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La Yegros: tra folclore e sperimentazioni elettroniche

haz- La Yegros

All’anagrafe Mariana Yegros, La Yegros è nata a Morón, in provincia di Buenos Aires, da una famiglia originaria di Misiones, una regione del nord dell’Argentina incastonata fra il Paraguay e il Brasile, una enclave dove si incontrano le musiche di tutti e tre questi paesi, e dove la gente suona e balla il chamamé – un ibrido di polka e di musica tradizionale dei guaraní, popolazione che vive in aree di questi tre stati – ma anche un altro genere che si chiama carnavalito, nonché la cumbia di origine colombiana: sono queste le musiche con cui La Yegros è cresciuta. Poi da adolescente è entrata al conservatorio, e ha studiato canto operistico per quattro anni. Quindi ha partecipato alle selezioni come cantante per De La Guarda, un gruppo di teatro con aspetti di danza e acrobatici affermato a livello nazionale in Argentina, e con De La Guarda ha cominciato a girare anche all’estero. Infine, nel 2003, La Yegros ha iniziato una nuova fase della sua carriera, dando vita ad un gruppo, De Martinas, che, tenendo conto anche della dancehall giamaicana, mescolava elettronica e folclore latinoamericano: una idea che all’epoca era pionieristica e che poi in Argentina e più in generale in Sudamerica è diventata una tendenza che ha preso sempre più piede. Uno dei creatori delle musiche di De La Guarda era il musicista e produttore Gaby Kerpel, noto col nome d’arte di King Coya, figura cruciale nel fenomeno della cosiddetta Nu Cumbia: la cumbia è una musica tipicamente colombiana, ma il fenomeno della Nu Cumbia, molto rilevante negli ultimi due decenni in America latina e a livello internazionale, è nato a Buenos Aires. Con Kerpel, La Yegros si è inserita nel collettivo Zizek – nome anche di un locale aperto a Buenos Aires da alcuni giovani – che ha avuto un ruolo cruciale nell’affermazione di questa tendenza di connubio di elettronica e folclore, e nome allo stesso tempo dell’etichetta con cui La Yegros nel 2013 ha pubblicato il suo primo album, Viene De Mi. Forte anche di una grande presenza scenica, La Yegros si è affermata come la principale figura femminile del filone elettronica/folclore, e il brano che dava il titolo all’album è stato un successo non effimero. Nei suoi due album successivi, Magnetismo, uscito nel 2016, e Suelta, del 2019, La Yegros ha aggiunto altri ingredienti presi dai folclori latinoamericani ma anche suggestioni provenienti dalla musica nordafricana e dell’Africa nera: e altri ingredienti ancora aggiunge adesso nel suo nuovo album, Haz, in uscita alla fine di marzo. Pubblicato dalla sua etichetta Canta La Selva, realizzato tra Francia e Argentina, i due paesi fra i quali La Yegros da tempo si divide, Haz è prodotto da Kerpel, che ha continuato ad accompagnarla nel suo percorso artistico: delle melodie dei brani si è occupato il musicista e produttore argentino Daniel Martín, mentre i testi sono stati scritti a turno da tutti e tre. Dal vivo La Yegros è accompagnata da chitarra, fisarmonica, sintetizzatore, elettronica e percussioni; fra aprile e maggio sarà in tour in Europa, con molte date in Francia, ma si esibirà anche a Londra e a Berlino: quasi inutile precisarlo, in Italia, ormai da anni largamente disinteressata ai protagonisti della world music, per il momento non sono annunciate date.

  • Autore articolo
    Marcello Lorrai
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    Pubblica di mercoledì 30/04/2025

    Referendum 8 e 9 giugno, lavoro e cittadinanza. Una quarantina di personalità della ricerca e dell’università hanno lanciato un appello al voto per i cinque referendum. I quesiti chiedono di: «Vivere da cittadini», riducendo da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale in Italia richiesto per ottenere la cittadinanza italiana ai maggiorenni stranieri; «Vivere vite meno precarie», riducendo la possibilità di usare contratti di lavoro a tempo determinato; «Lavorare senza licenziamenti illegittimi», riducendo le possibilità di licenziamenti senza giusta causa; «Lavorare senza discriminazioni», riducendo le possibilità di licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese; «Lavorare senza infortuni», riducendo i rischi di incidenti e morti sul lavoro. Ospiti di Pubblica, per parlare di partecipazione, due firmatari/e: Filippo Barbera, sociologo dell’università di Torino e Donatella Della Porta, scienziata politica alla Scuola Normale Superiore di Firenze. Diverse le domande. E’ arrivato il momento di abbassare la soglia del 50% di partecipazione per rendere valido il referendum? Perchè fallisce la partecipazione? Quanto c’entra la complessità del quesito, la credibilità dei proponenti? «Non possiamo arrenderci all’assenteismo, ad una democrazia a bassa intensità», ha detto il presidente Mattarella per il 25 aprile. Il capo dello stato ha lasciato, però, inesplorate le ragioni profonde dell’astensione, ragioni che risiedono anche nell’impoverimento sociale, oltre che economico, del lavoro. Ha scritto la studiosa, dirigente dell’Istat, Linda Laura Sabbadini: «Il lavoro non è solo un mezzo per guadagnarsi da vivere: è la base della coesione sociale di un paese».

    Pubblica - 30-04-2025

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