Approfondimenti

Cina-Usa, a Mar-a-Lago con l’ambiente sullo sfondo

Questo articolo è stato pubblicato originariamente su China Files.
Tra le 65mila e le 75mila vittime. Sono questi i numeri dell’inquinamento transfrontaliero prodotto da Cina e India. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, le Pm 2.5 e 10 non uccidono solo all’interno dei confini domestici, ma anche all’estero. In totale, al mondo, sarebbero circa 400mila le morti dell’inquinamento d’esportazione. Del resto, le nubi tossiche non hanno confini. Ma è anche vero che su circa tre milioni e mezzo di morti premature per l’inquinamento dell’aria a livello globale, di queste, 750mila avvengono in luoghi dove si producono merci che non verranno utilizzate lì, bensì altrove. Insomma, c’è chi paga l’inquinamento prodotto in un altro Paese, ma all’interno di quell’altro Paese c’è chi paga l’inquinamento per merci di cui non beneficerà mai.
I fumi tossici che uccidono globalmente partono soprattutto da Paesi dove si delocalizza perché il costo del lavoro è inferiore e anche le normative ambientali sono più permissive. Ognuno è sia vittima sia carnefice. Lo studio pubblicato da Nature calcola per esempio che noi europei occidentali compriamo merci d’importazione che sono responsabili di circa 173mila morti per inquinamento all’anno. Un po’ meno responsabili i consumatori statunitensi, che ne ammazzano solo 100mila.
In Cina muoiono ogni anno 238mila persone per la produzione di merci che andranno altrove, su un terrificante totale di un milione di morti per inquinamento nel Paese; 106mila i morti da export in India su 500mila morti per il degrado dell’aria, e 129mila nel resto dell’Asia. La produzione, come si vede, resta concentrata soprattutto lì, in un’Asia che a differenza di quanto sostiene Trump, non coglie solo i benefici dell’industrializzazione. Ne paga le conseguenze. E, almeno un po’, le esporta. Se le norme protezioniste e le politiche industriali energivore del neo inquilino della Casa Bianca passassero, si ritiene che aumenterebbero le morti da inquinamento negli Stati Uniti, ma si ridurrebbero a livello globale, perché Washington ha leggi ambientali più rigide dei Paesi asiatici. Almeno finora.
Di fronte al primo di passo di Trump verso lo smantellamento degli accordi di Parigi sul clima – la firma dell’ordine esecutivo che elimina gli standard ambientali imposti dall’amministrazione Obama alle centrali elettriche – il più grande inquinatore mondiale in numeri assoluti, la Cina, rischia di divenire ora il campione globale dell’ambiente così come sembra già esserlo della globalizzazione. Pechino, che è responsabile del 25 per cento delle emissioni globali, aveva collaborato spalla a spalla con l’amministrazione Obama per giungere all’intesa del 2015.
Dopo il dietrofront di Trump sancito la scorsa settimana, il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lu Kang, aveva dichiarato a stretto giro che la Cina continuerà su quella strada e, senza fare nomi e cognomi, aveva aggiunto che tutti i Paesi dovrebbero «stare al passo con i tempi»: una stoccata al presidente Usa, che in alcuni momenti sembra addirittura negazionista sull’emergenza riscaldamento globale.
La Cina in effetti ci sta provando: se il carbone è ancora il combustibile utilizzato per il 62 per cento del suo fabbisogno energetico, per il 2020 punta a far scendere questa dipendenza al 55 per cento; nel 2016, il consumo di carbone è sceso per il terzo anno di seguito e per il 2017 si prevede che le emissioni diminuiranno dell’1 per cento. Nel piano quinquennale 2016-2020, Pechino ha già programmato di investire 2.500 miliardi di yuan – cioè 335 miliardi di euro – nelle fonti rinnovabili. La Cina è il Paese che investe di più in rinnovabili al mondo ma per il 2020 si prevede che rappresenteranno ancora solo il 15 per cento del suo fabbisogno. Il problema sta tutto nelle dimensioni del Paese e quindi nelle difficoltà a riconvertire il suo modello di sviluppo energivoro. Piccoli passi, quindi, ma la direzione almeno sembra chiara.
Al summit di Mar-a-Lago, nella residenza privata di Trump in Florida, tra il neo-campione della globalizzazione Xi Jinping e il neo-alfiere dell’America First, «The Don», anche l’ambiente sarà dunque presente, seppur indirettamente. Si parla di produzione e commercio, ma sullo sfondo c’è anche la salute del pianeta.
  • Autore articolo
    Gabriele Battaglia
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 09/07 12:32

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 09-07-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 09/07 10:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 09-07-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 09/07/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 09-07-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 08/07/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 08-07-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Conduzione musicale di mercoledì 09/07/2025 delle 14:02

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 09-07-2025

  • PlayStop

    Puntata di mercoledì 09/07/2025

    Il meglio della festa di Radio Popolare del 6, 7 e 8 giugno 2025

    All you need is pop 2025 - 09-07-2025

  • PlayStop

    Cult di mercoledì 09/07/2025

    Oggi a Cult Estate: l'artista italo-eritrea Mina Mussie ha presentato a Santarcangelo Festival il lavoro one-to-one "Cinema Impero", sulla colonizzazione italiana in Africa; Massimo Luconi dirige l'edizione 2025 del Radicondoli Festival; la seconda parte del Giardino delle Esperidi a Campsirago; il libro "Milano è città di quartieri" (NEOS) con 19 racconti, curati da Gian Luca Margheriti e Fiorenza Pistocchi; l'artista iraniano Taher Nikka apre le porte del suo studio milanese nel passante di Piazza della Repubblica...

    Cult - 09-07-2025

  • PlayStop

    Summertime di mercoledì 09/07/2025

    Il declino industriale, dall' ex Ilva a Stellantis. Con Luciano Manna, giornalista investigativo tarantino, attivista della piattaforma di inchiesta Veraleaks e Clelia Li Vigni dottoranda in scienza politica e sociologia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. I Brics danno battaglia al dollaro: tra dazi e protezionismo, il sud globale propone un'alternativa multipolare. Con Gabriele Battaglia. Pedro Sanchez alla prova del parlamento: con Giulio Maria Piantadosi parliamo della grave crisi del partito socialista spagnolo e di come il premier proverà ad uscirne. La maturità, così com'è, ha ancora senso? Microfono aperto insieme a Simone Giusti, ricercatore e docente di didattica della letteratura italiana all’Università di Siena ed editorialista de Il Domani. GKN, quattro anni di rabbia e lotta: con Dario Salvetti, del collettivo di fabbrica, raccontiamo il quarto anniversario dell'inizio della vertenza.

    Summertime - 09-07-2025

  • PlayStop

    Apertura Musicale di mercoledì 09/07/2025

    Svegliarsi con la musica libera di Radio Popolare

    Apertura musicale - 09-07-2025

Adesso in diretta