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Tillerson, la sfida con Mosca

Doveva essere l’incontro del riavvicinamento, dopo la tensione degli anni di Barack Obama.

E invece il meeting di oggi tra il segretario di stato USA Rex Tillerson e la sua controparte russa Sergey Lavrov sarà uno dei più tesi degli ultimi anni.

Il caso Siria e l’attacco americano alla base aerea di Shayrat hanno totalmente mutato lo scenario. Tillerson – da sempre amico fidato dei russi, tanto da essere insignito da Vladimir Putin nel 2012 dell’Ordine dell’amicizia per la collaborazione tra ExxonMobil, di cui Tillerson era CEO, e la compagnia petrolifera di stato Rosneft – ha detto che Mosca, nella sua gestione di Assad, è stata nel migliore dei casi “incompetente”, per non aver fermato la mano del presidente Assad, nel peggiore “corresponsabile”.

Contro Mosca in questi giorni si sono sentiti accenti che ricordano quelli degli anni della Guerra Fredda; con la vecchia guardia dei falchi repubblicani, da Lindsay Graham a John McCain, che hanno chiesto una politica più dura, di contrapposizione e contenimento, nei confronti delle ambizioni russe.

Donald Trump, per il momento, resta in silenzio e affida al suo portavoce Sean Spicer la dichiarazione ufficiale: con la difesa nei confronti del regime siriano, la Russia si sarebbe “messa al di fuori del concerto internazionale”. Le posizioni nell’amministrazione restano però alquanto divergenti e spesso confuse. James Mattis, il segretario alla Difesa, ha detto che gli Stati Uniti non cercano in Siria alcun regime change; la necessità del regime change è invece stata enfatizzata dall’ambasciatrice statunitense all’ONU, Nikky Haley.

Nelle ultime ore è emerso anche un documento di quattro pagine preparato dal National Security Council in cui, sulla base di informazioni di intelligence, si dice che le forze del governo di Assad, sotto pressione e in minoranza numerica, hanno coscientemente usato il gas sarin contro i ribelli e la popolazione; e che il governo di Mosca si è impegnato a coprire il crimine presso la comunità internazionale.

Un’accusa gravissima, di cui sicuramente si discuterà oggi durante l’incontro tra Tillerson e Lavrov.

  • Autore articolo
    Roberto Festa
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