Approfondimenti

Cala il sipario sui mondiali del Qatar, il governo in difficoltà sulla manovra economica e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di domenica 18 dicembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. L’argentina vince i discussi campionati mondiali in Qatar; il governo inciampa sul limite sui pagamenti elettronici, l’inverno genera uno stallo al fronte tra Russia e Ucraina, le Ong del mare si misurano con le nuove regole dettate dal governo italiano, l’esercito peruviano reprime con la violenza le proteste dei sostenitori del deposto presidente Castillo.

L’Argentina vince i mondiali più controversi di sempre

Dopo il 2-2 nei tempi regolamentari e il 3-3 dopo i supplementari, l’Argentina guidata da Lionel Messi vince il suo terzo titolo mondiale battendo ai rigori la Francia del capocannoniere Mbappé, autore di tre gol nella finale.

Si chiude un mondiale molto partecipato in termini di pubblico e spettatori, ma anche molto contestato per le violazioni di diritti civili e sociali di Doha – e per la gestione della federazione internazionale del calcio – e ovviamente per la corruzione che ne ha portato  all’assegnazione, e che l’ha seguita per cercare di ripulire l’immagine del Paese. Corruzione emersa in questi giorni con lo scandalo che sta riguardando le istituzioni europee, e che rischia di avere ancora conseguenze per l’Unione Europea, oltre appunto alla credibilità delle proprie istituzioni. Perché portato a casa il mondiale, ora Doha passa al contrattacco sulle accuse.

Al Qatar non sono piaciute le reazioni che ci sono state in Europa, ed ora il  paese del golfo fa la voce grossa con i paesi europei ricordando le centinaia di  miliardi di investimenti, e anche il suo ruolo di fornitore di gas.
Insomma, dalla padella russa alla brace qatariota: oggi un diplomatico dell’emirato ha attaccato la decisione del parlamento di Strasburgo di chiedere di vietare l’accesso ai rappresentanti di Doha, ipotesi su cui dovranno esprimersi ora i massimi organi del parlamento europeo. Una minaccia nemmeno troppo velata: la decisione europea infatti, secondo il diplomatico, avrà un «impatto negativo» sulla cooperazione per la sicurezza, sulle relazioni economiche, e sulla fornitura globale di gas.

L’esplodere del Qatargate ha fermato la proposta europea per la liberalizzazione di visti per il  che piace proprio per l’influenza positiva sugli scambi economici. Stesso discorso per il possibile accordo con la compagnia aerea Qatar Airways per accedere agli Hub europei.

Ponendo così l’Unione di fronte nuovamente  ad  un bivio tra i propri principi, e gli affari. Immobiliare, Armi, e appunto ora ance il Gas: il Qatar era già il terzo fornitore europeo, ma con l’abbandono del gas russo da gasdotto, il peso ovviamente sta salendo: gli scambi  commerciali con l’Italia, ad esempio, sono saliti di quasi il 25% rispetto al 2021. Eni ha appena firmato  due grossi accordi con Doha, ma non è la sola: tra i principali importatori ci sono Polonia, Francia, Spagna e Belgio, e anche la Germania ha appena firmato due accordi col Qatar per importare gnl. 

La legge di bilancio non vede ancora l’orizzionte

La manovra economica ancora latita in commissione bilancio alla Camera, tra gli ennesimi rinvii della maggioranza che non sa che fare in particolare su una questione, oggetti dei rilievi della commissione europea, quella del Pos.

Indiscrezioni riportate dall’Ansa dicono che il limite potrebbe essere abbassato a 30 euro rispetto ai 60 previsti, o cancellato del tutto. “Stiamo ancora trattando con la Commissione Europea, ma in qualche modo faremo” la parole oggi della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Il risultato intanto è che il terzo pacchetto di emendamenti del governo ancora non c’è: era previsto oggi, spostato alle 19,30 rimandato poi alle 21,30, tra le proteste delle opposizioni, quando in commissione dovrebbe intervenire il ministro dell’economia Giorgetti.

I tempi sono sempre più stretti: l’esame in commissione deve finire entro martedì e domani sera si prospetta una seduta notturna.

La guerra in Ucraina tra lo stallo invernale e le scarse prospettive di dialogo

Bombardamenti russi su Kherson e risposte ucraine contro la città di Donetsk controllata dai filo russi e anche contro il primo confine russo di Belgorod. La Russia annuncia nuovi reclutamenti mentre Zelensky chiede un tribunale internazionale per i colpevoli della guerra. 

Il servizio di Emnuele Valenti:

Momento difficile per le ONG che operano nel Mediterraneo

Sono due le navi di soccorso in mare che si stanno dirigendo verso i porti assegnati stamani dal governo, la Life Support di Emergency con a bordo una settantina di naufraghi – tra cui 24 minori e alcune donne incinte – che ci metterà tre giorni per arrivare a Livorno, e poi la tedesca Rise Above diretta a Gioia Tauro. Il nuovo decreto con un codice di condotta per le Ong prevede proprio che le navi della flotta civile debbano sospendere i soccorsi al primo salvataggio e dirigersi verso il porto indicato dalla autorità, l’altra norma prevista dalle prime indiscrezioni prevederebbe l’obbligo di raccolta da parte dei soccorritori delle intenzioni di richiesta d’asilo dei naufraghi affinché poi sia il paese di bandiera della ave a farsi carico della domanda.

Abbiamo chiesto a Rossella Miccio presidente di Emergency una valutazione sul momento complesso per i soccorritori in mare:

Il Perù è nel caos dopo l’arresto del presidente Castillo

Sono 20 le vittime nelle proteste in Perù sfociate nei giorni scorsi dopo l’arresto del presidente in carica Pedro Castillo e la richiesta di elezioni anticipate avanzata dalla vicepresidente Dina Boluarte che il Parlamento ha rifiutato. I manifestanti pro-Castillo sono affrontati dall’esercito.

Sentiamo Christian Mariani, un cittadino italiano che vive da tanti anni in Perù:

 

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    Trump e il teorema dei dazi: premere sull'Europa per ottenere da Bruxelles meno regole per le aziende Usa

    Le motivazioni con cui Trump ha deciso il rialzo dei dazi contro l'Europa appaiono un vero e proprio teorema. Secondo Trump il deficit commerciale americano è colpa delle politiche doganali europee. Cosa tutta da dimostrare, direbbe l'economista di Harvard, Jeffrey Sachs. Il deficit americano, la sua ampiezza, rappresentano poi una minaccia alla sicurezza nazionale, sostiene il capo della Casa Bianca. E infine, il teorema trumpiano prevede che per tagliare il deficit commerciale occorra alzare dazi, tariffe barriere. Trump non si sottrae a questo teorema. E oggi lo ha confermato. L'obiettivo finale dell'amministrazione americana - come ci racconta l'economista Marcello Messori - appare sempre di più quello di forzare la mano sui dazi per ottenere poi «compromessi a favore delle Big Tech americane, evitando i regolamenti e le tassazioni tipiche dell'Europa».

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