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La città che pensano Sala e Majorino

Il sociale come riscatto secondo l’assessore ai Servizi sociali Pierfrancesco Majorino, la città come opportunità per il commissario a Expo Giuseppe Sala. È probabilmente questa la differenza emersa nel primo dibattito per le primarie del centrosinistra di Milano, al quale hanno partecipato solo due dei cinque aspiranti candidati, il 12 gennaio scadono i termini per la raccolte firme.

È stato molto partecipato e caloroso il confronto, durato poco meno di un’ora e quaranta minuti, con Sala e Majorino – quest’ultimo un po’ di più – che hanno fatto fatica a rispettare i tre minuti decisi dall’organizzazione per rispondere alle domande del sociologo Aldo Bonomi, del direttore del sito Gli Stati Generali, Jacopo Tondelli, e di Lorenza Ghidini di Radio Popolare.

Nella sala più grande del cinema Anteo, che non è riuscita a contenere tutti i simpatizzanti e militanti, non si poteva non parlare dell’industria audiovisiva come opportunità di sviluppo, un impegno chiesto e ottenuto dai due candidati dal patron del multisala e produttore cinematografico Lionello Cerri.

Sia Sala che Majorino hanno concordato sul lasciare fuori dalla prossima amministrazione di Palazzo Majorino chi attualmente è all’opposizione, mentre le posizioni sono state più sfumate sul ruolo in città di Comunione e Liberazione, sottolineato ancora prima delle risposte dal disappunto rumoroso del pubblico nel cinema.

La differenza maggiore tra i due esponenti del centrosinistra milanese è emersa nell’idea di Majorino che il riscatto delle periferie inizi dal riuso dei quasi diecimila alloggi pubblici ancora sfitti, di cui un terzo comunali e i rimanenti della Regione. Secondo l’assessore ai Servizi sociali quella è un’opportunità di sviluppo e riscatto. Per Sala anche, ma con una sfumatura maggiore sulla necessità di rispondere a chi vive o arriva a Milano in cerca di opportunità. In questo i due candidati si sono ritrovati sulla necessità di riformare la burocrazia comunale.

Majorino ha anticipato i nomi di due possibili assessori, una riconferma alla Cultura per Filippo Del Corno e la ginecologa Alessandra Kustermann, entrambi suoi sostenitori, mentre Sala ha fatto il nome dell’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli.

Altra differenza tra i due, il rapporto con il presidente del Consiglio e segretario del partito democratico Matteo Renzi, più conflittuale per l’iscritto al Pd Pierfrancesco Majorino, più dialogante per Giuseppe Sala. Entrambi hanno però concordato sulla necessità che ci sia una maggiore attenzione del governo per Milano.

La campagna delle primarie è entrata nel vivo e nei prossimi giorni ci saranno ulteriori dibattiti tra i candidati.

  • Autore articolo
    Fabio Fimiani
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    La mostra alla Fabbrica del Vapore di Milano, attraverso le opere di grafica di tre dei suoi massimi protagonisti: Pablo Picasso soprattutto, Joan Miró e Salvador Dalí, propone un percorso espositivo diviso i cinque sezioni. Il filo conduttore che unisce i loro percorsi artistici è il Surrealismo, inteso come corrente ma anche come mezzo privilegiato di espressione dell’inconscio e dell’identità individuale. In mostra il visitatore non troverà le opere pittoriche più significative, ma viaggierà sempre in prima classe con le grafiche e i disegni. Ascolta il servizio di Tiziana Ricci.

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