Approfondimenti

“I turisti peggiori ? Gli americani!”

“Pensa che mi è capitato di avere qui dei turisti americani che non sapevano nemmeno perché la capitale del loro paese si chiama Washington!”.

La signora Rodriguez ride di gusto. “Ma noi la loro storia la conosciamo bene: e anche la nostra”.

Assieme al marito, la signora gestisce una casa particular, una delle case a cui si appoggiano le comitive dei viaggi a Cuba di Radio Popolare. La scalinata dell’universtà dell’Avana è a due passi: formalmente siamo al Vedado, ma il tessuto urbano, l’architettura degli edifici, la composizione sociale degli abitanti sono già quelli di Centro Habana.

Nel soggiorno vedo parecchi libri: la Rivoluzione, il socialismo a Cuba, opere di José Martì, anche diversi volumi in inglese e qualcuno in tedesco. A Cuba non è affatto raro che il padrone di una casa particular abbia alle spalle, o continui a svolgere parallelamente, un lavoro di tutt’altro genere e spesso anche molto qualificato, e mi viene la curiosità di conoscere la vicenda della famiglia e la loro esperienza con il turismo.

“Mio marito viene da una famiglia abbastanza agiata. Già suo nonno, un pastore protestante, visse in questa casa, e mio marito ci è nato settantasette anni fa. Nel ’59 stava studiando economia all’università, e sosteneva la Rivoluzione. Alcuni dei suoi parenti scelsero di andare a Miami. Sua madre, tecnico farmaceutico, non volle lasciare Cuba. La maggior parte dei quadri, dei professionisti, dei dirigenti, partì: Fidel fece appello agli universitari, perché c’era estrema necessità di chi aveva studiato. Mio marito, laureato col massimo dei voti, disse che era pronto ad andare dovunque Fidel avesse voluto. Per vent’anni è stato uno dei massimi responsabili del settore delle abitazioni nella provincia di Santiago, lavorando alla politica di distribuzione delle case e di assegnazione dei titoli di proprietà che il governo aveva deciso. Io ho delle origini sociali diverse. Sono nata nel ’65 nel centro dell’isola, in campagna, mia madre era nella lavorazione del tabacco, dopo la Rivoluzione ha lavorato come macellaia; mio padre prima della Rivoluzione aveva imparato a fare commercio dai cinesi, e teneva una bottega dove vendeva polli vivi, alimentari e guarapo (la spremuta di canna da zucchero, ndr), poi quando la Rivoluzione è intervenuta nel settore è diventato dipendente di un negozio di alimentari del governo. Sono arrivata all’Avana per studiare all’università, dove ho conosciuto mio marito, che nel frattempo era tornato a casa. Ho lavorato come tecnico di contabilità e finanza. Una decina di anni fa ci siamo sposati e ho cominciato ad aiutarlo nell’attività della casa particular.

Quando aveva cominciato ad affittare?

Ai turisti nei primi anni di questo nuovo secolo, ma già dagli anni novanta affittava a cubani, per migliorare la sua situazione economica. A Cuba una volta non si affittava a stranieri, per gli stranieri c’erano alcuni hotel, non è come adesso che c’è un boom del turismo. C’era chi aveva bisogno di dormire perché per esempio arrivava all’Avana in viaggio da altre province, e si affittava a prezzi modici. Oppure erano coppie, perché a Cuba non si usava molto che delle coppie si incontrassero negli hotel, anche perché era molto caro: all’inizio della Rivoluzione c’erano anche dei locali destinati a questo, ma si finì per darli come appartamenti. Anche adesso, delle coppie che vogliono passare del tempo insieme vanno in una casa in affitto; oppure si sposano e siccome a Cuba quello dell’abitazione è un problema, e si arriva alla coabitazione di persino tre-quattro generazioni di una famiglia, e la convivenza con le differenze di età, di esigenze, può essere difficile, allora decidono di affittarsi una casa per potersi fare una famiglia. In pratica ci sono due tipi di affitto, in moneta nazionale e in moneta convertibile: perché ci sono case che non hanno i requisiti per essere affittate agli stranieri, e allora si affittano ai cubani.

Come sono i rapporti con i turisti?

Dipende. Ci sono turisti che non si adattano al fatto di stare in una casa privata, dove vive anche una famiglia. Non lo dico per piaggeria, ma i turisti che arrivano qui con i vostri gruppi sono deliziosi, sono persone che vengono qui per conoscere una cultura, capire un paese, vedere come è la gente: è questo il turismo che fa per noi, perché è gente che si comporta bene. Invece ci sono turisti che prendono questa isola per una casa da gioco, bevono, rientrano alle ore piccole portando ragazze, pensano di poter fare qualunque cosa in piena notte, e questo è un turismo che non ci piace: lo prendiamo perché i soldi sono soldi e il lavoro è lavoro, e ci tocca farlo, ma se potessi avere regolarmente dei turisti come i vostri, smetterei di prendere gli altri. E tra chi gestisce una casa particular non credo di essere l’unica a pensarla così. Ci piacciono molto gli studenti, abbiamo avuto tedeschi, francesi, inglesi, che vengono a studiare all’università dell’Avana, e sono meravigliosi, pensano ai loro corsi e al massimo ogni tanto fanno una festa tra loro e i loro amici cubani, ma chiedono sempre il permesso, o magari si trovano in due o tre, mettono su della salsa e ballano, ma di pomeriggio, non di notte. Ho anche uno studente di medicina, colombiano, un ragazzo molto per bene, che sta qui già da due anni, gliene manca ancora uno e mezzo, mi paga poco ma non mi dà nessun problema, non è il tipo che rientra all’alba ubriaco, ormai ci siamo affezionati a lui. Coi turisti invece ti capitano le tipologie più diverse, e ci sono delle nazionalità che tendono ad essere più problematiche.

Per esempio?

Gli statunitensi: sono prepotenti, perché pensano che siccome stanno pagando possono fare qualunque cosa. Il cubano è molto festaiolo, allegro, ma come tutti vuole anche la sua tranquillità. E siccome per un cubano essere padrone a casa propria è una cosa che non si discute, questo ha portato a dei problemi con questo tipo di turisti. Invece abbiamo avuto degli studenti statunitensi bravissimi: il problema sono gli adulti.

Ma non saranno stati molti, e saranno stati abbastanza selezionati, visto che il turismo dagli Usa a Cuba era proibito se non per particolari ragioni, per esempio culturali…

Grazie a dio in effetti fino a questo momento non sono stati molti, ma in ogni caso sono arrivati, per eludere i divieti passando da paesi terzi: alcuni anche per investire e fare affari, oltre che per turismo.

A parte questi aspetti, quali sono le difficoltà di questo tipo di attività sul piano della gestione, dei soldi, delle tasse?

Le tasse rispetto agli anni scorsi sono state sensibilmente abbassate, il governo da questo punto di vista ci ha aiutato, e ce la possiamo cavare abbastanza bene. Quello che ci costa molto è procurarci il necessario per la colazione dei turisti, perché a causa del bloqueo i prezzi per Cuba finiscono per raddoppiare e triplicare. Oppure a volte le navi non arrivano. Ti ritrovi che all’improvviso non c’è latte, oppure non c’è formaggio, come stamattina. Magari rimaniamo una settimana senza uova, che è un elemento fondamentale nell’alimentazione a Cuba: un cubano senza uova non è un cubano, le uova sono come il riso con i fagioli, si mangiano tutti i giorni. La frutta è un problema: è cara, ce n’è poca, e a causa dei cambiamenti climatici a volte non è dolce, e tu al turista vorresti offrire il miglior servizio possibile. Scarseggia la verdura. Il problema è anche la carenza di fertilizzanti. Cuba ha cercato di sviluppare rapporti commerciali con altri paesi, ma nei confronti di chi commercia con Cuba ci sono le ritorsioni americane previste dall’embargo. Se tolgono il bloqueo, Cuba sarà un paradiso, anche perché grazie a dio adesso i capitali stanno entrando, molte società e molti paesi stanno investendo, anche se bisognerà avere pazienza prima che il popolo possa averne dei benefici.

Questa è una attività che produce lavoro anche per altri, e adesso, nell’ambito delle riforme del governo per incentivare il lavoro in proprio, si possono assumere come salariati dei collaboratori…

Questa casa è stata costruita nel 1911 e ha bisogno di manutenzione e noi un po’ per volta investiamo per rinnovarla. Qui al piano terra un cubano ha comprato un appartamento per ristrutturarlo e farne una bella casa particular, e c’è una squadra di operai che ci sta lavorando già da settimane. Ci sono dei familiari che mi aiutano ma ho anche una donna che retribuisco, e per lei pago delle tasse, quindi ha la sua sicurezza sociale, è un lavoro privato che però le viene riconosciuto dallo stato per esempio ai fini della pensione.

Alla luce di quello che mi dicevi ho l’impressione che la prospettiva di una apertura forte al turismo americano tu la possa vedere come……

…sì, un problema. Perché francamente gli americani a noi piace che se ne stiano lì a casa loro. Agli americani brucia ancora la Baia dei Porci, e poi non hanno esperienza del popolo cubano, non ci conoscono. Siccome sono quelli che hanno più soldi nel mondo pensano di poter comprare tutto. I cubani possono anche lamentarsi quando vanno a comprare del pane e non lo trovano, ma sono molto gelosi del proprio paese. Anche se, certo, i giovani di adesso non hanno visto il cambiamento che c’è stato con la Rivoluzione. Io per fortuna sono nata che la Rivoluzione c’era già, ma mia madre e mio padre mi hanno raccontato. Gli americani non capiscono che Fidel non ha fatto la rivoluzione da solo, e che se tanta gente lo ha aiutato a farla arrivare fino a qui all’Avana qualche motivo dev’esserci stato. Avrebbero trasformato Cuba in una Las Vegas, tutta piena di casinò, prostituzione, malavita e droga, e questo non lo vogliamo. Dopo più di mezzo secolo in cui non sono riusciti a prenderci neanche per fame, adesso ci provano con le buone. Ma noi li conosciamo da molto tempo e conosciamo la loro storia, sappiamo che si sono presi un territorio enorme sterminando chi lo abitava, che hanno chiuso i sopravvissuti nelle riserve e che adesso i discendenti di quei sopravvissuti sono dei diseredati. Disgraziatamente Cuba è una perla al centro dei Caraibi e fa gola, e davanti abbiamo le fauci di un leone: staremo in guardia.

  • Autore articolo
    Marcello Lorrai
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 02/12 12:31

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 02-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 02/12 15:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 02-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 02/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 02-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 02/12/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 02-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Musica leggerissima di martedì 02/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 02-12-2025

  • PlayStop

    Una mostra dedicata alla memoria di Roberto Franceschi

    Venerdì 5 dicembre, alle 16.30, alla Casa della Memoria di Milano, ci sarà una visita guidata dedicata alle abbonate e agli abbonati di Radio Popolare alla mostra “Ombra di tutti”, un’opera ispirata al “Maglio”, il monumento dedicato a Roberto Franceschi, il giovane ucciso dalla polizia il 23 gennaio 1973. Con noi ci saranno l’artista Patrizio Raso e Cristina Franceschi, sorella di Roberto, che ha promosso il progetto con la Fondazione Roberto Franceschi onlus. Dopo la visita guidata si terrà un incontro con le associazioni dei familiari delle vittime delle stragi di piazza Fontana e della stazione di Bologna. Ogni abbonato/a può essere accompagnato/a da una persona non abbonata. Per prenotarsi: prenotazioni@radiopopolare.it. Testo e intervista all’artista di Tiziana Ricci.

    Clip - 02-12-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di martedì 02/12/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 02-12-2025

  • PlayStop

    Cult di martedì 02/12/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: Arianna Scommegna protagonista di vari appuntamenti in teatro in Dicembre; Lucia FRanchi, condirettrice di Kilowatt, sul progetto di Residenze Digitali 25; al Piccolo Teatro Studio Alessandro Bandini con "Per sempre", da un epistolario di Giovanni Testori; la rubrica ExtraCult a cura di Chawki Senouci...

    Cult - 02-12-2025

  • PlayStop

    Di Cesare: “Sul fascismo c’è una mancanza di vigilanza culturale ed etica”

    Una casa editrice di estrema destra si iscrive alla Fiera nazionale della Piccola e Media Editoria “Più libri, Più liberi”, organizzata dall’Associazione editori italiani. Alcuni intellettuali si chiedono se sia opportuno ospitare pensieri razzisti o apologie del nazismo e come spiega la filosofa e scrittrice Donatella Di Cesare, esperta internazionale di "negazionismo" (l'ultimo suo libro per Einaudi si intitola “Tecnofascismo”): “Non discutiamo la libertà di pensiero e di pubblicazione per una casa editrice, ma l’idea della Fiera intitolata Più libri, Più Liberi a cui chiediamo se è giusto offrire questa vetrina ulteriore, così emblematica e significativa, dove verranno esposti autori e tematiche che in altri paesi europei come la Germania non sono tollerate”. “In Italia c’è una soglia molto bassa di attenzione, forse perché i temi storici non vengono approfonditi e siamo ancora nella vulgata del rigurgito del passato che ritorna o di temi folcloristici da non prendere seriamente e secondo me è un elemento critico e una mancanza di vigilanza culturale ed etica”. Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli.

    Clip - 02-12-2025

  • PlayStop

    Pubblica di martedì 02/12/2025

    C’è un tesoro in Italia, ambito da sempre, ed è il tesoro delle Assicurazioni Generali. Chi comanda a Trieste, comanda su un pezzo importante del paese. Per 70 anni il tesoro delle Generali è stato controllato da Mediobanca, che una volta era il salotto del capitalismo familiare italiano e oggi è una solida banca milanese. Nell’ultimo anno, grosso modo, due capitalisti nostrani, non si sa se anche coraggiosi, Francesco Gaetano Caltagirone, insieme a Francesco Milleri, hanno portato a termine il colpo del secolo: con un’operazione di scambio di azioni – e con il concorso esterno del MPS, fino a qualche mese fa banca di stato - hanno cacciato i vecchi azionisti dagli uffici di piazzetta Cuccia a Milano (Mediobanca) e al loro posto ci hanno messo se stessi più alcuni amici. In questo modo l’immobiliarista e editore Caltagirone, insiene al socio un po’ litigioso degli eredi Luxottica, hanno preso il controllo di Mediobanca. E lo hanno fatto con l’aiuto del MPS, banca pubblica privatizzanda. Preso il controllo di Mediobanca, i “nostri” Caltagirone&Soci hanno cominciato a vedere terra, la costa triestina, la casa mitteleuropea di Generali. Ora, su tutta questa operazione – sommariamente sintetizzata – qualcosa non ha funzionato. La Procura di Milano sta indagando per il mancato rispetto di alcune importanti formalità da codice penale: il “concerto” non previsto, il rispetto del “mercato” e delle autorità di controllo. Aspettiamo fiduciosi che la giustizia faccia il suo corso, mentre la politica rivendica i suoi meriti, giusti o sbagliati che siano. Pubblica oggi ha ospitato il giornalista e saggista Vittorio Malagutti (Domani) e il senatore del Pd Antonio Misiani.

    Pubblica - 02-12-2025

  • PlayStop

    A come America di martedì 02/12/2025

    A cura di Roberto Festa e Fabrizio Tonello

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 02-12-2025

  • PlayStop

    A come America di martedì 02/12/2025

    Donald Trump e la svolta conservatrice della democrazia USA. A cura di Roberto Festa e Fabrizio Tonello.

    A come America - 02-12-2025

  • PlayStop

    ANNA ZAFESOVA - RUSSIA, L'IMPERO CHE NON SA MORIRE

    ANNA ZAFESOVA - RUSSIA, L'IMPERO CHE NON SA MORIRE - presentato da Michele Migone

    Note dell’autore - 02-12-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di martedì 02/12/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 02-12-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di martedì 02/12/2025

    Mara Morini politologa dell’Università di Genova, coordinatrice dello Standing Group “Russia e spazio post-sovietico” della Società Italiana di Scienza Politica (SISP), lascia poche chance all'accettazione da parte di Putin del "piano" messo a punto in Florida e presentato oggi dall'inviato speciale Witkoff al Cremlino, mentre Gianpaolo Scarante, docente all'Università di Padova, già Ambasciatore e Capo di Gabinetto del ministero degli Esteri sottolinea come la tregua purtroppo si fissi sulla linea del fronte e poi le negoziazioni dovranno riuscire a ristabilire la sovranità dei territori, ma come anche l'aver affidato le trattative a uomini che non rispondo ai Parlamenti renda molto opaco tutto il processo. Donatella Di Cesare, filosofa e scrittrice, esperta internazionale di "negazionismo", l'ultimo suo libro per Einaudi si intitola Tecnofascismo, chiede conto alla fiera Più Libri Più Liberi promossa dall'Associazione italiana editori a Roma della presenza tra gli espositori della casa editrice di estrema dx Passaggio al Bosco. Infine Gianmarco Bachi annuncia "il corteo" di ascoltatrici, ascoltatori, lavoratori, collaboratrici e chi più ne ha più ne metta il prossimo 14 dicembre la mattina che dalla sede della radio in via Ollearo 5 si dirigerà alla Fabbrica del Vapore per la fine della maratona radiofonica di 50 ore e il via alle celebrazioni dei 50 anni di Radio Popolare.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 02-12-2025

Adesso in diretta