Approfondimenti

Il 31 marzo scade lo stato di emergenza, le proteste dei sindaci contro il costo dell’energia e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di giovedì 10 febbraio 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il 31 marzo scade lo stato di emergenza, da quella data le regole sui comportamenti e le restrizioni di libertà individuali verranno via via attenuate. Secondo la commissione di Bruxelles quest’anno l’inflazione sarà del 3,9% nell’intera Unione e del 3,8 in Italia. Stasera migliaia di Comuni spegneranno le luci dei monumenti per protestare contro il costo dell’energia e chiedere al governo un intervento adeguato. In occasione del Giorno del ricordo una circolare del ministero dell’istruzione ha paragonato le vittime delle foibe a quelle della Shoah. Il prefetto di Parigi ha vietato la manifestazione che i convogli della libertà avevano annunciato per venerdì sera, all’arrivo nella capitale. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

L’Italia si prepara ad allentare le restrizioni anti-Covid

(di Alessandro Principe)

Da marzo il green pass sarà attenuato. Lo ha anticipato il viceministro della Salute Costa, senza dare dettagli. Dettagli che al momento sono ancora un cantiere aperto sul tavolo del governo. Ma quel che è certo è che il venir meno delle misure sarà graduale. Ad esempio: l’obbligo green pass potrebbe essere inizialmente revocato per i luoghi aperti, come i tavoli fuori dei ristoranti.
Oggi è il giorno della fine dell’obbligo delle mascherine all’aperto. E’ il segnale tangibile del cambio di passo. A cui si aggiunge, sempre da oggi, la riapertura delle discoteche. I cambiamenti più importanti arriveranno da aprile: il 31 marzo scade lo stato di emergenza e il governo è orientato a non prorogarlo. Tutta la struttura creata in questi due anni verrà progressivamente meno: dal Cts al Commissario Straordinario. Con il conseguente ritorno alle normali competenze di protezione civile e regioni. Altro capitolo è quello dello smart working: il lavoro da casa tornerà a essere definito da accordi tra aziende e lavoratori.
Le regole sui comportamenti e le restrizioni di libertà individuali non discendono direttamente dallo stato di emergenza: non cadono quindi il 31 marzo. Ma verranno anch’esse via via attenuate: il prossimo obbligo che potrebbe cadere è quello delle mascherine anche al chiuso. La decisione più delicata è quella del green pass e dell’obbligo vaccinale per gli over 50. La data chiave qui è il 15 giugno. Giorno in cui scade il decreto che stabiliva l’obbligo vaccinale. E’ possibile che dal primo luglio il governo decida di revocare anche l’obbligo di green pass al lavoro e per la vita sociale, più probabilmente a tappe progressive.

Caro energia e inflazione, le proteste dei sindaci italiani

Negli Stati uniti a gennaio i prezzi sono saliti del 7,5% rispetto allo stesso mese del 2021, l’aumento più forte da 40 anni. Il dato è stato annunciato oggi come quelli che riguardano l’Europa: secondo la commissione di Bruxelles quest’anno l’inflazione sarà del 3,9% nell’intera Unione e del 3,8 in Italia. Stime più alte di quelle diffuse in autunno. Nel nostro paese stasera migliaia di Comuni hanno spento le luci dei monumenti per protestare contro il costo dell’energia e chiedere al governo un intervento adeguato. La settimana prossima il consiglio dei ministri dovrebbe approvare un finanziamento tra i 5 e i 7 miliardi per contenere le bollette di cittadini e aziende. Andrea Monti ha intervistato alcuni negozianti di Milano.

Il fuorionda Fontana-Sala sul Pnrr: “Tutto Sud, Sud, Sud”

Oggi il commissario economico europeo Paolo Gentiloni ha detto che i prezzi dell’energia saranno alti a lungo. L’inflazione fa rallentare la crescita del pil, ma Gentiloni ha aggiunto di aspettarsi che l’economia dell’Unione riprenderà slancio. Per l’Italia ha parlato di previsioni positive legate al Pnrr, il piano di ripresa su cui è in corso un dibattito che riguarda la distribuzione dei fondi. Tutto è partito da uno scambio di battute tra Attilio Fontana e Giuseppe Sala, un “fuorionda” registrato dall’agenzia di stampa LaPresse in cui il presidente lombardo definisce il Pnrr “un casino” e il sindaco di Milano dice: “Sono preoccupato dal fatto che sud, sud, sud…”. Il riferimento è alla divisione dei soldi tra le aree del paese. “Il Pnrr al meridione è un’opportunità anche per il nord”, ha commentato la ministra per il sud Mara Carfagna. Sala ha risposto che è giusto dare al meridione il 40% dei fondi, ma anche che secondo lui alla fine la percentuale sarà maggiore. L’economista Gianfranco Viesti studia il sud da decenni e segue attentamente il Pnrr. Lele Liguori gli ha chiesto se nel complesso il sindaco di Milano ha ragione oppure no.

Giorno del ricordo, la circolare del Ministero paragona le foibe alla Shoah

Una circolare del ministero dell’istruzione in occasione del Giorno del ricordo in memoria delle foibe paragona quelle vittime italiane alla Shoah.
“In quel caso la categoria umana che si voleva piegare e culturalmente nullificare era quella italiana. Poco tempo prima era accaduto alla categoria degli ebrei” – si legge nel documento a firma di Stefano Versari. Versari, ex provveditore dell’Emilia-Romagna ed ex presidente nazionale dell’associazione genitori delle scuole cattoliche, è uno stretto collaboratore del ministro Bianchi. Il ministro ha dovuto telefonare alla presidente dell’associazione delle comunità ebraiche e all’Anpi, scusandosi per il paragone senza senso.
Ma questo episodio, per opera di un uomo non accostabile alla destra, è indice di quanto sia riuscita l’operazione culturale di mettere sullo stesso piano le vittime innocenti di uno sterminio di massa e quelle delle violenze compiute nella guerra di occupazione scatenata dai regimi fascista e nazista – come ci dice il rettore dell’Università per stranieri di Siena Tomaso Montanari


Parigi, la polizia vieta i convogli della libertà

(di Luisa Nannipieri)

I primi sono partiti mercoledì da diverse città del Sud della Francia. Giovedì hanno acceso i motori quelli che vivono a 650 km da Parigi, come in Bretagna. Il convoglio, o meglio i convogli della libertà francesi, nati sul calco di quello canadese, puntano a raggiungere la capitale passando dalle strade secondarie, recuperando più manifestanti possibili lungo il viaggio. Secondo la polizia, si tratta per ora di meno di 2000 persone, ben al di sotto degli oltre 300 mila abbonati che seguono il movimento su Facebook. Ma i partecipanti, tra cui molti ex gilets gialli, sono agguerriti. Si sono riforniti di volantini che chiedono di fermare “il sacrificio dei bambini”, cioè la vaccinazione, o cartelloni che incitano a “recuperare la nostra libertà” e si scambiano sui social itinerari e dritte. Una cartina interattiva mostra i percorsi consigliati o i punti dove ritrovarsi per dormire e fare massa, come il parcheggio di un supermercato o di un ristorante. Nei punti di passaggio, come a Niort, a ovest, sono accolti da folle di curiosi e sostenitori con bandiere francesi e banchetti di viveri. La protesta per ora sembra quasi una scampagnata e ricorda le prime occupazioni delle rotonde dei gilets gialli. Intanto però, il prefetto di Parigi ha vietato la manifestazione che i rappresentanti del movimento avevano annunciato per venerdì sera, all’arrivo nella capitale. La prefettura ha dato delle direttive molto ferme ai poliziotti e ha assicurato che i manifestanti non bloccheranno le strade di Parigi. Un ‘divieto d’accesso’ subito ripreso dalle autorità di Bruxelles, che per alcuni manifestanti dovrebbe essere la destinazione finale della protesta.

La testimonianza di Alessio, l’invasore del derby Inter-Milan

Ha 21 anni, faceva il cameriere nel ristorante di San Siro e dopo l’ennesimo episodio di maltrattamento da parte di un avventore ha deciso di scendere nel campo dove si stava giocando il derby e di invaderlo. Alessio, questo il nome del giovane, ammette di avere sbagliato ma la reazione degli stuart, che l’hanno picchiato quando era già immobilizzato, la giudica eccessiva. Il suo era, spiega ai nostri microfoni, un gesto dimostrativo, l’unico modo perché un ragazzo come lui, precario e sottopagato, potesse farsi ascoltare. Ecco la sua testimonianza.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

In Italia dall’inizio della pandemia sono morte più di 150mila persone.

Con le vittime delle ultime 24 ore, che sono state 325 – la soglia dei 150mila decessi oggi è stata superata. La prima vittima fu il 21 febbraio del 2020, a Vo’ Euganeo, Padova.

Per il resto, i dati di oggi sulla pandemia confermano il calo dei contagi e del peso sugli ospedali. I nuovi contagi sono stati 75mila, sono ancora in diminuzione i ricoveri ordinari e le terapie intensive occupate da pazienti covid. In una settimana – scrive il Gimbe nel suo report – i contagi sono crollati del 28%.

I decessi però sono ancora molti, ogni giorno. Come detto quelli di oggi sono 325. Nell’ultima settimana sono morte 2.487 persone, un dato in leggero calo rispetto ai sette giorni precedenti ma ancora molto pesante.

Nel abbiamo parlato con il virologo Fabrizio Pregliasco

 

 

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