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Il bombardamento del centro commerciale di Kremenchuk, l’allarme del ministero per le ondate di calore e le altre notizie della giornata

Il bombardamento del centro commerciale di Kremenchuk

Il racconto della giornata di lunedì 27 giugno 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Questo pomeriggio i missili russi hanno colpito un centro commerciale a Kremenchuk, una città affacciata sul fiume Dnipro. I leader del G7 sono concordi nel sostegno all’integrità territoriale ucraina e continueranno a sostenere Kiev fino a quando sarà necessario. Il Ministero della Salute ha lanciato un allarme per le ondate di calore. Nel primo pomeriggio è scoppiato un grosso incendio a Roma. Anche dopo la vittoria ai ballottaggi, il campo largo potrebbe rimanere soltanto un progetto. È morto, all’età di 99 anni, lo scrittore Raffaele La Capria. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Missili russi su un centro commerciale a Kremenchuk

Missili russi hanno colpito questo pomeriggio un centro commerciale in una città affacciata sul fiume Dnipro, Kremenchuk. Dieci i morti contati finora e almeno 40 i feriti: si tratta però di un bilancio provvisorio, dal momento che secondo le autorità ucraine nel centro commerciale erano presenti, al momento dell’attacco almeno 1000 civili. Il presidente ucraino zelensky ha detto che questo è un altro crimine contro l’umanità di Mosca. La versione russa è che l’obiettivo fosse un deposito di minizioni nei pressi. Kremenchuk è una piccola città dell’ucraina centro-orientale: a metà strada, seguendo il corso del fiume tra la capitale Kiev (a nord) e Mikolaiv (a sud). E’ ben oltre i confini del Donbass, e rappresenta uno snodo strategico per i rifornimenti e le comunicazioni. Sentiamo, dal Donbass, il nostro collaboratore, Sabato Angieri.

 

I leader del G7 continueranno a sostenere Kiev “fino a quando sarà necessario”

In Germania si avvia a conclusione il G7, dedicato in grande parte alla guerra in Ucraina. Il vertice termina domattina, ma già circolano le bozze della dichiarazione finale. I leader delle sette maggiori economie del mondo sono concordi nel sostegno all’integrità territoriale ucraina e, si legge nel documento, aiuteranno Kiev “con armamenti, addestramento, logistica, intelligence e denaro fino a quando sarà necessario”. I sette hanno anche riaffermato la validità delle sanzioni coordinate contro Mosca e valutato di inserire tra le merci colpite da embargo l’oro. Alla riunione è intervenuto in videoconferenza anche il presidente ucraino Zelensky, chiedendo più armi e dicendo, a proposito dello stallo diplomatico, che “questo non è il momento di negoziare”. Sul tetto del prezzo alle materie prime energetiche la discussione è ancora in corso: su questo punto i sette hanno preoccupazioni e interessi molto divergenti.

 

L’Allerta del ministero della Salute per le ondate di calore

In Umbria oggi si sono sfiorati i 41 gradi, in tutto il centro sud l’anticiclone africano ha portato temperature sopra la media. A Roma si sono registrati 40 gradi e sono scoppiati due incendi, favoriti dalla siccità. Le città ad elevato a rischio oggi sono 12, mercoledì saliranno a 19. Nella seconda parte della settimana sarà coinvolto anche il nord, che invece domani è a rischio per forte vento e grandine, e non si escludono danni.
Daniele Cat Berro, della società meteorologica italiana

Entro le prossime due settimane sarà proclamato lo stato di emergenza, ha annunciato il capo della protezione civile Curcio “in alcune zone non è escluso il razionamento dell’acqua anche in ore diurne”. La siccità rischia di perdurare fino all’autunno. Quali possono essere le strategie utili ad affrontare l’emergenza di quest’anno e quelle future? Stefano Mariani, ricercatore di Ispra

 

È scoppiato un maxi incendio a Roma

Un grosso incendio a Roma, è scoppiato sull’Aurelia nel primo pomeriggio. È partito, pare da un campo rom, attaccando poi le sterpaglie. A causa dei campi secchi, del vento e della temperatura vicina ai 40 gradi, si è velocemente allargato arrivando a lambire un centro estivo che è stato evacuato. Anche alcuni condomini sono stati sgomberati per precauzione dai vigili del fuoco. Una quindicina le persone che sono rimaste intossicate. Due sono state portate in ospedale per accertamenti. La nuvola di fumo si vede a chilometri di distanza, fino al centro città. Oltre al maxi incendio vicino all’Aurelia altri roghi sono segnalati nella capitale e dell’hinterland.

Dopo la vittoria ai ballottaggi, il centrosinistra torna a dividersi

(di Luigi Ambrosio)

Si fa presto a dire campo largo anche alle politiche, dopo il buon risultato alle amministrative, per il centrosinistra. Mondi completamente differenti, quello nazionale e quelli locali. Per esempio, oggi Carlo Calenda ha ribadito che non farà parte di alcuna alleanza di centrosinistra: “Letta va coi 5Stelle e quindi noi andiamo da un’altra parte, auguri” ha dichiarato. E già uno si sfila. Da parte loro i 5Stelle di Conte meditano di lasciare il governo magari al prossimo voto sulle armi in Ucraina e se accadesse poi sarebbe più complicata una alleanza.

La vittoria del centrosinistra ieri è stata favorita dal fatto che per una volta a destra hanno litigato e in alcuni casi, tipo Verona, si sono divisi. Non accadrà sempre, soprattutto è improbabile che accada nella primavera del 2023 quando si giocherà la partita grossa. Nel centrosinistra, al contrario, il campo largo per ora rimane principalmente l’idea del Pd di Letta. Per gli altri è ancora un’idea come un’altra. Come la tentazione di contarsi, di giocarsi i voti dopo le elezioni

Addio a Raffaele La Capria

(di Ira Rubini)

Autenticamente raffinato, anti-presenzialista, attento osservatore del contemporaneo, riservato ma puntualmente ironico: Raffaele La Capria rappresentava, umanamente e letterariamente, ciò che di più affascinante possa restituire la vera identità napoletana. Citando Flaiano, si definiva un “minore interessante”, pur avendo ottenuto importanti riconoscimenti, dal Campiello allo Strega, quest’ultimo per Ferito a morte, il libro più celebre, simbolo della sua ininterrotta elegia laica per Napoli, unita alla franca disamina dei mali della sua città. La Capria non smise mai di incoraggiare Napoli a evolvere, ad affrontare i propri storici problemi e dalla fine degli anni ‘60 la città avrebbe davvero conosciuto un profondo cambiamentio culturale e sociale. Affermato sceneggiatore, fu premiato per Le mani sulla città di Rosi e collaborò, fra l’altro, con Lina Wertmüller. Amante del teatro e sposato con la nota attrice Ilaria Occhini, La Capria incarnava appieno l’identità partenopea, ma in maniera aperta e libera, opposta a ogni localismo ottuso. Quando, nel 2003, Mondadori gli aveva dedicato uno di suoi Meridiani, le celebri raccolte riservate ai classici, La Capria aveva commentato con sarcasmo: “Mi vogliono ammazzare!” E così aveva scritto altri libri (sempre con Napoli nella mente e nel cuore) e firmato eleganti traduzioni, vivendo fino a quasi cent’anni, quasi a scacciare apotropaicamente quella minaccia.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Il bollettino Covid di oggi: il tasso di positività è al 24,5%, stabile rispetto agli ultimi giorni in cui stiamo assistendo a un netto aumento dei contagi. 63 le vittime nelle ultime 24 ore. Stabili i ricoveri nelle terapie intensive, in crescita quelli nei reparti ordinari. 341 più di ieri. E’ risalita al 9%, nell’arco di 24 ore in Italia, la percentuale di posti nei reparti ospedalieri di ‘area non critica’ occupata da pazienti con Covid-19 rispetto all’8% degli ultimi giorni. Il valore era al 3% esattamente un anno fa.

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    Redazione
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    Astensionismo, il popolo che non vota. Secondo i sondaggi oltre il 40% dell’elettorato non andrà ai seggi per le europee. Che cosa fanno le forze politiche per riportare elettrici ed elettori alle urne? Necessarie, ma non sufficienti, operazioni come quella del voto agli studenti fuori sede. La campagna elettorale è entrata nel vivo. A destra Meloni punta sull’operazione “Giorgia” per accaparrarsi le preferenze. Altro che “persona del popolo”, come dice lei. Qui siamo di fronte a qualcosa di più: alla costruzione di un culto della persona qualunque. Più che la persona del popolo, Meloni aspira a diventare la persona che si è fatta popolo, che chiede di usare il suo nome sulla scheda come prova di un legame affettivo: «se volete dirmi che credete ancora in me – ha detto la leader di Fd’I nel comizio di Pescara - mi piacerebbe che lo faceste scrivendo sulla scheda semplicemente "Giorgia"». Meloni non chiede agli elettori di votarla, ma sembra chiedere ai suoi fans di votarsi a lei, alla leader. A sinistra, invece, Schlein ha scelto di candidarsi con moderazione, non in tutti i collegi. E il suo nome non comparirà nel simbolo elettorale. Alla retorica meloniana, la leader del Pd sostituisce l’attenzione per le “passioni elementari” del popolo: sanità, lavoro, salario minimo. La campagna di Conte, infine, si tiene lontano sia dalle candidature personalistiche che dalla sindrome del momento, la sindrome onomastica. “Giuseppi” finirebbe per oscurare l’agenda Conte: pace, questione morale, lavoro.

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