Approfondimenti

I vaccini a 21 velocità, il blocco degli sfratti, Amazon che non paga le tasse e le altre notizie della giornata

vaccino

Il racconto della giornata di martedì 4 maggio 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Salgono ancora i morti per Covid, diminuiscono invece i contagi: si vedono i primi risultati delle campagna vaccinale, ma un netto miglioramento si potrà avere solo a giugno. Intanto le vaccinazioni vanno a 21 velocità, con grandi differenze tra una regione e l’altra. Anche sul rispetto della priorità nelle categorie c’è l’anarchia. Per superare l’ostruzionismo della Lega sul Ddl Zan, l’idea è arrivare direttamente in Aula, ma per saltare la commissione ci vuole un voto.  E la maggioranza, senza Italia Viva, non c’è. Andare in pensione a 62 anni oppure a 41 di contributi è la proposte di Cisl e Cgil. Record di incassi per Amazon durante la pandemia, eppure non ha pagato tasse. Infine, i dati di oggi sull’andamento dell’epidemia da COVID in Italia.

Regione che vai, vaccino che trovi

(di Diana Santini)

Una campagna vaccinale non a due ma a 21 velocità, tante quante sono le regioni e province autonome alle prese con l’immunizzazione di massa. Se in Toscana solo un ottantenne su 20 non ha ancora ricevuto il vaccino, in Sicilia è un ottantenne su 3 a non essere ancora protetto. Con percentuali più basse lo schema si ripete nella fascia d’età 70-80 anni per ribaltarsi completamente negli under 70, dove sono le regioni fanalino di coda nelle fasce più esposte a guidare la classifica. La Sicilia per esempio, ultima per anziani vaccinati, ha appena annunciato l’apertura delle prenotazioni agli ultracinquantenni. Non è solo una questione di capacità: c’è anche da scontare la diffidenza della popolazione nei confronti di Astrazeneca. E poi c’è un fatto di organizzazione: ogni regione ha un suo sistema, e declina il piano nazionale come può e come riesce. Con l’effetto di vistose differenze, qualche ingiustizia e piccoli margini di privilegio. I cittadini del Lazio, per esempio, possono di fatto scegliere, all’atto della prenotazione, quale vaccino fare. La prassi va contro le linee guida nazionali dell’aifa, ma tant’è. E’ stato così anche in Veneto, fino a qualche settimana fa, l’introduzione di un portale unico di prenotazione ha poi eliminato questa possibilità. A proposito di portali: quello delle poste, che ha tirato fuori dalle secche delle prime settimane la Lombardia, è usato anche da altre cinque regioni, mentre le altre fanno da sè, sommando anche più di un canale alla volta. 21 sistemi e 21 accordi anche per le vaccinazioni nelle farmacie e somministrate dai medici di base, col risultato, come denuncia oggi la Federazione dei medici, che “mancano le condizioni perchè la categoria possa concretamente dare il proprio apporto alla campagna”.

Ma perché le vaccinazioni sono così lente?

(di Andrea Monti)

In Italia il grosso delle vaccinazioni anticovid viene fatto tra il mercoledì e il venerdì. Se nei fine settimana un rallentamento può essere più comprensibile, colpisce soprattutto il fatto che anche di lunedì e martedì si fatichi ad accelerare. La tendenza è rimasta costante per tutto il mese di aprile ed è da capire se si confermerà anche nel corso di maggio. Luciano Fassari, giornalista di Quotidiano sanità, ha parlato della questione con la regione Lazio.

Altrove il problema sembra essere legato alle consegne, alla distribuzione dei vaccini. Fabio Voller coordina l’Osservatorio di epidemiologia dell’Agenzia regionale di sanità toscana

Le spiegazioni quindi variano a seconda delle zone d’Italia, ma se si confrontano i dati delle singole regioni dal lunedì al venerdì l’andamento è piuttosto omogeneo e sostanzialmente rispecchia quello nazionale. La sintesi complessiva è quella di una macchina vaccinale che finora nel nostro paese ha faticato ad andare a pieno regime per più di tre giorni alla settimana.

Ddl Zan, l’idea di Maiorino per bypassare la commissione Giustizia

(di Michele Migone)

La battaglia sulla Legge Zan al Senato è iniziata. Ieri la prima mossa, quella del leghista Ostellari. Oggi, la contromossa dei fautori dell’approvazione del DDL.
Per evitare l’ostruzionismo della Lega e il rischio di modifiche che possano affossare la legge, la senatrice dei 5 Stelle Alessandra Maiorino ha iniziato la raccolta firme per la procedura d’urgenza per il DDL Zan. In pratica, Maiorino vuole bypassare la discussione in commissione Giustizia, dove la legge sarà ostaggio del presidente, il leghista Andrea Ostellari, per andare direttamente in aula e costringere tutti i partiti a giocare a carte scoperte. Il passaggio diretto in aula però non è automatico. Ci vuole un voto per saltare l’iter in commissione. E non è detto che ci sia una maggioranza per ottenerlo. Il braccio di ferro è appena iniziato.
Sulla carta, Movimento Cinque Stelle, Liberi e Uguali e il PD sono favorevoli ad approvare il disegno di legge così come è stato licenziato dalla Camera. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia sono contrari. In mezzo c’è Italia Viva che dopo aver votato a favore della legge a Montecitorio, quando il ddl è approvato al Senato, ha cambiato idea e ha annunciato di voler approvare alcune modifiche al provvedimento. Se il partito di Matteo Renzi si dovesse schierare ufficialmente con la Destra, non ci sarebbero i numeri per approvare prima la procedura d’urgenza e poi il testo in commissione o in aula. A questo, si aggiungono alcune perplessità e tentennamenti dentro il PD. Non tutto il partito è favorevole alla Legge Zan, qualcuno lo critica da sinistra, qualcuno d’altro da destra. L’atteggiamento dei vertici del PD al Senato sembra molto prudente più teso verso una mediazione con le altre forze politiche – che di fatto affosserebbe la legge – che a fare le barricate per difendere il testo così come è.

Le nuove proposte dei sindacati per la pensione


Oggi Cgil, Cisl e Uil hanno presentato una serie di proposte unitarie sul tema delle pensioni. Al centro dell’attenzione c’è una domanda: cosa succederà dall’inizio del prossimo anno, quando quota 100 non sarà più in vigore? Sentiamo Domenico Proietti, segretario confederale della Uil con delega alle politiche previdenziali.

Il blocco degli sfratti è dimezzato

(di Massimo Alberti)

Servirebbe più coraggio e passi più decisi nella tutela delle fasce deboli, ma il governo continua a centellinare gli aiuti e a tenere sul filo milioni di persone, con un occhio molto attento ad imprese e proprietari. La proroga del blocco degli sfratti per morosità involontaria è a metà: fino al 30 settembre per i provvedimenti decisi fino al 30 settembre 2020, fino al 30 dicembre per quelli decisi fino al 2021. Via libera invece a buttare le persone fuori di casa per i provvedimenti decisi prima della pandemia. Sui circa 100mila sfratti programmati, si salveranno circa la metà. Esulta la Lega, che deve però fare i conti con lo scontento delle associazioni di proprietari. La motivazione del governo non è esattamente umanitaria: “sfratti graduali per evitare ingorghi della macchina organizzativa”. Insomma, vi buttiamo fuori un po’ alla volta perché tutti insieme non ce la facciamo. Una bomba sociale che esplode pezzo per pezzo. Non va meglio sugli altri fronti: il reddito di emergenza è stato rifinanziato per soli 2 mesi, a fronte di una platea triplicata: dai 335mila di dicembre, agli oltre un milione stimati dal governo. al Il blocco dei licenziamenti scade a fine giugno per i lavoratori con cassa ordinaria e straordinaria, concentrati in industri ed edilizia, ed al 31 ottobre per la cassa in deroga soprattutto nel terziario. Dati alla mano, tra luglio e novembre 100mila lavoratori rischiano di perdere il posto andando ad allargare la schiera di disoccupati e precari. I sindacati chiedono la scadenza di ottobre per tutti, il governo si oppone. C’è infine la cassa integrazione, rifinanziata a seconda dei casi fino a dicembre. L’Inps dichiara di aver pagato il 99% delle circa 3800000 domande. Il problema però è per quei settori scoperti dalla cassa ordinaria – piccole e micro imprese, sotto i 15 e 5 dipendenti, settori come cultura e spettacolo – che con la fine della cassa covid rischiano di rimanere scoperti. Anche da qui la richiesta del sindacato di non interrompere il blocco dei licenziamenti. I dati su disoccupazione e povertà crescenti inquadrano bene il contesto negativo. Per ora l’intervento del governo è un cerottino, ma c’è una ferita da curare perché non si allarghi come sta accadendo.

Amazon ha guadagnato miliardi, ma non paga le tasse

(di Chawki Senouci)

La filiale lussemburghese di Amazon gestisce le vendite per Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna e Svezia. Nel 2020 Amazon ha registrato in questi paesi vendite record per 44 miliardi di euro, ma non ha dovuto pagare l’imposta sulle società al Lussemburgo perché ha dichiarato perdite per 1,2 miliardi di euro. Non solo, ad Amazon sono stati concessi 56 milioni di euro di crediti d’imposta da poter utilizzare per compensare eventuali future tasse in caso di utile. Ma come fa un colosso che fattura 44 Mld in un anno a chiudere in negativo? Il perché sta nel frase attribuita all’allora premier del granducato Jean Claude Junker, quando incontrò nel 2003 Bob Comfort, responsabile fiscale di Amazon fino al 2011. “Se incontri problemi che non sei essere in grado di risolvere, per favore torna e dimmelo. Cercherò di aiutarti”. Come ha rivelato l’inchiesta Luxleaks, Junker, diventato poi presidente della Commissione europea, ha permesso a 340 multinazionali di eludere tasse per miliardi di euro. Per fare un esempio, questa pratica all’Italia costa 26 miliardi di mancati incassi all’anno.

Le timide prove di normalità dei teatri

(di Ira Rubini)

Aprire sì, aprire no. Non tutte le sale teatrali o da concerto riapriranno questa settimana, qualcuno attende un po’, molti piccoli spazi non riprendono proprio, la stagione è troppo avanti e con il contingentamento gli spettatori sarebbero troppo pochi perché il gioco valga la candela. Eppure l’emozione c’è. Al Piccolo Teatro Studio Melato debutta la grande Maria Paiato in “Ladies Football Club” di Stefano Massini. Riapre l‘Elfo Puccini, con il popolarissimo “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” in cui l‘eroe è un ragazzino con la sindrome di Asperger, e con il nuovo spettacolo della compagnia Eco di Fondo, che porta in scena una Antigone ispirata a Ilaria Cucchi. Riapre l‘Astra di Torino, con l‘atteso “Sorelle” di Pascal Rambert. Riaprono Roma e Napoli, Brescia e Bologna. Insomma, in scena vanno per ora timide prove di normalità.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

(di Massimo Alberti)

I dati di oggi sulla diffusione del coronavirus. Torna a salire oltre 300 il numero dei morti, 305 registrati nelle ultime 24 ore. Poco più di 9 mila i contagi che proseguono una graduale discesa. 136 gli ingressi in terapia intensiva, con complessivamente, 67 posti occupati in meno con 6 regioni che restano oltre la soglia critica del 30%. Quando inizierà a scendere nettamente il numero dei morti? Dipenderà dall’andamento dei contagi, e da quello dei vaccini.

L’azzardo del governo sull’anticipo delle riaperture, col coro di critiche preossché unanime della comunità scientifica, sta tutto qui. Nella speranza che la corsa al vaccino sia più veloce di quella del virus. E’ un gioco di pericolosi bilanciamenti in cui il tempo è fondamentale. L’incidenza dei vaccini già si intravede nei dati, soprattutto nel calo di contagi nelle fasce, come i sanitari, che hanno ultimato la vaccinazione e nei soggetti di età maggiore o uguale a 80 anni, sottolinea l’ISS. Dall’altra parte però ci sono le varianti, più trasmissibili, che favoriscono l’incidenza del virus. Il contesto è quello di un rt che ha ripreso a crescere, di circa 150 casi settimanali ogni 100mila abitanti, tanti, di terapie intensive poco sotto alla soglia critica, e di una campagna vaccinale che dopo il picco dei 500mila è di nuovo scesa. Il problema riguarda la fascia sopra i 70 anni, la cui copertura è poco sopra il 60%, la ragione per cui gli scienziati chiedevano di attendere almeno un paio di settimane prima di riaprire.

E’ probabile dunque che, al risalire della curva dei contagi, si vedranno andamento diversi delle curve su base territoriale: dove si è vaccinato di più ad un aumento dei contagi non corrisponderà un aumento proporzionale della mortalità. Secondo Amerigo Cicchetti, del centro studi dell’università cattolica, la svolta potrebbe vedersi verso fine maggio: con un drastico abbassamento dell’età media dei contagiati, una stabilizzazione delle terapie intensive, e più avanti anche sul fronte dei decessi, ma quella soglia di stabilità dipenderà appunto anche da quanto nelle prossime settimane cresceranno i contagi. E’ nella sostanza quel calcolo della fondazione kessler, fornito al governo, secondo cui si rischia di arrivare a luglio ancora con 2-300 morti al giorno per la fretta con cui si è riaperto. Un equilibrio delicatissimo sulla vita delle persone, a cui per saltare basta veramente poco.

FOTO | I servizi di scorta per i trasferimenti dei vaccini Pfizer/Biontech arrivati in Italia da Lipsia

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