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Hayez: i baci e altre storie

Quella che si è aperta in questi giorni a Milano è la mostra più completa su Francesco Hayez. Nato a Venezia nel 1791, fu allievo di Antonio Canova, studiò a Roma e, dopo essersi trasferito a Milano, divenne rigoroso docente e direttore di Brera e a lui si deve il lustro che l’Accademia conobbe in seguito.

La mostra, che ha un andamento cronologico, presenta più di cento fra dipinti e affreschi: tutta la carriera dell’artista fra il 1807 e il 1882. Grandi quadri storici, ritratti di nobildonne e quello noto del Manzoni.

Bellissimi nudi femminili, con le sembianze di Maddalena penitente, Giulietta e Venere, forme sinuose e raffinate per cui Hayez si ispira alle sculture del Canova, suo maestro. La mostra è infatti impreziosita dalle statue Danzatrice e Maddalena penitente di Canova, del quale ritroviamo le influenze, la maestria tecnica e l’inventiva nei dipinti di Hayez.

In una delle sale, allestite elegantemente con grandi pannelli rosso scuro, sono esposte, per la prima volta insieme, tre versioni del famoso Bacio, il quadro a cui Hayez deve la propria fama universale, che ispirò a Visconti la scena del bacio, interpretata da AlidaValli nel film “Senso,” e di cui in mostra è visibile lo spezzone.

Il Bacio, dipinto-icona, è interpretabile anche in chiave allegorica, come espressione delle speranze e inquietudini del Risorgimento, epoca di cui Hayez fu uno dei maggiori interpreti con Giuseppe Verdi e Alessandro Manzoni, insieme ai quali contribuì a costruire l’unità culturale del paese.

L’ultima mostra su Hayez a Milano risale al lontano 1983. Quella di cui scriviamo è curata dallo storico dell’arte Fernando Mazzocca.

Ascolta l’intervista a Fernando Mazzocca.

HAYEZ Fernando Mazzocca

  • Autore articolo
    Tiziana Ricci
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