Approfondimenti

“Raqqa è distrutta, bisogna ricostruire”

Un Ponte per... Raqqa

La Ong “Un Ponte Per…” è attiva dai primi anni ’90 in Medio Oriente e in questi ultimi dodici mesi ha ripristinato un pronto soccorso a Raqqa, la capitale dell’autoproclamato Califfato dell’ISIS conquistata dalle forze curde e arabe negli ultimi mesi del 2017 grazie anche ai bombardamenti della coalizione guidata dagli Stati Uniti.

La città è rasa al suolo, oltre 100.000 persone sono comunque rientrate, con problemi gravissimi sanitari e di ripresa della vita. Nonostante gli sforzi dell’esercito SDF per lo sminamento e un modello di democrazia proposto dai curdi, diffidenze, distruzione e nuove tensioni crescono.

Claudio Jampaglia ha intervistato il direttore dei programmi dell’Ong, Domenico Chirico, a Giorni Migliori.

Noi siamo presenti a Raqqa da un anno, da quanto è cominciata la battaglia per riprenderla all’ISIS. Mettemmo su dei centri sanitari di emergenza fuori dalla città ed eravamo solo due attori sanitari presenti, “Un Ponte per…” con “Mezza Luna Rossa” curda e un’altra Ong. Da lì scappavano le persone e questi centri sanitari di emergenza davano le prime cure, la cosiddetta stabilizzazione, per poi portare le persone verso gli ospedali della zona nord della Siria. Da lì poi, finita la battaglia, siamo entrati subito in città e abbiamo costruito questo centro sanitario. Il dato importante da capire è che i siriani sono distrutti da anni di guerra e quindi c’è stato un ritorno di persone oltre ogni aspettativa nella città di Raqqa. Finita la battaglia sono rientrate immediatamente 100mila persone – e parlo di ottobre-novembre-dicembre 2017 – con una città completamente minata. I nostri dati parlavano di 2-300 persone ogni mese vittime di ordigni inesplosi nella città. Questo a fine anno, con nessun attore che potesse procedere allo sminamento se non i militari o alcune ditte private. Una città distrutta, completamente bombardata. C’è stato un rapporto molto interessante di Amnesty sul bombardamento di Raqqa, che è simile a quello di Berlino: c’è stato un numero di bombe superiore a moltissime guerre simili, non battaglie singole.

Tra l’altro ho notato che anche tra le file del dibattito curdo ci sono segnali della disillusione e del rammarico per come è stata distrutta Raqqa anche nelle file interne dei vincitori.

Il problema è proprio questo. La distruzione non facilita la ricostruzione. Noi abbiamo messo su questo piccolo centro sanitario, ce ne sono tre in tutta la città in questo momento e 147mila persone sono rientrate. Noi ci occupiamo anche di servizi di maternità e molto altro e abbiamo ambulanze che portano le persone in ospedali più attrezzati, però c’è il deserto intorno. Anche dal nostro centro sanitario si vede una città distrutta e ogni giorno ci vengono a chiedere servizi sanitari di base fino a 200-300 persone. Accanto al centro sanitario che abbiamo già stiamo cercando di costruire un vero e proprio reparto di maternità nel compound dell’ospedale di Raqqa, che è stato anche quello raso al suolo completamente. Noi con fondi italiani stiamo cercando di ricostruire proprio il reparto di maternità di quell’ospedale, ma intanto abbiamo una clinica fuori. Quello che dicevi è che il problema rimane questo: c’è un livello di tensione altissimo in città. Una tensione sia endogena che esogena. Ci sono stati dall’inizio di luglio scontri fortissimi e attentati contro le forze dell’Esercito che unisce curdi e arabi e la milizia locale “Brigata Rivoluzionaria di Raqqa” finché non sono stati arrestati quasi tutti i capi militari di questa milizia. Poi c’è stata anche una protesta delle mogli di questi miliziani arrestati. Insomma, c’è fortissima tensione sia di una città araba che si vede governata da una maggioranza curda – quindi ci sono una serie di poteri locali che non gradiscono nonostante lo sforzo enorme da parte dei curdi, che prima erano il 10% della popolazione, di creare un sistema democratico e partecipativo – poi ci sono forze esterne che minano la stabilizzazione. Ci sono sia una parte del vecchio governo di Raqqa o interessi da parte di Damasco o ancora pezzi di ISIS ancora in giro. La città, insomma, oltre ad essere distrutta e a non avere servizi, è anche il centro di una conflittualità che rispecchia la situazione siriana in generale. È estremamente difficile operare a Raqqa, gli allarmi di sicurezza sono continui, noi le nostre distribuzioni le abbiamo dovute rimandare quattro volte nonostante fossero state concordate coi capi quartiere e con tutta la popolazione.

Immaginiamo interventi molto complessi quindi. Dal vostro osservatorio quali sono i punti più dolenti in questo momento e qual è il segnale di speranza, se c’è?

Noi siamo un po’ più avanti con un lavoro di riconnessione della società nella zona di Mosul, più che di Raqqa. Raqqa è troppo distrutta ora per poter andare oltre i servizi di base, però l’idea nel nostro piccolo è lavorare sia sul dialogo tra le varie comunità – è necessario perchè vivevano insieme prima e dovranno vivere insieme anche domani – e ristabilire un livello minimo di servizi di base e lavorare sui traumi che sono enormi. Le tre cose insieme vanno seguiti non soltanto da noi, ma da tutte quelle che sono le organizzazioni e le forze vive della società civile locale che vanno rafforzate nelle loro capacità, così da provare a riconnettere un tessuto di coesistenza civile, è l’unica strada che hanno davanti. In più, nel caso di Raqqa, è necessario anche facilitare tutte quelle che sono le istanze di convivenza e dialogo tra le varie popolazione, in questo caso tra curdi e arabi. I curdi sono i primi che stanno cercando di farlo, ma la questione è molto complessa perchè c’è una guerra in corso e ci sono delle forze in campo che sono anche internazionali e che minano un po’ il discorso di riconciliazione.

Un Ponte per... Raqqa
Foto di Cudi Xani dalla pagina FB dell’Ong Un Ponte per… https://www.facebook.com/unponteper/
  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 15/09 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 15-09-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 15/09 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 15-09-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 15/09/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 15-09-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 15/09/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 15-09-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    From Genesis To Revelation di lunedì 15/09/2025

    "From Genesis to Revelation" è una trasmissione radiofonica dedicata al rock-progressive, attiva regolarmente dal 1999. Condotta da Renato Scuffietti e Matthias Scheller, offre un'ora settimanale di musica prog, spaziando dai grandi classici dei seventies al newprog e al prog sinfonico, con interviste, recensioni e monografie sui sottogeneri. Nata come un hobby, è diventata un importante punto di riferimento per gli appassionati del genere.

    From Genesis To Revelation - 15-09-2025

  • PlayStop

    Jazz Anthology di lunedì 15/09/2025

    "Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).

    Jazz Anthology - 15-09-2025

  • PlayStop

    News della notte di lunedì 15/09/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 15-09-2025

  • PlayStop

    Il Suggeritore Night Live di lunedì 15/09/2025

    Il Suggeritore, storico programma di teatro di Radio Popolare, si trasforma in "Il Suggeritore Night Live" per il suo diciassettesimo compleanno. Ora in diretta ogni lunedì dalle 21:30 alle 22:30 dall’Auditorium “Demetrio Stratos”, il nuovo format è un night talk-show con ospiti dello spettacolo dal vivo che raccontano e mostrano estratti dei loro lavori. Gli ascoltatori possono partecipare come pubblico in studio a partire dalle 21:00.

    Il Suggeritore Night Live - 15-09-2025

  • PlayStop

    Jailhouse Rock di lunedì 15/09/2025

    "Jailhouse Rock", trasmissione di Radio Popolare e Popolare Network, esplora il legame tra musica e carcere. Ogni lunedì dalle 20.30 alle 21.30, a cura di Patrizio Gonnella e Susanna Marietti, il programma include storie e suoni dal mondo delle prigioni, con la partecipazione di detenuti dei carceri di Rebibbia e Bollate che realizzano un Giornale Radio dal Carcere e cover di artisti. Scopri di più su http://www.jailhouserock.it/ e https://www.facebook.com/Jailhouse-Rock-451755678297925/

    Jailhouse Rock - 15-09-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di lunedì 15/09/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 15-09-2025

  • PlayStop

    Esteri di lunedì 15/09/2025

    1) Israele prepara l’invasione di Gaza City. Centinaia di carri armati ammassati alle porte della città. Centinaia di migliaia di persone in fuga. In esteri la testimonianza dalla striscia: “questa volta è diverso, sentono che non torneranno più”. (Esperanza Santos, MSF) 2) Washigton conferma il suo sostegno a Tel Aviv, mentre i paesi arabi riuniti in Qatar condannano a parole, ma continuano a mancare azioni concrete. (Emanuele Valenti) 3)Spagna, il premier Sanchez chiede che Israele venga espulsa dalle gare sportive internazionali dopo che i manifestanti pro Palestina sono riusciti a bloccare la Vuelta. (Giulio Maria Piantadosi) 4) Elezioni in Siria rinviate a data da destinarsi. Il paese continua a fare i conti con instabilità regionali e divisioni interne. (Valeria Schroter, Francesco Petronella - ISPI) 5) Dopo 5 anni, Stati Uniti e Cina trovano un accordo su TikTok. La divisione americana della piattaforma sarà statunitense. (Marco Schiaffino) 6) Serie Tv. Agli Emmy Awards Adolescence domina, ma sono Gaza e la Politica a rubare la scena. (Alice Cucchetti)

    Esteri - 15-09-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di lunedì 15/09 18:34

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 15-09-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di lunedì 15/09/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 15-09-2025

  • PlayStop

    Non si può vivere senza farsi spezzare il cuore: Jehnny Beth racconta il suo nuovo album

    “Siamo ancora molto primordiali con le nostre emozioni, e l’amore è spesso connesso alla violenza”, racconta Jehnny Beth ai microfoni di Radio Popolare. È questo il tema centrale di You Heartbreaker You, il nuovo disco dell’ex cantante dei Savages: canzoni d’amore tese tra grida e sussurri, parole che si rompono, suoni noise e industrial. “Viviamo tempi bui” ma se vogliamo cambiare le cose, dobbiamo “imparare a respirare con una costola rotta”. L'intervista di Dario Grande.

    Volume - 15-09-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di lunedì 15/09/2025

    HeyMan! il primo festival per ripensare il maschile arriva a Milano, per avere un luogo fisico dove ripensare la mascolinità e cosa significa essere uomini oggi. Ce lo racconta Francesco Ferreri (@antropoche) di MicaMacho. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 15-09-2025

  • PlayStop

    Volume di lunedì 15/09/2025

    Dopo uno slalom tra le novità musicali della settimana, approfondiamo il disco della settimana Essex Honey di Blood Orange, con Niccolò Vecchia che ce lo racconta in studio. Proseguiamo con l'intervista di Dario Grande a Jehnny Beth, ex cantante dei Savages, in occasione del nuovo disco appena uscito, You Heratbreaker You. Nella seconda parte l'intervento di Marta Fantin di TicketOne, intervistata da Elisa Graci in merito alle discusse modalità di vendita dei biglietti dei Radiohead. Concludiamo con l'intervento telefonico di Nur Al Habash, una delle organizzatrici di Nessun Dorma, che ci racconta il concerto di raccolta fondi per la Palestina tenutosi ieri a Roma.

    Volume - 15-09-2025

Adesso in diretta