Approfondimenti

Boeri: “Servono idee non solo un nome”

“Io candidato alle primarie? No, no…” Lo ripete tre volte, prima di aggiungere: “Mi pare non ci siano le condizioni, in questo momento”.

Stefano Boeri è l’architetto milanese sconfitto da Pisapia alle primarie del centrosinistra nel 2010, poi Assessore alla Cultura nella sua Giunta e infine protagonista di un’uscita di scena tempestosa. Il suo è uno dei nomi che, pur tra le smentite, aleggiano da settimane tra i papabili per una prossima candidatura. Il 15 Ottobre Stefano Boeri è stato per un’ora negli studi di Radio Popolare, durante il Microfono Aperto, a parlare di Milano, dei cinque anni passati, dei prossimi anni, delle priorità, delle prospettive future del centrosinistra. Proviamo qui a mettere nell’ordine alcuni dei temi toccati a più riprese con gli ascoltatori.

 

I candidati possibili

Boeri, potrebbe essere tra i candidati alle primarie?

Io sto già cercando di dare una mano alla riflessione su Milano e alle propettive sui prossimi cinque anni. E’ possibile farlo anche fuori dalla politica istituzionale e mi pare il modo più efficace. Si fa politica anche andando nei quartieri e ragionando sul futuro della città.

Quindi non ci si deve aspettare il suo nome?

Mi pare che in questo momento non ci siano le condizioni.

Voglio essere sincero: se mi candidassi – potrebbero farlo molti altri milanesi – rischierei di perdere la possibilità di aiutare la città come mi sembra di essere riuscito a fare in questi ultimi mesi e anni, da architetto e da milanese che guarda anche al di là della propria sfera professionale. Lo sto facendo con i ragazzi di “Milano 2030” (iniziativa sul futuro di Milano, sponsorizzata dallo stesso Boeri, con ragazzi dai 15 ai 25 anni), lo sto facendo girando i quartieri. Mi piace molto e mi pare che dia risultati. Non vorrei compromettere questo possibile contributo entrando in un meccanismo partitico-elettorale che mi sembra ancora immaturo e legato a equilibri e dinamiche che peraltro io non so controllare. Quindi, al momento, io sono completamente fuori.

Chi vedrebbe come possibile candidato?

Milano ha risorse impensabili e straordinarie, anche in pezzi della società che oggi noi non guardiamo. Ad esempio, tra i ragazzi di “Milano 2030” forse non c’è un candidato sindaco, ma come squadra sono ragazzi sorprendenti. Hanno passione, che si accompagna alla grande informazione e all’amarezza di fondo che deriva dalla consapevolezza che il futuro non sarà facile per loro. E’ una caratteristica di fondo di questa generazione.

Proprio non fa un nome?

No.

Giuseppe Sala può essere un buon candidato per il centrosinistra a Milano?

Sala è stato certamente un grande manager nel portare a termine un progetto che in alcuni momenti era diventato molto difficile. Un sindaco tuttavia deve saper scegliere bene le persone di cui si circonda, perché a loro assegna una delega politica fondamentale. In questo, su Sala c’è qualche dubbio, perché in alcuni momenti della vicenda di Expo l’entourage che si è costruito intorno al Direttore generale non è stato dei migliori. Non lo dico io, lo dicono i fatti. Governare una metropoli è un processo di intelligenza collettiva, questo è il futuro. In questo tipo di futuro una città come Roma, Napoli o Milano ha bisogno di un sindaco che sa scegliere molto bene le persone di cui si circonda e con cui condivide una responsabilità così importante.

Cosa manca al centrosinistra per alzare il livello di dibattito verso un progetto credibile? Serve un intervento del sindaco Pisapia?

Potrebbe essere un buon consiglio. Di fatto, il sindaco ha dato un segno di discontinuità rispetto all’esperienza fatta finora. Giustamente si preoccupa delle primarie, ma se più che delle candidature si occupasse di promuovere un grande momento di riflessione collettiva sui prossimi cinque anni sarebbe un’ottima idea. Chi meglio di lui? Può dare il segnale sulla possibile continuità tra i primi cinque anni e i secondi.

Non è che il centrodestra, alla fine, rischia di riprendersi Milano?

Voglio essere chiaro. Il rischio c’è ma dipende da noi, non c’è un automatismo. Noi veniamo da cinque anni positivi e possiamo disegnare un futuro ancora più positivo. Dobbiamo fare uno sforzo di pensiero. Ripeto l’appello a chi ragiona sulle prossime scadenze: lasciamo un attimo da parte la questione dei valori – fondamentali ma che abbiamo ormai già tutte incarnate in questi anni – e i temi di equilibrismi tattici e politici sulle regole, per ragionare insieme su quello che deve essere fatto a Milano. Di candidature ne riparliamo a gennaio, penso che tutto si deciderà allora.

 

boeri 1

L’esperienza Pisapia

Lei ha avuto un rapporto altalenante con Giuliano Pisapia: avversario alle primarie, suo Assessore alla Cultura, infine dimissionato dalla Giunta. Fa bene il “Comitato degli 11” a indicare come essenziale la continuità con l’esperienza di Pisapia?

Certamente si. Io sono uscito dalla Giunta per vicende che ancora fatico a spiegarmi, ma non sono mai uscito da quest’esperienza, la sento mia. Dopo le primarie ho fatto di tutto perché Pisapia vincesse le elezioni e ho fatto quanto potevo come Assessore. Mi sento parte dell’accelerazione di generosità sociale data dalla città. Milano è straordinaria quando unisce generosità e innovazione, tipici del suo Dna e che vanno insieme. In questi cinque anni forse abbiamo premuto l’acceleratore molto sulla prima questione e un po’ meno sulla seconda. Penso si debba ripartire, tenendo ben saldo quanto si è fatto in questi cinque anni.

Cosa ha prodotto l’esperienza Pisapia?

Come spiegato parlo al plurale, anche se non è tecnicamente corretto.

La cosa fondamentale è che siamo riusciti a garantire un buon governo, una città governata senza illegalità e con una trasparenza che non c’era mai stata.

Abbiamo inoltre sperimentato forme di generosità sociale e condivisione dei servizi. La sharing economy – l’economia della condivisione – è diventata una caratteristica abbastanza unica a livello europeo, sui trasporti e su alcuni servizi oggi Milano è davvero una città all’avanguardia.

Siamo anche riusciti a diffondere una serie di iniziative sul piano culturale. A lasciare che alcuni progetti di energie diffuse, private, partiti anche anni prima, arrivassero a compimento. Anche questa è una qualità della buona amministrazione: non volere determinare tutto, fare regia, fare in modo che la Fondazione Prada o altri spazi nati da iniziative private arrivassero a compimento. Tutti questi sono grandi valori, che vanno difesi. Oggi forse dobbiamo anche cominciare a ragionare di più su come risolvere alcuni enormi problemi di disuguaglianza che ancora Milano ospita. E avere, inoltre, un’idea di quale deve essere il futuro. Questo, credo, ci chiedono anche i giovani che si interrogano sul loro.

Qual è la parola chiave per immaginare il futuro?

“Rischio”. Le grandi città europee oggi competono sulla base di progetti identitari, distinguendosi tra loro, ma sempre con la capacità di guardare avanti prendendo anche dei rischi. Credo che noi dobbiamo iniziare a farlo.

In quali aspetti la Milano immaginata cinque anni fa è riuscita a realizzarsi?

Paragonata a città come Roma, Milano ha senza dubbio un sistema di trasporti pubblici efficiente. Unito al grande slancio sullo sharing – biciclette, auto e oggi anche scooter – questo ha fatto cambiare marcia alla città, quasi anche in senso fisico. Molti cittadini hanno imparato a muoversi senza auto privata e ciò ha generato un miglioramento complessivo della qualità degli spazi, delle zone di sosta e delle zone verdi. C’è ancora molto da fare: in primo luogo allargando a tutta la città questa qualità che al momento è ancora soprattutto visibile nel centro, perché dobbiamo vivere in una metropoli che cammina tutta insieme. Tuttavia, è indubbiamente un passo avanti fatto e su questo non si deve tornare indietro.

 

boeri 2

 

Periferie sociali, priorità future

Cosa dovrebbe essere fatto, per la Milano di oggi e di domani?

Credo che il primo punto del programma della nuova Giunta debba essere “cosa fare” sui quartieri di edilizia economica e popolare. E’ un punto fondamentale.

Io sto girando le varie zone. In Via Gola, per esempio, c’è una situazione per me inaccettabile di degrado, abbandono e presidio della criminalità organizzata, che non ho visto nelle grandi metropoli del mondo dove ci sono le favelas. Milano ha perso completamente contatto con alcuni pezzi della città, soprattutto – va detto – corrispondenti ai quartieri gestiti da Aler. Il Comune ha fatto bene ad affidare pezzi del patrimonio pubblico a MM, una scelta molto utile e importante che inizia a dare qualche risultato positivo. La verità tuttavia è che ci sono stati anni di totale disattenzione. Anche nostri. Non abbiamo guardato con sufficiente attenzione ciò che accadeva in questi pezzi di città. Ci siamo concentrati su pezzi della città apparentemente più dinamici, dimenticandoci che migliaia di cittadini vivono in quelle situazioni. In quelle situazioni serve un intervento politico a tutto tondo, non è soltanto l’urbanistica con i regolamenti a poter intervenire.

 

boeri 3

 

Expo

Giuseppe Sala ha annunciato che Expo ha ormai superato i 20 milioni di biglietti emessi. E’ legittimo considerarlo un indicatore di successo, per Expo?

Sicuramente si. Ci sono stati alcuni Expo che non hanno raggiunto il tetto minimo di accessi. Il fatto che Milano ci sia riuscita è un grande elemento di successo. Non tutto va misurato attraverso questo paramentro – anche perché al numero di accessi non corrisponde un numero omogeneo di incassi – ma è senza dubbio un segnale di successo fondamentale.

Per quanto riguarda i contenuti, invece, devo dire che anche al Salone del Mobile ci sono sempre momenti di incontri e dibattito, vicino ai prodotti, e quando vado sono contento e imparo qualcosa. Ma da questo a pensare che Expo sia stato un grande evento che ha alzato il livello di consapevolezza dei visitatori sulle grandi questione dell’alimentazione ce ne corre. Io ho qualche dubbio.

In questo momento tuttavia dobbiamo vedere i molti aspetti positivi, cercando di valorizzarli.

Expo è stato un enorme elemento di convergenza, uno sforzo collettivo, molte cose sono nate in questo periodo anche perché c’era Expo, ed è ciò che fanno i grandi eventi. Poi è servito a dare un’immagine internazionale di Milano potente, che da anni non aveva, a sviluppare relazioni internazionali e ad attrarre anche alcuni investimenti, che ci sono stati.

Io sono stato altrettanto chiaro nel criticare una lenta e inarrestabile deriva verso un evento che è diventato una grande kermesse sull’alimentazione. Anche se di grande successo e di qualità. Una specie di grande Salone del Mobile sull’alimentazione che lascia un’eredità importante e da salvare.

Ora che siamo alla fine, cosa dovrebbe succedere di Expo?

L’area di Expo deve restare un luogo centrale, in una città-territorio che ormai si è spostata verso nord arrivando fin quasi a Como, Varese, Lecco e Bergamo. Bisogna salvare le eredità principali: le infrastrutture, il tema dell’alimentazione, le relazioni internazionali che si sono determinate.

Io credo che un grande Salone dell’alimentare, fisso, con le Regioni che sotituiscono i Paesi, resterebbe un’attrazione fondamentale. Salone però vuol dire anche ricerca, produzione in loco.

In secondo luogo, credo che quella di un Campus sia un’ottima idea, se costruito in modo intelligente.

Infine non dimentichiamoci che un referendum ha chiesto di avere un parco su almeno il 50% di quell’area. Un parco delle bio-diversità potrebbe essere molto importante.

Finora, nel dibattito pubblico, si è sentito parlare di una sola tra queste tre voci.

Purtroppo è vero. L’attenzione sul dopo-Expo andava sviluppata prima. Solitamente i grandi eventi di costruiscono a partire dal “dopo”. Nel nostro progetto iniziale avevamo fatto così. Ma c’è ancora tempo di farlo, spero.

L’ingresso dello Stato in Area Expo mi pare una garanzia di attenzione, anche se ho qualche dubbio sul perché lo Stato, per occuparsi del dopo, debba investire ulteriori soldi pubblici entrando come azionista in una società. Lo Stato deve avere la possibilità di indirizzare, governare e determinare anche senza dover fare un investimento diretto. E’ una cosa che mi lascia perplesso. Ciò detto, sono felice che il Governo si stia occupando di Expo: l’ha fatto molto bene con Cantone, sono sicuro che lo farà molto bene anche sul dopo-Expo.

 

boeri 4

  • Autore articolo
    Massimo Bacchetta
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    GR domenica 05/05 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 05-05-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di domenica 05/05/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 05-05-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 03/05/2024 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 03-05-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Reggae Radio Station di domenica 05/05/2024

    A ritmo di Reggae Reggae Radio Station accompagna discretamente l’ascoltatore in un viaggio attraverso le svariate sonorità della Reggae Music e sicuramente contribuisce non poco alla diffusione della musica e della cultura reggae nel nostro paese. Ogni domenica dalle 23.45 fino alle 5.30 del lunedì mattina, conduce Vito War.

    Reggae Radio Station - 05-05-2024

  • PlayStop

    Prospettive Musicali di domenica 05/05/2024

    Prospettive musicali dà risalto a una serie di espressioni musicali che trovano generalmente poco spazio nelle programmazioni radiofoniche mainstream. Non pensando al genere come concetto limitativo, Prospettive musicali vuole suggerire percorsi di ascolto eterogenei. Prospettive musicali potrà accostare musiche medioevali e avanguardie elettroniche, free jazz e musiche per ambiente, danze etniche e partiture contemporanee, improvvisazione e composizione, avant rock e canzone, silenzio e rumore, invitando il proprio pubblico a condividere esperienze di ascolto coraggiose e «di confine». Alessandro Achilli collabora con Radio Popolare dal 17 marzo 1991 con i cicli Sciabadà (1991), Est (1992), Le vacanze di monsieur Hulot (1991, con Giovanni Venosta, e 1992), L’Orchestra (1996), Concerti da Babele (2001, 2002, 2003), Township Beat, musiche dal Sudafrica (2010) e corrispondenze dai festival Mimi (Provenza), Ring Ring (Belgrado), London Jazz Festival; ha inoltre curato la regia e l’adattamento di un ciclo condotto da Robert Wyatt, interviste in diretta a Shelley Hirsch, Arto Lindsay, Peter Blegvad e Robert Wyatt, e puntate monografiche di Cantaloop, In genere, Zona disco, Replicanti, Yuppi do, Il giardino degli dei, 5 giri, Jazz Anthology, Happy Together e Notturnover estate. Clicca qui per notizie sulle sue attività con Musica Jazz, Musiche, Radio3 Rai e come fotografo non professionista e traduttore. Fabio Barbieri collabora con Radio Popolare dal 1997. È stato ideatore e conduttore di Tropici e meridiani e ha realizzato collegamenti e interviste per Notturnover,Candid, Sidecar, Zoe, Alaska e per il gr in network. Ha collaborato con la redazione musicale del quotidiano Il Manifesto. Suoi articoli e recensioni sono apparsi su Rockerilla, Lost Trails e nel volume Bassa fedeltà (Bollati Boringhieri). Nella stagione 2003-2004 ha curato per Patchanka una serie di corrispondenze settimanali da Londra, intitolata London Calling. Da quell’esperienza è nato un blog: http://www.fabiocalling.blogspot.co.uk/ Gigi Longo collabora con Radio Popolare dal 1987. Ha condotto Jazz Anthology, Music Mag, Onda su onda e Cibo per psiconauti. In veste di inviato, ha recensito decine di concerti jazz, rock e world music per Notturnover. Ha realizzato trasmissioni speciali su Charles Mingus, Gil Evans, Duke Ellington e Miles Davis. È stato collaboratore dell’Associazione Jazz Capolinea, del mensile Il Buscadero e dela rivista Alp Grandi Montagne.

    Prospettive Musicali - 05-05-2024

  • PlayStop

    News della notte di domenica 05/05/2024

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 05-05-2024

  • PlayStop

    La sacca del diavolo di domenica 05/05/2024

    “La sacca del diavolo. Settimanale radiodiffuso di musica, musica acustica, musica etnica, musica tradizionale popolare, di cultura popolare, dai paesi e dai popoli del mondo, prodotto e condotto in studio dal vostro bacicin…” Comincia così, praticamente da quando esiste Radio Popolare, la trasmissione di Giancarlo Nostrini. Ascoltare per credere. Ogni domenica dalle 21.30 alle 22.30.

    La sacca del diavolo - 05-05-2024

  • PlayStop

    Agitanti di domenica 05/05/2024

    Un programma per gente che muove mente, corpo e spirito. Un programma di sport – sport paralimpico – per imparare a conoscere le vite, i sogni, le discipline degli atleti che stanno cercando di qualificarsi per Parigi 2024. Per arrivare preparati alle prossime Paralimpiadi, al via il 28 agosto: sapendo cosa cercare, dove guardare, come godere della grandissima competizione che le discipline che gli sport per persone con disabilità riservano. Un magazine che prende il suo nome dagli Agitos (dal latno “agito”, metto in movimento), le tre anime – verde, rossa e blu, come i colori più diffusi nelle bandiere del mondo – che compongono lo stendardo dei giochi paralimpici e che rappresentano appunto mente, corpo e spirito. Magari – chissà – ascoltandolo scoprirai che esistono discipline a cui non avevi pensato. In cui puoi metterti in gioco con il corpo che hai, esattamente per come è fatto: metterti alla prova, sudare, divertirti, competere, tenerti in forma e spostare il tuo limite un po’ più in là. “You can’t be what you can’t see”, diceva Marian Wright Edelman, la prima donna afroamericana ammessa all’albo degli avvocati del Mississippi nel 1965. Non puoi essere ciò che non puoi vedere: ci vogliono modelli in cui ci si riconosce per come si è, altrimenti è difficile persino sognare di poter diventare qualcosa. Un discorso che vale per tutti quelli che in qualche misura vengono etichettati come “diversi”. Ogni domenica alle 21 per mezz’ora su Radio Popolare. Conduce Giulia Riva, giornalista e nuotatrice paralimpica. Un programma di corpi, teste e voci “diversamente” agili.

    Agitanti - 05-05-2024

  • PlayStop

    Bohmenica In di domenica 05/05/2024

    A cura di Gianpiero Kesten In co-conduzione: Zeina Ayache, Gaia Grassi, Astrid Serughetti, Clarice Trombella Ospite fisso: Andrea Bellati La famiglia allargata di Di tutto un boh colonizza la domenica di Radio Popolare! Tra domande scientifiche e curiosità esistenziali (a cui dare risposte, naturalmente) tutti i membri della squadra porteranno ogni settimana il proprio contributo, un po’ come i pasticcini o, ancora meglio, gli avanzi da spartire la domenica, tra buoni amici. La missione divulgativa e di infotainment di Di tutto un boh vivrà e lotterà insieme a noi. Ma la domenica, si sa, è anche il giorno delle somme da tirare, dei buoni propositi e della condivisione. Anche tra le famiglie atipiche e allargatissime, come quella della squadra di Di tutto boh e del pubblico di Radio Popolare. Bohmenica In va in onda ogni domenica dalle 19 alle 21.

    Bohmenica In! - 05-05-2024

  • PlayStop

    L'artista della settimana di domenica 05/05/2024

    Ogni settimana Radio Popolare sceglierà un o una musicista, un gruppo, un progetto musicale, a cui dare particolare spazio nelle sue trasmissioni, musicali e non. La nostra scelta racconterà molte novità discografiche, ma non soltanto. E ogni domenica, con mezz’ora di speciale, concluderemo i sette giorni proponendo un profilo approfondito del nostro Artista della Settimana.

    L’Artista della settimana - 05-05-2024

  • PlayStop

    Bollicine di domenica 05/05/2024

    Che cos’hanno in comune gli Area e i cartoni giapponesi? Quali sono i vinili più rari al mondo? Giunta alla stagione numero 15, Bollicine ogni settimana racconta la musica attraverso le sue storie e le voci dei suoi protagonisti: in ogni puntata un filo rosso a cui sono legate una decina di canzoni, con un occhio di riguardo per la musica italiana. Come sempre, tutte le playlist si trovano sul celeberrimo Bolliblog.com. A cura di Francesco Tragni e Marco Carini

    Bollicine - 05-05-2024

  • PlayStop

    Archivio Ricordi di domenica 05/05/2024

    Era da tempo che pensavo ad un nuovo programma, e non mi accorgevo che era già lì…ma dove? Semplice, nei vari supporti magnetici e negli hard disk dei miei due pc contenenti i miei incontri musicali (che non voglio chiamare interviste) degli ultimi quarantasei anni: quindi oramai un archivio, un archivio di parole e di voci che raccontano e portano alla musica! Quindi un archivio parlato, un Archivio Ricordi, da non confondere con quello cartaceo iniziato duecento anni fa dal mio antenato Giovanni, che ci ha conservato - tra le altre - la storia del melodramma: quello è l’Archivio storico Ricordi. Il mio non è ancora storico ma ci manca poco, eppoi vale la continuità: dalla conservazione su carta a quella digitale, tutto scorre… Ad ogni puntata un personaggio: spesso musicista, o in qualche modo legato alla musica, e non proprio un’intervista ma una conversazione con un’intelligenza musicale, potremmo dire. Qualche nome per le prime settimane? Bruno Canino, Claudio Abbado, Giorgio Gaslini, Franco Battiato, Maurizio Pollini, Riccardo Chilly, Sergio Endrigo, Karlheinz Stockhausen, Ennio Morricone… Un archivio sonoro che non si ferma, e che mentre racconta nel passato continua ad alimentarsi nel presente. E senza accorgerci ci troveremo su un sentiero della Storia della Musica. Buon ascolto. Claudio Ricordi settembre 2022

    Archivio Ricordi - 05-05-2024

  • PlayStop

    Mitologia Popular di domenica 05/05/2024

    Mitologia Popular esplora e racconta il folclore e la cultura popolare brasiliana: da miti e leggende come Saci Pererê, Mula sem cabeça, Cuca alla storia di piatti tipici come la feijoada o la moqueca, passando per la letteratura, il carnevale, la storia delle città più famose e la musica, ovviamente. Conduce Loretta da Costa Perrone, brasiliana nata a Santos che, pur vivendo a Milano da anni, è rimasta molto connessa con le sue origini. È autrice del podcast Lendas con il quale ha vinto gli Italian Podcast Award per il secondo anno consecutivo.

    Mitologia Popular - 05-05-2024

  • PlayStop

    Giocare col fuoco di domenica 05/05/2024

    Giocare col fuoco: storie, canzoni, poesie di e con Fabrizio Coppola Un contenitore di musica e letteratura senza alcuna preclusione di genere, né musicale né letterario. Ci muoveremo seguendo i percorsi segreti che legano le opere l’una all’altra, come a unire una serie di puntini immaginari su una mappa del tesoro. Memoir e saggi, fiction e non fiction, poesia (moltissima poesia), musica classica, folk, pop e r’n’r, mescolati insieme per provare a rimettere a fuoco la centralità dell’esperienza umana e del racconto che siamo in grado di farne.

    Giocare col fuoco - 05-05-2024

  • PlayStop

    Pop Music di domenica 05/05/2024

    Una trasmissione di musica, senza confini e senza barriere. Canzoni da scoprire e da riconoscere, canzoni da canticchiare e da cui farsi cullare. Senza conduttori, senza didascalie: solo e soltanto musica.

    Pop Music - 05-05-2024

  • PlayStop

    Comizi d’amore di domenica 05/05/2024

    Quaranta minuti di musica e dialoghi cinematografici trasposti, isolati, destrutturati per creare nuove forme emotive di ascolto. Ogni domenica dalle 13.20 alle 14.00, a cura di Stefano Ghittoni.

    Comizi d’amore - 05-05-2024

  • PlayStop

    C'è di buono di domenica 05/05/2024

    La cucina, la gastronomia, quello che mangiamo…hanno un ruolo fondamentale nella vita di tutti noi. Il cibo che scegliamo ci cambia, ci influenza e parla di noi. Ci può far stare bene o male in base a quello che scegliamo di avvicinare alla bocca. L’atto di cucinare e di mangiare ogni giorno è uno dei più importanti che possiamo fare. E va affrontato con consapevolezza, con conoscenza, oltre che con uno spirito divertito. Per questo Niccolò Vecchia a C’è di buono ogni settimana racconterà di prodotti e di cucina, raccogliendo storie contadine antiche e contemporanee, parlando di una cultura che può essere, insieme, popolare e raffinata.

    C’è di buono - 05-05-2024

  • PlayStop

    Onde Road di domenica 05/05/2024

    Autostrade e mulattiere. Autostoppisti e trakker. Dogane e confini in via di dissoluzione. Ponti e cimiteri. Periferie urbane e downtown trendaioli. La bruss e la steppa. Yak e orsetti lavatori. Il mal d’Africa e le pastiglie di xamamina per chi sta male sui traghetti. Calepini e guide di viaggio. Zaini e borracce. Musiche del mondo e lullabies senza tempo. Geografie fantastiche ed escursioni metafisiche. Nel blog di Onde Road tutti i dettagli delle trasmissioni.

    Onde Road - 05-05-2024

  • PlayStop

    La domenica dei libri di domenica 05/05/2024

    La domenica dei libri è la trasmissione di libri e cultura di Radio Popolare. Ogni settimana, interviste agli autori, approfondimenti, le novità del dibattito culturale, soprattutto la passione della lettura e delle idee. Condotta da Roberto Festa

    La domenica dei libri - 05-05-2024

Adesso in diretta