mafia barese. Ed è tutto da risolvere abbastanza in fretta, l’annuncio di Conte sulle primarie è arrivato da Bari proprio pochi istanti prima di salire sul palco per sostenere Laforgia. Domani Schlein dovrà andare nel capoluogo pugliese a sostegno di Leccese, sul palco insieme ad Emiliano è forse un viaggio che vorrebbe anche risparmiarsi.

L’appello di Stoltenberg a fare di più per l’Ucraina

La situazione sul campo di battaglia in Ucraina “resta seria” e al Paese servono “più munizioni, più difesa aerea e più aiuti”. Lo sottolinea il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in conferenza stampa a Bruxelles, dopo il vertice dei ministri degli esteri dell’alleanza. “Dobbiamo fare di più per l’Ucraina; gli alleati comprendono l’urgenza della richiesta di Kiev di maggiori aiuti”, ha continuato Stoltenberg, “c’è il rischio che la Russia conquisti più territorio”, ha aggiunto.
Da Mosca il Cremlino, attraverso il suo portavoce Peskov, ha replicato dichiarando che “di fatto” le “relazioni” tra Russia e Nato “sono ormai scivolate al livello di un confronto diretto”.
L’attenzione resta soprattutto concentrata sulla situazione sul campo: proprio oggi alti ufficiali ucraini citati da Politico affermano che, tanto più di fronte ai 300mila soldati in più che Mosca mobiliterà dal primo giugno, “il quadro militare è cupo e c’è il grande rischio che le linee del fronte crollino ovunque i generali russi decidano di concentrare la loro offensiva”.

Il Superbonus si è rivelato una buona idea?

(di Massimo Alberti)

Oggi del Superbonus si ricorda solo il debito e l’impatto sui conti pubblici. Ma la domanda vera è: ne è valsa la pena? Alla prova dei fatti si è rivelata una buona idea, ma molto mal gestita. Il bonus nasce con un principio condivisibile: di fronte ad un’economia inchiodata dal Covid, usare l’investimento pubblico come rilancio, costi quel che costi. E su un’altra buona idea: la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare. Per farlo, viene introdotto il principio della cessione del credito, in modo che, sulla carta, anche chi non ha capitale disponibile potesse fare i lavori. Il problema è che questo è stato fatto senza paletti su base di reddito o pregio del patrimonio che si andava a riqualifacare. Un uso di risorse pubbliche mai viste sul patrimonio privato aumentandone la rendita. Il risultato, dati dell’ufficio parlamentare di Bilancio, è che sia stato ristrutturato l’1,5% dei villini, a scalare fino a solo lo 0,2% degli edifici popolari. Dai dati CNI, è stato ristrutturato circa il 4% del patrimonio immobiliare, secondo Enea oltre l’80% ha riguardato case unifamiliari. Con un effetto dunque regressivo. Oltre alla creazione di una bolla sui prezzi di materiali e materie prime che ne ha gonfiato i costi. Non c’è dubbio che la botta sul PIL ci sia stata: l’Italia, che col covid ha avuto il crollo principale tra le economie occidentali a causa della fragilità della sua economia, ha avuto un ampio rimbalzo in cui il bonus è stato protagonista. Ma alla conta dei fatti si è rivelata una bolla e l’economia Italiana si è presto sgonfiata, come vediamo oggi. Questo perché il settore edile per sua natura crea lavoro temporaneo ed a basso valore aggiunto. Il boom di occupazione infatti é andato di pari passo con la crescita di microimprese, sparite in breve tempo. E di fatto la crescita del “numero pil” non ha visto un generale aumento di occupazione, dei salari, insomma creazione di ricchezza diffusa. I correttivi hanno paradossalmente reso più regressivo il bonus, fino a toglierlo a terremotati, onlus, edilizia popolare. Oggi quella pagina si chiude col rischio di lasciare in balia dei debiti migliaia di cosiddetti esodati. E con strascichi sui conti che si trascineranno per anni.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 15/07 07:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 15-07-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 15/07 07:00

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 15-07-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 14/07/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 14-07-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 14/07/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 14-07-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Apertura Musicale di martedì 15/07/2025

    Svegliarsi con la musica libera di Radio Popolare

    Apertura musicale - 15-07-2025

  • PlayStop

    From Genesis To Revelation di martedì 15/07/2025

    "From Genesis to Revelation" è una trasmissione radiofonica dedicata al rock-progressive, attiva regolarmente dal 1999. Condotta da Renato Scuffietti e Matthias Scheller, offre un'ora settimanale di musica prog, spaziando dai grandi classici dei seventies al newprog e al prog sinfonico, con interviste, recensioni e monografie sui sottogeneri. Nata come un hobby, è diventata un importante punto di riferimento per gli appassionati del genere.

    From Genesis To Revelation - 14-07-2025

  • PlayStop

    Jazz Anthology di lunedì 14/07/2025

    "Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).

    Jazz Anthology - 14-07-2025

  • PlayStop

    News della notte di lunedì 14/07/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 14-07-2025

  • PlayStop

    Conduzione musicale di lunedì 14/07/2025 delle 21:00

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 14-07-2025

  • PlayStop

    Jazz in un giorno d'estate di lunedì 14/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

    Jazz in un giorno d’estate - 14-07-2025

  • PlayStop

    Gaza è sull’orlo del collasso a causa della fame acuta e della mancanza d’acqua. È l’allarme lanciato dalla Caritas

    In Israele aumentano le critiche al progetto del governo Netnayhu di costruire delle cosidette “città umanitarie” nel sud della striscia, al confine con l’Egitto, dove spostare tutti i palestinesi di Gaza. Oggi l’ex primo ministro israeliano Ehud Olmert li ha definiti “campi di concentramento”. Intanto proseguono incessanti i bombardamenti israelian sulla Striscia , nelle ultime 24 ore sono oltre 100 le vittime. La Caritas oggi ha lanciato un drammatico appello : “siamo vicini al collasso le vite dei palestinesi sono appese ad un filo a causa della fame acuta, della mancanza d’acqua e delle malattie, serve un intervento umanitario urgente”. Danilo Feliciangeli responsabile Caritas per il Medio Oriente.

    Clip - 14-07-2025

  • PlayStop

    Popsera di lunedì 14/07/2025

    Popsera è lo spazio che dedicheremo all'informazione nella prima serata. Si comincia alle 18.30 con le notizie nazionali e internazionali, per poi dare la linea alle 19.30 al giornale radio. Popsera riprende con il Microfono aperto, per concludersi alle 20.30. Ogni settimana in onda un giornalista della nostra redazione.

    Popsera - 14-07-2025

  • PlayStop

    Il grande flop delle case della salute. Solo il 5% è pienamente funzionante. La denuncia del Pd lombardo

    Dovevano essere i presidi con cui ricostruire la sanità sul territorio in Lombardia, ma finora le case di comunità sono state un flop. 216 sono quelle previste entro la scadenza dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza che arriverà a giugno 2026. Al momento 140 hanno aperto, ma solo otto in tutta la regione (sei in provincia di Bergamo e due nel varesotto) hanno tutti i requisiti obbligatori previsti dalla legge. In totale sono meno del 6 percento. La denuncia è del gruppo consiliare del Partito democratico lombardo che ha fatto un accesso agli atti alla direzione generale Welfare per ognuna delle case di comunità attive in Lombardia. L’assessorato ha replicato che i numeri diffusi “sono usati in modo difforme dalla realtà. Le rilevazioni mostrano percentuali elevate di attuazione per la maggior parte dei servizi obbligatori”. Per il capogruppo del Pd al Pirellone, Pierfrancesco Majorino, “Regione Lombardia è in colpevole ritardo”.

    Clip - 14-07-2025

  • PlayStop

    Rock is dead di lunedì 14/07/2025

    Stagione XI - ep 6 - Zyriab e Paco De Lucia

    A tempo di parola - 14-07-2025

Adesso in diretta