Approfondimenti

Turchia: fallito il colpo di Stato

Dopo una notte di caos il destino dei militari golpisti in Turchia è segnato: il colpo di stato è fallito. Nonostante alcuni scontri siano ancora in corso nella capitale Ankara, il governo di Recep Tayyip Erdogan sembra essere tornato nel quasi completo controllo della situazione.Il bilancio delle vittime è pesante: quasi 200 morti, fra cui 47 civili. Uccisi anche 104 golpisti uccisi, 41 poliziotti e due soldati fedeli al governo. È salito a 1.563 il numero dei militari arrestati per aver tentato un colpo di Stato.

La stessa presenza di Erdogan a Istanbul (ma non, appunto, ad Ankara), dopo che per tutta la notte il presidente turco era stato dato in fuga verso qualche capitale estera, è il segnale che il golpe sia fallito.

Di fronte a una folla che lo ha ascoltato in un comizio improvvisato, Erdogan ha definito il tentativo di colpo di stato un atto di tradimento. “La Turchia ha democraticamente eletto un governo e un presidente”, ha aggiunto Erdogan. “Siamo in carica e continueremo ad esercitare il nostro potere fino alla fine. Non cederemo il paese a questi invasori. Finirà bene”. I responsabili – ha quindi aggiunto il presidente turco – pagheranno “un caro prezzo”.

Tutto è iniziato venerdì sera, quando un gruppo di militari aveva annunciato di aver preso il potere con lo scopo di “ristabilire l’ordine democratico e la libertà”. In realtà si trattava di un tentativo di rovesciare il governo del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, fallito per l’intervento delle forze speciali.

Militari hanno bloccato alcune strade e alcuni ponti e tunnel di Istanbul. Ad Ankara si sono uditi colpi d’arma da fuoco e elicotteri militari che sorvolavano la capitale turca hanno sparato. Colpi anche contro il parlamento e l’edificio dell’intelligence.

I golpisti hanno bloccato i principali ponti sul Bosforo e – secondo il quotidiano The Independent – avrebbero sparato su alcuni manifestanti che cercavano di attraversarlo.

I militari hanno anche fatto irruzione nella sede della TV statale turca. Le trasmissioni sono state interrotte per qualche ora, ma poi l’intervento delle forze speciali ha permesso alle forze governative di riguadagnare il controllo dell’edificio.

I golpisti avevano imposto il coprifuoco in tutto il paese, ma tantissimi turchi sono scesi nelle strade per opporsi al golpe, come aveva chiesto Erdogan collegandosi per telefono con la CNN turca.

Immagini trasmesse dalle televisioni e circolate sui social media hanno mostrato piazze pacifiche piene di manifestanti. Ma ci sono anche video dove si sentono spari, e dove si vedono persone che si accucciano a terra per ripararsi dai colpi. Sembra comunque che una parte dei golpisti si sia rifiutata di sparare sulla folla.

Anche piazza Taksim, a Istanbul, è stata invasa da manifestanti, molti avvolti nella bandiera turca. All’aeroporto di Istanbul, i manifestanti hanno costretto pacificamente i golpisti a ritirarsi, impossessandosi dei terminal e arrivando fino a circondare gli aerei sulle piste dello scalo.

I golpisti non avevano dietro tutte le forze armate. La Marina e una parte dell’Esercito si sono dissociati dal golpe. Jet militari hanno sparato contro elicotteri utilizzati dai golpisti.

I militari ribelli avevano inviato dei messaggi ai giornalisti in cui scrivevano che avrebbero dato al paese una nuova Costituzione perché la democrazia e la laicità dello stato sono stati compromessi.

Ma non hanno ricevuto appoggio dall’esterno. Gli Stati Uniti – con un comunicato del Presidente Barak Obama – si sono subito schierati con il governo eletto del Presidente Erdogan.

Intanto lo stesso Erdogan interveniva alla CNN turca per telefono, attraverso FaceTime, assicurando di avere il controllo della situazione e promettendo una punizione severa per i golpisti.

Erdogan ha anche accusato il movimento del suo rivale Fethullah Gulen – predicatore e politologo turco che vive negli Stati Uniti – di essere dietro il colpo di Stato.

Alcuni minuti prima il premier turco Binali Yildirim aveva annunciato: “Faremo tutto il possibile perché prevalga la democrazia. Il colpo di stato non riuscirà e i responsabili saranno puniti”. E ancora: “Le nostre forze useranno la forza contro la forza”.

Determinante per far fallire il golpe è stata anche la fedeltà della polizia al governo. Negli ultimi anni Erdogan ha dotato la polizia di armi e blindati – facendone quasi un corpo militare – e l’ha riempita di ufficiali fedeli.

 

 

 

 

  • Autore articolo
    Michela Sechi
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 05/05 07:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 05-05-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 05/05 09:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 05-05-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 05/05/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 05-05-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 05/05/2025 delle 07:14

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 05-05-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di lunedì 05/05/2025

    Anna Momigliano, corrispondete di Haaretz e autrice di "Fondato sulla sabbia. Un viaggio nel futuro di Israele" (Garzanti) analizza l'annuncio di "allargamento" delle operazione militari a Gaza: il governo Netanyahu si prepara all'occupazione e a rispondere all'attacco al suo aeroporto accusando l'Iran. Charlotte Matteini, giornalista esperta di temi del lavoro, ha risposto agli annunci di lavoro per l'estate tra mare e montagne, ristoranti e alberghi, e ha trovato la solita opacità, salari bassi, condizioni ambigue, poco rispetto del contratto nazionale e tanta approssimazione, ricordiamo il suo libro “Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione)” per Cairo editore. Lorenza Ghidini, la Direttrice di Radio Popolare, spiega la necessità della nostra informazione e del vostro sostegno per mantenerla libera e indipendente.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 05-05-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di lunedì 05/05/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 05-05-2025

  • PlayStop

    Rights now di lunedì 05/05/2025

    Numero monotematico sul Festival dei Diritti Umani, dal 5 al 7 maggio. Al suo interno interviste a Volker Turk, alto rappresentante per i diritti umani dell’Onu e a Dan Smith, direttore dell’Istituto Sipri di Stoccolma.

    Rights now – Il settimanale della Fondazione Diritti Umani - 05-05-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Giornali e commenti di lunedì 05/05/2025

    La mattina inizia con le segnalazioni dai quotidiani e altri media, tra prime pagine, segnalazioni, musica, meteo e qualche sorpresa.

    Presto Presto – Giornali e commenti - 05-05-2025

  • PlayStop

    Reggae Radio Station di domenica 04/05/2025

    A ritmo di Reggae Reggae Radio Station accompagna discretamente l’ascoltatore in un viaggio attraverso le svariate sonorità della Reggae Music e sicuramente contribuisce non poco alla diffusione della musica e della cultura reggae nel nostro paese. Ogni domenica dalle 23.45 fino alle 5.30 del lunedì mattina, conduce Vito War.

    Reggae Radio Station - 04-05-2025

  • PlayStop

    Prospettive Musicali di domenica 04/05/2025

    In onda dal 2001, Prospettive Musicali esplora espressioni musicali poco rappresentate. Non è un programma di genere, non è un programma di novità discografiche, non è un programma di classici dell’underground, non è un programma di gruppi emergenti. Ma è un po’ tutte queste cose mischiate insieme dal gusto personale dei conduttori. Ad alternarsi in onda e alla scelta delle musiche sono Gigi Longo e Fabio Barbieri, con un’incursione annuale di Alessandro Achilli che è stato uno storico conduttore del programma.

    Prospettive Musicali - 04-05-2025

  • PlayStop

    News della notte di domenica 04/05/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 04-05-2025

  • PlayStop

    La sacca del diavolo di domenica 04/05/2025

    “La sacca del diavolo. Settimanale radiodiffuso di musica, musica acustica, musica etnica, musica tradizionale popolare, di cultura popolare, dai paesi e dai popoli del mondo, prodotto e condotto in studio dal vostro bacicin…” Comincia così, praticamente da quando esiste Radio Popolare, la trasmissione di Giancarlo Nostrini. Ascoltare per credere. Ogni domenica dalle 21.30 alle 22.30.

    La sacca del diavolo - 04-05-2025

Adesso in diretta