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Addio a Gianluca Vialli

Gianluca Vialli ANSA

Classe 1964 Gianluca Vialli bomber di classe e potenza ha trascorso la sua carriera calcistica fra 3 squadre. La Cremonese che l’ha lanciato e che grazie ai suoi gol tornò in serie A nel 1984 dopo 54 anni. La Sampdoria con cui arrivò il suo primo scudetto che coincise con il primo dei blucerchiati nella stagione 1990/91. Sempre con la Sampdoria conquistò anche una Coppa delle Coppe, 4 Coppe Italia e una Supercoppa italiana. Il suo grande rammarico fu la sconfitta nella finale di Coppa dei campioni nel 1992 contro il Barcellona a Wembley. Coppa Campioni che arrivò per lui con la Juventus nel 1996. Con i bianconeri ha vinto anche uno scudetto, una Coppa UEFA e una Supercoppa italiana. La sua carriera si è poi conclusa nel Chelsea con qualche altro trofeo inglese e internazionale.

La malattia lo ha colpito nel 2017. Vialli non l’ha mai nascosta e ne parlò per la prima volta da Fabio Fazio l’anno dopo. Da quel momento le sue condizioni hanno avuto alti e bassi che lo hanno tenuto lontano dai riflettori per diversi mesi ma che gli hanno anche permesso di affiancare il “fratello” Roberto Mancini come capo delegazione della nazionale agli Europei vinti l’anno scorso proprio in quella Wembley che 20 anni primi gli aveva sbattuto la porta in faccia con la Coppa Campioni. Quella sera l’immagine dell’abbraccio fra Mancini e Vialli commossi ha rappresentato una delle foto iconiche di quella vittoria. Si andava al di là dell’evento sportivo e in quell’abbraccio è subentrato un piano umano e personale che è andato oltre la semplice vittoria della competizione.

Vialli affrontando la malattia non ha mai voluto parlare di lotta, guerra o battaglia. La ha sempre paragonata con un fastidioso compagno di viaggio in treno seduto nel tuo scompartimento e che speri sempre che scenda alla stazione successiva. Purtroppo, questa volta, quella fermata non è arrivata in tempo.

  • Autore articolo
    Luca Gattuso
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    Troppo poco e troppo tardi, ma meglio tardi che mai ci dice Hani Gaber, console rappresentante per il Nord Italia dell'Autorità Nazionale Palestinese, del riconoscimento della Palestina da parte di Gran Bretagna, Portogallo, Canada, Australia e Francia che si aggiungono ai 150 paesi che l'hanno già fatto. Mentre Ahmad Odeh, da Jenin ci racconta come i palestinesi della Cisgiordania vivono in una terra sempre più ristretta e militarizzata, sperando che il mondo fermi Israele. Tanta pietà per Kirk e la denuncia dell'odio altrui e nemmeno una parola su Gaza, la giornata di Giorgia Meloni prima dai giovani di Fdi e poi a Domenica In raccontata da Anna Bredice con le voci della "gioventù nazionale". Alessandro Braga ci racconta la "vannacizzazione" di Pontida e della Lega, senza grandi scossoni e con la "remigrazione" come slogan.

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