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Boeri: “campus e produzione culturale”

“A Milano non abbiamo mai fatto una politica attenta al mondo degli studenti universitari”.

Lo afferma l’architetto Stefano Boeri in questa intervista a Radio Popolare, interviendo nel dibattito sullo spostamento delle facoltà scientifiche dell’Università di Milano nell’area di Expo. Un trasferimento auspicato dai vertici della Statale, che avrebbe però conseguenze negative sul quartiere di Città Studi, denuncia Boeri.

Il rischio è la desertificazione dell’intera zona, considerato anche il futuro trasferimento del Besta e dell’Istituto dei Tumori a Sesto San Giovanni, sulle aree Falck, dove sorgerà la “città della salute”.

La risposta, secondo Boeri, è controcorrente: investire ancora di più nelle politiche per gli studenti, creando campus e residenze a Città Studi:

“Abbiamo decine di migliaia di studenti universitari, moltissimi fuori sede e non c’è una politica sulle questioni dell’abitare. I costi dell’affitto sul mercato libero sono molto alti e una delle scelte potrebbe essere un campus, una sorta di sistema di collegi ripensato”.

La residenza, però, non è sufficiente per dare vita a un quartiere e per creare opportunità per la città. Secondo Boeri quindi quei luoghi ritrovati dovrebbero essere centri di produzione culturale.

Il futuro di Milano è l’investimento in intelligenza?

Il futuro “è senz’altro quello -afferma Boeri- perché non abbiamo mai pensato a noi stessi come città internazionale, anche se lo siamo. Abbiamo una popolazione di studenti e docenti che non abbiamo mai coinvolto nella vita civile e politica della città. E’ una questione aperta”.

Ascolta l’intervista con Stefano Boeri a cura di Luigi Ambrosio

Stefano Boeri Città Studi

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    Luigi Ambrosio
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