Approfondimenti

La Russia si prepara a conquistare Mariupol, le ipotesi su un quinto pacchetto di sanzioni e le altre notizie della giornata

Bombardamenti su Mariupol

Il racconto della giornata di lunedì 21 marzo 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La battaglia di Mariupol va verso le fasi finali. Fonti ucraine parlano di bombardamenti continui. Per l’Istat il calo del Pil italiano andrà oltre lo 0,7%, stima a livello globale, e l’inflazione è destinata a durare, materializzando la stagflazione, ovvero l’aumento dei prezzi senza crescita. Il quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia potrebbe comprendere il divieto per il governo russo di esportare gas e petrolio, che per l’Europa rappresenterebbe un serio problema. I 1055 nomi delle persone che hanno perso la vita per la giustizia sono stati scanditi a Napoli e nelle città – non solo italiane – in cui si sono ricordate le vittime innocenti delle mafie. Dopo aver avuto il via libera del magistrato ed essere stato nominato amministratore di sostegno, Giorgio D’Incà ha potuto decidere per la figlia e far sospendere i trattamenti che la tenevano artificialmente in vita. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

La strategia russa per la conquista di Mariupol

(di Emanuele Valenti)
Osservando il quadro generale – forte pressione su Mariupol e bombardamenti, meno intensi ma continui, anche su altre città – sembra che la strategia russa sia fare un passo alla volta ma senza arretrare sugli altri fronti.
E il primo passo è Mariupol, dove si combatte strada per strada, dove i russi hanno preso il controllo di alcuni quartieri, e dove anche oggi sono arrivati colpi anche dal mare.
In città ci sarebbero circa 300mila persone, in condizioni disumane.
I racconti che arrivano descrivono una città spettrale con cadaveri ai bordi delle strade.
Da Mariupol, rispetto ad altre zone, è anche quasi impossibile uscire oppure far entrare aiuti. Le autorità locali di Zaporizhia hanno detto poco fa che sarebbe stato colpito un autobus con dei civili provenienti proprio da Mariupol e che alcune persone sarebbero rimaste ferite, compresi dei bambini.
Nell’ultima ora Zelensky, con riferimento al rifiuto della resa, ha detto che Kiev non accetta ultimatum da Mosca.
Il leader della Repubblica Popolare di Donetsk, i cui miliziani combattono con i russi a Mariupol, ha detto che i combattimenti andranno avanti almeno ancora una settimana.

Nei giorni scorsi abbiamo parlato più volte delle difficoltà logistiche delle truppe di Mosca e del rallentamento dell’avanzata di terra, sempre con esclusione del sud-est, di Mariupol appunto.
Secondo alcune analisi militari – compresa una del Royal United Services Institute di Londra – i russi hanno rallentato per i problemi logistici, quindi organizzazione, errori di calcolo, rifornimenti, ma anche perché a questo punto avrebbero deciso di conquistare un centro importante e strategico alla volta. Prima Mariupol e poi sarà la volta di Kharkiv, Odessa e forse anche Kiev. Sulle quali comunque la pressione non diminuisce, anzi Secondo analisti militari occidentali la capitale dovrebbe essere lasciata per ultima: è più grande e quindi più complessa. Ma questo non impedisce a Mosca di prepararsi. Ecco quindi che i russi cercano di posizionarsi dove possano sparare – il missile sul centro commerciale di ieri sera – e tenere gli ucraini sotto pressione.
Tutto questo – è un’ipotesi osservando l’evolversi della situazione sul campo – potrebbe voler dire che la guerra sarà ancora lunga. A meno che non la fermino la politica e la diplomazia.

Oggi un altro incontro a distanza tra russi e ucraini.
Kiev ha fatto sapere che al termine della riunione sono proseguiti i contatti a livello tecnico. Quindi si sta discutendo.
Oltretutto questa mattina le parti militari si sono accordate per una serie di corridoi umanitari, almeno otto. Sapremo solo nelle prossime ore con quale efficacia. Nei giorni scorsi sono state evacuate, soprattutto nelle regioni di Kiev e di Luhansk, alcune migliaia di persone, non tantissime.
Tornando alla trattativa, oggi entrambe le parti hanno parlato di problemi e di ostacoli. Uno dei consiglieri di Zelensky ha detto che la Russia è inaffidabile e vuole solo prendere tempo. Il Cremlino ha commentato – il portavoce di Putin, Peskov – che c’è ancora parecchio lavoro da fare.
Come abbiamo ripetuto durante tutto il fine-settimana non sembra ancora arrivato il momento di una tregua generale. Mosca vorrà prima mettere le mani su altro territorio ucraino. E non c’è accordo sulle regioni già controllate da Mosca prima dell’invasione – repubbliche separatiste del Donbass e Crimea. Riprendiamo ancora Zelensky, in un’intervista questa sera: quanto concorderemo con i russi, comprese le garanzie sulla nostra sicurezza, sarà sottoposto a referendum.

Di Maio, l’Italia è favorevole a un quinto pacchetto di sanzioni

(di Anna Bredice)

“Vedremo, vedremo”, aveva risposto Draghi nel primo pomeriggio ad una domanda sulla difficoltà per l’Italia di fare a meno del gas russo e sulle possibili nuove sanzioni nei confronti di Mosca. Non si è sbilanciato molto, in vista dei vertici europei previsti nei prossimi giorni, fondamentali per capire se ci sarà una quinta tranche di sanzioni nei confronti della Russia. Questa volta dentro il pacchetto potrebbe rientrare anche il divieto per il governo russo di esportare gas e petrolio, che per l’Europa rappresenterebbe un serio problema. Una eventualità, quella del nuovo pacchetto di sanzioni, che invece il ministro degli Esteri Di Maio vede molto più probabile, “aspettiamo la proposta della Commissione europea, ha detto Di Maio, l’Italia non pone veti, da giorni, ha aggiunto, siamo impegnati a diversificare gli approvvigionamenti energetici per non farci cogliere impreparati da eventuali ricatti”. E in qualche modo un avvertimento è arrivato dalla Russia, con il vicepremier che ricorda che per l’Europa è impossibile al momento fare a meno del gas russo, l’Italia ne è altamente dipendente, del resto l’Europa ogni giorno versa un miliardo di euro al governo russo per comprare gas e petrolio, soldi con i quali Putin quasi certamente finanzia l’attacco militare in Ucraina. Lo stop all’importazione danneggerebbe molto le sue azioni militari, ma lascerebbe l’Europa senza energia e petrolio. Anche di questo dovrebbero aver parlato Draghi, Biden, Macron Scholz e Johnson, in una telefonata avvenuta nel pomeriggio in preparazione del vertice Nato di giovedì e della partecipazione di Biden al Consiglio europeo. Dopodomani, draghi riferirà in Parlamento sul prossimo vertice europeo, molto importante proprio per capire se ci sarà un’azione condivisa sia nelle sanzioni che nel definire un tetto nel prezzo del gas.

Istat: l’inflazione è destinata a durare, l’Italia è a rischio stagflazione

(di Massimo Alberti)
Il tema delle sanzioni assume un peso sempre più rilevante nei rapporti tra paesi anti-Mosca, con spaccature importanti. Gli USA vogliono inasprire le sanzioni per bloccare gas e petrolio russi, poco rilevanti nel loro bilancio energetico, ma di cui l’Europa è dipendente. Il tema sarà centrale al consiglio Europeo di giovedì a Bruxelles. L’Europa ipotizza Eurobond per finanziare un tetto al costo di gas e petrolio, che sta mettendo in crisi famiglie ed imprese, ma in cambio la Germania non vorrebbe andare oltre sulle sanzioni. E così il presidente degli USA Biden – che a Washington ne sta parlando con i capi delle più importanti aziende energetiche ha sentito l’omologo Macron, ed i primi ministri di Inghilterra, Germania e Italia per convincerli. Berlino ha già messo le mani avanti dicendo, tramite la propria ministra degli esteri, di non poter fermare le importazioni di gas russo. Con la Germania, l’Italia sarebbe il paese a rimetterci di più dal bando di gas e petrolio russo. Per questo Draghi torna ad essere consultato dai leader mondiali. Interpellato su questo dai giornalisti, si è limitato ad un “vedremo”. Si è esposto invece il ministro Degli esteri di Maio dicendo che l’Italia è disponibile a nuove sanzioni che coinvolgano le materie energetiche. La situazione italiana è delicata: Spread e rendimento dei BTP sono in crescita. Per l’Istat il calo del Pil italiano andrà oltre lo 0,7%, stima a livello globale, e l’inflazione è destinata a durare, materializzando la stagflazione, ovvero l’aumento dei prezzi senza crescita, con un impatto durissimo su un sistema produttivo fragile fatto di lavoro precario e bassi salari. Ora entrerà in vigore il decreto energia, duramente criticato dalle parti sociali per la timidezza del governo nel tassare gli extra-profitti delle imprese, con poche risorse per i bonus sociali sulle bollette e per il taglio delle accise sulla benzina. E le nuove sanzioni potrebbero renderlo ancora più inefficace.

La Giornata della memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie

I 1055 nomi delle persone che hanno perso la vita per la giustizia sono stati scanditi a Napoli e nelle città – non solo italiane – in cui si sono ricordate le vittime innocenti delle mafie.
Giornata della memoria e dell’impegno promossa da Libera e Avviso pubblico.
Il lavoro ed in particolare i diritti sul lavoro sono uno degli antidoti alle mafie – dice al microfono di Lele Liguori il sociologo economico dell’università di Torino Rocco Sciarrone

 

Fine vita, Samantha D’Incà è morta a Belluno dopo 14 mesi di stato vegetativo

È rimasta 14 mesi in stato vegetativo Samantha D’Incà, 30enne di Feltre, in provincia di Belluno. Questa mattina è morta, dopo che i medici della struttura sanitaria in cui era ricoverata hanno sospeso i trattamenti, come richiesto dalla sua famiglia

Nessuno poteva immaginare che per Samantha D’Incà quella caduta, un femore rotto, sarebbe stata l’inizio della fine. Dopo il banale intervento, una gravissima infezione l’aveva mandata in coma. Stato vegetativo, nessuna possibilità di riprendersi, ma forti dolori. Improvvisamente, a 30 anni.
14 mesi fa. In assenza di testamento biologico, il padre Giorgio ha intrapreso una via legale per mettere fine alle sofferenze della figlia. Come Beppino Englaro, grazie a Beppino Englaro sul corpo di Samantha non sono state combattute le battaglie politiche che hanno dilaniato la vicenda di Eluana. E così dopo aver avuto il via libera del magistrato ed essere stato nominato amministratore di sostegno, Giorgio D’Incà ha potuto decidere per la figlia e far sospendere i trattamenti che la tenevano artificialmente in vita.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Prosegue l’aumento delle infezioni da Covid in Italia, anche se la crescita sta rallentando. I nuovi positivi accertati sono oltre 32500, il 14% in più di una settimana fa. I morti nelle ultime 24 ore sono stati 119.
In aumento i ricoverati nei reparti Covid, quasi 300 in più, mentre i pazienti in terapia intensiva sono 4 in meno di ieri.

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    Redazione
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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    quando le piante dei nostri balconi tirano un sospiro di sollievo, perché finalmente qualcuno che la sa lunga ci spiega come e quando bagnarle, come trattarle, reinvasarle, esporle al sole. Ospite della puntata Ambra Pagliari (pianteinveranda su Instagram). A seguire microfono aperto con tutti gli scempi da pollice nero di cui siete e siamo capaci. Con Vittoria Davalli e Alessandro Diegoli

    Poveri ma belli - 01-07-2025

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    E’ morto l’architetto Francesco Borella, per tanti il papà del Parco Nord Milano. Lo ha diretto per venti anni dagli inizi degli anni ‘80, quando lo ha progettato insieme al paesaggista Adreas Kipar. Cava dopo cava, orto spontaneo dopo orto spontaneo, aziende agricole in dismissione dopo aziende agricole a fine ciclo, ha rigenerato e riconesso con percorsi ciclopedonali l’ampia area che tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo si estende a Cusano Milanino, Cormano e ai quartieri milanesi di Affori, Bruzzano, Niguarda e Bicocca. Un parco che negli anni ‘70, quando è stato voluto con le mobilitazioni popolari, sembrava impensabile che potesse avere le presenze che ha il più noto e storico Parco di Monza. Fabio Fimiani ha chiesto un ricordo dell’attuale presidente del Parco Nord di Milano, Marzio Marzorati. Radio Popolare si stringe affettuosamente con un abbraccio ai figli Joanna, Cristiana, Giacomo e Sebastiano Borella.

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    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi. Enrico Gabrielli è stato il secondo ospite che ha raccontato quali sono i suoi vinili di riferimento: polistrumentista, compositore e arrangiatore, ha collaborato con artisti come Muse e PJ Harvey, e fa parte dei gruppi Calibro 35, Winstons e Mariposa (in passato anche negli Afterhours). Complessivamente compare in oltre 200 dischi. Ha anche suonato il flauto traverso nella sigla di Dodici Pollici.

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