Approfondimenti

Il premio Sakharov 2021 va a Navalny, il nemico numero uno di Putin

Quando Andrei Sakharov lavorava all’Istituto di Fisica dell’Accademia sovietica delle scienze, escogitò un sistema che sfruttasse i principi sia della fusione sia della fissione nucleare per la costruzione delle bombe atomiche. Il suo contributo nella progettazione della cosiddetta “Bomba zar”, la bomba a idrogeno sovietica, fu fondamentale. Non rinnegò mai l’apporto che il suo lavoro di fisico diede alla nascita di una delle scoperte più distruttive e pericolose nella storia dell’uomo, ma impegnò metà della sua vita a cercare di rimediare. Da fisico, divenne dissidente, si batté
contro la guerra, per la pace e per i diritti umani. Fondò un’associazione per difenderli, e nonostante le pressioni ricevute dal regime sovietico, lottò con tutte le sue forze per la liberazione dei prigionieri politici e di tutte le persone che venivano private dei diritti fondamentali. Nel 1975, i suoi sforzi vennero premiati con il Nobel per la pace per avere reso evidente come: “l’inviolabilità dei diritti umani offra l’unica vera base per una cooperazione internazionale autentica e duratura”.

L’Unione Sovietica non gli consentì di viaggiare all’estero per ricevere il premio, che fu ritirato a Oslo dalla moglie, Yelena Bonner. La stessa, che dopo la morte del marito, continuò a combattere la battaglia che li aveva uniti e che era costata a entrambi l’esilio. In onore di Sakharov, venne creato il premio che porta il suo nome, il più importante riconoscimento per i diritti umani nel vecchio continente, che viene assegnato ogni anno dal Parlamento Europeo. Premio che, oggi, è stato assegnato ad Alexei Navalny, il principale e più famoso esponente dell’opposizione al regime di Vladimir Putin in Russia. Navalny è detenuto in Russia dallo scorso gennaio. Era stato arrestato dopo essere tornato nel suo Paese dalla Germania, dove si trovava per curarsi da un grave avvelenamento che, secondo le inchieste, era stato organizzato dai servizi di sicurezza russi. A prima vista, potrebbe sembrare semplice avvicinare la biografia di Sakharov a quella di Navalny. Ma come la storia non è mai bianca o nera, così i giudizi sull’operato delle persone devono essere ben ponderati, perché l’indignazione – giusta e sacrosanta – rischia a volte di rendere ciechi e di santificare qualcuno senza approfondire la sua figura.

“Basta dar da mangiare al Caucaso”, “A volte la deportazione è la soluzione migliore”, e ancora “I gay della regione di Kirov sono rappresentati principalmente da froci”. Sono solo alcune delle dichiarazioni fatte, negli anni, da Navalny. Anti immigrazione, anti diritti lgbt e carico di discorsi d’odio nei confronti del Caucaso del nord e della Cecenia, devastata da quella stessa guerra denunciata con forza da Sakharov e da sua moglie Bonner. Navalny è, di fatto, un nazionalista. E in quanto tale, un’ampia porzione della sua ideologia e impregnata di razzismo, omofobia e
xenofobia. L’accanimento di Putin contro il suo principale oppositore è da condannare senza opposizione. La sua prigionia rientra perfettamente all’interno della repressione dei diritti umani che il regime russo porta avanti sistematicamente, ma il fatto che lui ne faccia parte, non significa – automaticamente – che Navalny sia un paladino dei diritti umani, un eroe da santificare e mitizzare. E il fatto che l’Unione europea non sia riuscita a trovare nemmeno una persone più meritevole di lui del premio più importante per i difensori dei diritti umani, in un anno come questo, un po’ fa pensare.

Foto | Un graffito dedicato ad Alexei Navalny a Ginevra, in Svizzera

  • Autore articolo
    Martina Stefanoni
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 06/11 07:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 06-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 06/11 10:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 06-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 06/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 06-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 06/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 06-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Un panorama silvano, la grande opera di Giovanni Frangi a Palazzo Citterio

    “FRANGI. Nobu at Elba Redux”, la monumentale installazione di Giovanni Frangi installata nella Sala Stirling in Palazzo Citterio a Brera, è un ambiente che avvolge il visitatore con grandi tele dipinte che danno l’impressione di trovarsi immersi in un panorama silvano alla luce della luna. Nell’ambiente anche sculture in gommapiuma bruciata che assomigliano a tronchi trascinati dalla corrente. L’opera fece la sua prima apparizione vent’anni fa alla Scuderia Grande di villa Panza a Varese e ora a Palazzo Citterio viene proposta in un nuovo allestimento a cura di Francesco Librizzi: un grande sipario luminoso in metallo nasconde o protegge l’opera rendendo così più sorprendente il primo sguardo, come una scoperta. Di fianco poi si incontra una galleria di foto che mostrano sensazioni e momenti che hanno accompagnato la nascita del lavoro. In mostra abbiamo incontrato l’artista Giovanni Frangi e poi Francesco Librizzi che ha curato l’allestimento. Ascolta il servizio con le interviste di Tiziana Ricci.

    Clip - 06-11-2025

  • PlayStop

    Pubblica di giovedì 06/11/2025

    Un anno di Trump (dopo i primi quattro dal 2016). Il 6 novembre 2024 il tycoon veniva rieletto alla Casa Bianca con una maggioranza risicata, poco più di 2 milioni di voti su 156 milioni di schede votate. In un anno Trump ha trasformato il declino di una superpotenza - gli Stati Uniti degli ultimi anni - in una forza aggressiva contro paesi e principi che erano stati amici dal dopoguerra ad oggi. Trump e il tramonto della relazione privilegiata americana con l’Europa; Trump e il tramonto delle garanzie democratiche dello stato di diritto. Nel primo anniversario del ritorno di Trump alla Casa Bianca è arrivata l’elezione del sindaco di New York Zohran Mamdani. Ecco un passaggio del suo discorso della vittoria: «la saggezza convenzionale direbbe che sono ben lontano dall’essere il candidato perfetto. Sono giovane, nonostante i miei sforzi per invecchiare. Sono musulmano. Sono un socialista democratico. E, cosa ancora più grave, mi rifiuto di chiedere scusa per tutto questo». Pubblica ha ospitato Ida Dominijanni, giornalista e saggista, fa parte del direttivo del Centro per la Riforma dello Stato. Ha insegnato filosofia politica e teoria femminista all’università di Roma Tre ed è stata ricercatrice alla Cornell University (NY).

    Pubblica - 06-11-2025

  • PlayStop

    Alla Cop l'assemblea dei popoli chiede giustizia climatica

    A Belèm in Brasile lunedì si apre la Cop30 per il clima per cercare di tenere insieme la lotta al riscaldamento globale sotto i colpi del negazionismo di Trump e delle guerre; insieme alla Cop nella città amazzonica si riuniscono migliaia di rappresentanti di movimenti e organizzazioni sociali per elaborare proposte sulla crisi climatica, a partire da quelle relative all'Amazzonia e ai popoli che la abitano. Si chiama Cupola dos Povos ovvero "cupola dei Popoli", e non è la prima volta che si riunisce anzi, è una tradizione. Come ci racconta una delle leader del movimento indigeno brasiliano Sila Mesquita Apurina intervistata da Sara Milanese.

    Clip - 06-11-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di giovedì 06/11/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 06-11-2025

  • PlayStop

    DARIO MARTINELLI - ANCHE HITLER ERA VEGANO

    DARIO MARTINELLI - ANCHE HITLER ERA VEGANO - presentato da Cecilia Di Lieto

    Note dell’autore - 06-11-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di giovedì 06/11/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 06-11-2025

  • PlayStop

    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei

    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei “A Gaza mancano cibo e rifugi, bisogna aprire il valico di Rafah”: è l’ennesimo appello che l’Onu rivolge a Israele. A quasi un mese dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, nella Striscia entra ancora solo una minima parte degli aiuti previsti; le agenzie umanitarie denunciano che Israele impedisce l’ingresso anche a tende, coperte e rifugi. I palestinesi della Striscia, in gran parte sfollati, non sono in condizione di affrontare la stagione fredda che si avvicina. L’esercito però, in violazione del cessate il fuoco, continua l’opera di demolizione degli edifici: dall’alba sono in corso raid aerei sui quartieri orientali di Gaza City. A livello diplomatico intanto gli Stati Uniti, intanto, portano avanti il loro piano per Gaza presso il consiglio di sicurezza dell’Onu: nelle scorse ore la risoluzione che autorizza la Forza internazionale di stabilizzazione è stata presentata anche ai paesi arabi coinvolti nel processo di mediazione tra Hamas e Israele. Da Deir al Balah, la testimonianza di Nicolò Parrino, responsabile logistica di Emergency a Gaza, intervistato da Chawki Senouci.

    Clip - 06-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di giovedì 06/11/2025

    I fatti del giorno analizzati dai nostri esperti, da studiose e studiosi. I protagonisti dell'attualità intervistati dai nostri conduttori.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 06-11-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di giovedì 06/11/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 06-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di giovedì 06/11/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 06-11-2025

Adesso in diretta