Approfondimenti

Cinque concerti da non perdere al Primavera

Primavera Sound

Nel giorno in cui inizia il vero e proprio programma intensivo di concerti al Primavera Sound (che ieri ha però già registrato alcune esibizioni di primissimo piano, con gli Spiritualized di Jason Pierce impegnati in un live con orchestra e coro e i Belle & Sebastian, per citare i due più illustri), proviamo a dare lustro a qualche esibizione non di primissimo piano, ma ugualmente imperdibile.

Certo, certo. Stasera, giovedì, avremo occhi e orecchie conquistati da Björk e da Nick Cave & The Bad Seeds. Domani magari dai The National, sabato dagli Arctic Monkeys. Tutto vero. Ma il programma di questo Festival è talmente ricco, che fermarsi in superficie sarebbe un delitto imperdonabile.

Questa è la nostra lista di cinque concerti da non perdere. E i vostri?

Dj Koze – giovedì 31, 4.00, Ray Ban Stage

Giovedì davvero per modo di dire, dato che alle 4 di mattina saremo già ampiamente entrati nella giornata di venerdì, ma si tratterà ancora della prima “serata” del Festival, così ci capiamo. E toccherà aspettare quell’ora per godersi il live di un artista che negli ultimi anni ha impresso una svolta notevolissima alla sua espressione musicale. Il tedesco Stefan Kozalla, in arte Koze, ha iniziato come dj di hiphop nei primi anni ‘90. Nel nuovo millennio invece ci è entrato con alcune ottime produzioni di elettronica, ma è con l’album “Amygdala” del 2013 che Koze dimostra di essere un musicista e un compositore davvero eclettico. Capace di usare l’elettronica per mischiare generi e travalicando confini ed etichette. Il successivo, appena uscito, “Knock Knock” ha confermato, con canzoni di grande livello questa svolta.

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Ibeyi – venerdì 1, 22.40, Pitchfork Stage

Gli ascoltatori di Radiopop forse le avranno già scoperte, le due sorelle franco-cubane Diaz, che si raccolgono sotto il nome di Ibeyi. Ma il grande pubblico deve ancora apprezzarle come meritano. Sono due grandi animali da palco e potranno conquistare il Primavera Sound con le canzoni del loro secondo album “Ash”, uscito a settembre 2017, con cui hanno dimostrato una grande maturità compositiva. Anche grazie a ospiti di primissimo piano, come Kamasi Washington e Meshell Ndegeocello, è un album complesso e scuro, ma anche caldissimo e avvolgente. Con cui le Ibeyi affermano la propria fierezza di donne libere, indipendenti.

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Waxahatchee – venerdì 1, 17.40, Primavera with Apple Music Stage

Katie Crutchfield è una cantautrice americana che possiamo accostare ad altre sue connazionali, come Sharon Van Etten e Angel Olsen, per la fluida sicurezza con cui unisce un’attitudine alt-rock molto nineties a influenze folk, country, pop. In particolare con il suo ultimo, quarto, album “Out in the storm” è riuscita a condensare il meglio di sé, crescendo anche come interprete vocale. Sarà il Primavera Sound a consacrarla definitivamente? L’anno scorso il Festival di Barcellona fece proprio un gran bene alla succitata Angel Olsen, che ha più volte parlato del suo live come uno dei più importanti della sua carriera (per ora…).

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Anna von Hausswolff – giovedì 31, 21.45, Adidas Stage

Svedese, poco più che trentenne, la biondissima Anna von Hausswolf non è certamente una musicista che punti al facile successo con canzoncine pop come qualche suo connazionale ha fatto, più o meno recentemente. Qualcuno l’ha notata anche e soprattutto per la sua scelta di utilizzare uno strumento come l’organo di chiesa per le sue composizioni, inserendo quella sonorità all’interno di brani dall’atmosfera cupa, a volte oppressiva e post-metal, ma anche capaci di improvvise svolte luminose. La sua voce, da molti paragonata a quella di Kate Bush, ha la medesima forza evocativa, in grado di passare dalle sfumature inquietanti alla leggerezza più eterea. Sarà molto intrigante vederla alla prova con un live di questo tipo, in un grande Festival.

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Rhye – venerdì 1, 20.45, Ray Ban Stage

Quando ci siamo innamorati dei Rhye, con il disco “Woman” uscito a marzo 2013, si parlava appunto di un duo, formato dal polistrumentista danese Robin Hannibal e dal cantante canadese Mike Milosh. A fine 2017, dopo diversi anni caratterizzati da una buona attività live, Milosh ha annunciato di voler proseguire da solo, senza il socio dell’esordio, concentrandosi sulla propria musica e sul gruppo di strumentisti che lo avevano accompagnato durante i molti concerti. Sorprendentemente, il nuovo album “Blood” sembra la perfetta prosecuzione del precedente, senza una vera cesura artistica. Un R&B contemporaneo, scarno, che parte dall’elettronica ma che, soprattutto sul nuovo disco, forse anche grazie alla confidenza appresa dal vivo, si arricchisce anche di contrappunti acustici, analogici, caldi. La voce androgina di Milosh propone testi romanticamente malinconici, perfetti per un concerto al tramonto al Primavera Sound.

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E per chi non potrà seguire i concerti da Barcellona, sul sito https://relive.primaverasound.barcelona/ saranno disponibili da questo pomeriggio per tutti i giorni del Festival alcuni concerti in differita tra i più interessanti del programma. Anche qualcuno di quelli indicati da noi? Speriamo!

Primavera Sound

  • Autore articolo
    Niccolò Vecchia
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    “Gaza City brucia di fronte al suo mare”. Israele lancia l’offensiva di terra sulla città

    L’esercito israeliano ha lanciato questa notte l’invasione di terra su Gaza City. Da ieri i carri armati sono entrati nel cuore della principale città della striscia, e i bombardamenti hanno colpito senza sosta strade, case, infrastrutture. Da questa mattina, i morti sono 89. Centinaia di migliaia di persone vivono ancora nella città. Migliaia di persone stanno invece cercando di fuggire, in un esodo verso un sud che non ha più spazio per ospitarli. Il servizio di Valeria Schroter.

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    Esteri di martedì 16/09/2025

    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

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    Le Guthrie Family Singers portano avanti il messaggio di umanità del nonno Woody

    “E’ stato bello rendersi conto che la figura di Woodie Guthrie è ancora molto viva anche fuori dagli Stati Uniti”, racconta Sarah Lee, nipote dell’icona folk americana. “Le problematiche di cui cantava lui ottant’anni fa sono ancora attuali”, riferendosi al tema dell’immigrazione e alla difficile situazione al confine con il Messico. Con la sua musica Woody Guthrie "affrontava un concetto molto basilare di umanità e speranza, ovvero il trattare le persone come persone, aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà": lo stesso messaggio che ora le Guthrie Family Singers vogliono portare avanti. Ascolta l’intervista di Elisa Graci alle Guthrie Family Singers.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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