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L’Occidente, le élites e i fondamentalismi religiosi

Paolo Flores d’Arcais, filosofo e direttore di Micromega, è stato l’ospite di Memos, oggi. Ha un’idea precisa dello scontro in atto tra l’Occidente e Daesh, il cosiddetto stato islamico. Di fronte al presidente francese Hollande che dichiara lo “stato di guerra”, Flores d’Arcais replica che l’Occidente non vuole capire la natura di questa guerra.

«E’ una guerra – dice il direttore di Micromega – contro la modernità illuminista e contro ciò che dalla modernità illuminista in poi è stato promesso: una democrazia coerente, radicale, di sovranità uguale per tutti. Il fondamentalismo islamico lancia la propria sfida globale contro questa modernità illuminista. E’ questa la radicalità dello scontro. Purtroppo, gli establishment occidentali non sono quelli che possono davvero combattere questa guerra, perché in larga misura e da molti punti di vista sono la “quinta colonna”, non rappresentano la civiltà nata dai lumi che diventa democrazia. Gli establishment occidentali sono, invece, coloro che la calpestano in continuazione e quindi non hanno credibilità e interesse per reggere questo scontro nei termini in cui si pone. Lo vogliono reggere solo come scontro geopolitico, di interessi nazionali. Ma è molto più di questo».

Perché gli establishment occidentali sono una “quinta colonna” in questa guerra, perché dovrebbero essere i complici della distruzione di quei valori della modernità illuminista? «Perchè non c’è un Occidente – dice Flores d’Arcais- . Se vogliamo semplificare ci sono due “occidenti”. Il primo: l’Occidente dei valori che tutti richiamano nelle costituzioni, dei valori che nascono con l’illuminismo: i valori egualitari e libertari riassunti nelle tre parole chiavi della rivoluzione francese.

Queste tre parole (liberté egalité fraternité) significano che non c’è libertà se non c’è eguaglianza e che solo la libertà nell’eguaglianza può dar luogo alla fratellanza in cui ci si sente tutti concittadini. Ora, tali valori sono calpestati continuamente dagli establishment occidentali. Da tutti i punti di vista: dov’è questa sovranità eguale? Dov’è il rispetto delle libertà occidentali fino in fondo: pensiamo alla stampa sempre più “embedded”. Purtroppo, l’Occidente è profondamente diviso al suo interno: da un lato c’è chi quei valori prende sul serio e vuole davvero la democrazia radicale portata alla serietà delle sue conseguenze; dall’altro ci sono gli establishment che comunque non vogliono fare altro che ridurli, ingabbiarli, evirarli. Il problema è questo: l’Occidente dei poteri finanziari e politici, sempre più intrecciati fra loro, non è l’Occidente dei valori.

Naturalmente, l’islam che combatte i valori dell’Occidente che nascono dal disincanto e dall’illuminismo non fa queste distinzioni: vuole distruggerli entrambi. La debolezza della risposta occidentale è nella divisione tra chi prende sul serio questi valori, in genere sono i movimenti di opposizione, e chi – gli establishment – al massimo retoricamente li riafferma ma poi non li ha a cuore perché non sono il suo interesse. L’interesse del sistema finanziario, ad esempio, non è certo quello dei valori illuministi ma di fare affari».

L’intervista a Flores d’Arcais prosegue sul tema della centralità della religione nell’attacco ai valori della modernità illuminista. «E’ una nostra cecità pensare che non conti. Conta in modo essenziale», dice Flores in polemica con il filosofo tedesco Jürgen Habermas. Ciò a cui stiamo assistendo, sostiene il filosofo italiano, «è una dichiarazione di guerra del sacro nella sua forma fondamentalista».

Su questi temi uscirà a metà gennaio 2016 un nuovo libro di Paolo Flores d’Arcais dal titolo: La guerra del sacro. Terrorismo, laicità e democrazia radicale (Raffaello Cortina Editore).

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  • Autore articolo
    Raffaele Liguori
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi. Enrico Gabrielli è stato il secondo ospite che ha raccontato quali sono i suoi vinili di riferimento: polistrumentista, compositore e arrangiatore, ha collaborato con artisti come Muse e PJ Harvey, e fa parte dei gruppi Calibro 35, Winstons e Mariposa (in passato anche negli Afterhours). Complessivamente compare in oltre 200 dischi. Ha anche suonato il flauto traverso nella sigla di Dodici Pollici.

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