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Otto maestre di italiano in quattro anni

A Cormano i bambini della 5a B della scuola elementare Primo maggio non sono entrati in classe. Un primo giorno di scuola con protesta. In quattro anni di scuola hanno cambiato otto maestre di italiano, quattro solo l’anno scorso. E ora ricominceranno con una supplente. Nei giorni scorsi i genitori avevano scritto una lettera all’ufficio scolastico regionale. Ma non è successo nulla.

Marcella Monterosso è una delle mamme della 5a B di Cormano. Silvia Giacomini l’ha intervistata.

“La vicenda si riassume in poche parole: questo è il quinto anno di reiterati cambi di insegnanti, in totale sono otto. Quattro solo lo scorso anno scolastico. Senza considerare i supplenti di un giorno o gli smistamenti degli alunni nelle altre classi. Abbiamo chiesto a lungo e più volte al preside di mandarci un insegnante che fosse di ruolo o con un incarico annuale stabile, cosa che ci è stata sempre promessa però alla fin fine i ragazzi, a tutt’oggi, non anno l’insegnante di italiano”.

Neanche adesso che è cominciato il nuovo anno?

“C’è un’insegnante con un incarico annuale fino al 30 giugno, ma sappiamo benissimo che se le arriva una nomina fino al 30 agosto in un’altra scuola, giustamente l’insegnante può accettare l’incarico più lungo, le conviene. Ora come ora, quindi, hanno una supplente che dovrebbe rimanere fino a fine anno scolastico. Negli anni passati però spesso l’insegnante è cambiata durante l’anno per vicissitudini interne, maternità, trasferimento, altro incarico più interessante, più vantaggioso. Per cui abbiamo deciso di mandare una lettera al provveditorato l’8 settembre e abbiamo deciso di lasciare i bambini fuori dalla scuola in segno di protesta il primo giorno di scuola”.

Domani però torneranno in classe?

“Sì, questo sì, i bambini torneranno in classe. Però lo abbiamo fatto per dare una certa rilevanza alla cosa”.

Lei è anche un’insegnante. Secondo lei è un problema di adesso, legato alle nuove leggi e alla riforma, o è un problema che c’è da sempre?

“E’ un mix di cose. Quella dei supplenti precari, degli incarichi annuali, è una problematica antica. Certo è che il dirigente scolastico ha come compito quello delle attribuzioni delle cattedre. Nel collegio docenti di fine giugno si ratifica quali saranno gli insegnanti e in che classi vanno. A nostro parere, il nostro dirigente scolastico poteva gestire la problematica in maniera differente, quindi spostando eventualmente un insegnante di ruolo su questa classe che ahimè ha avuto un percorso così difficile”.

Come mai secondo voi in questo caso non è stato fatto?

“Mi fa una domanda che dovrebbe fare al dirigente scolastico della scuola elementare. I suggerimenti sono stati dati… L’ipotesi era appunto quella di spostare un insegnante di ruolo sull’attuale 5a B. Il preside ha preferito altre modalità che però all’atto pratico, per quattro anni di seguito, non hanno portato a nulla di risolutivo”.

I bambini hanno risentito di questo cambio di insegnanti?

“Assolutamente sì. La scuola elementare è quella della formazione delle competenze comunicative, delle abilità di base principali. Non stiamo parlando semplicemente di didattica, di argomenti affrontati, di grammatica o analisi logica. Qui manca proprio la capacità di costruzione di un periodo, di un pensiero elaborato, di scrittura di un tema. E’ mancata l’insegnante di italiano, che fa anche storia e inglese. L’insegnante di italiano ha un ruolo portante nella formazione di un bambino. E quattro anni passati così sono una cosa veramente drammatica”.

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    Redazione
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    A distanza di qualche giorno, il discorso di Mattarella del 10 settembre scorso a Lubiana, in Slovenia, prende sempre più la forma di un sincero grido di allarme sui pericoli che sta correndo l'Europa e il mondo. La Russia di Putin e i droni minacciosi di Mosca sconfinati in Polonia, da un lato, e i bombardamenti dell'aviazione israeliana su Doha, dall'altro, rappresentano un pericolo crescente, un «crinale - ha detto Mattarella da Lubiana - in cui anche senza volerlo si può scivolare in un baratro di violenza incontrollata». E a governare questa situazione sembrano essere tornati i "sonnanbuli" di un secolo fa, quei goveranti che - secondo l'ormai classica tesi dello storico di Cambridge Christopher Clark - nel 1914 portarono l'Europa e il mondo alla prima guerra mondiale. Ma le preoccupazioni di Mattarella non finiscono qui. Nel messaggio inviato agli ospiti del Forum Ambrosetti di Cernobbio dieci giorni fa, il capo dello stato ha denunciato «il ruolo straripante delle corporazioni globali (Big Tech, ndr), quasi delle nuove Compagnie delle Indie». Secondo Mattarella, tali società globali «si arrogano un'assunzione di poteri che - insieme all'impulso di dominio neo-imperialista di alcuni paesi - rischia di essere letale per il futuro dell'umanità». Parola del presidente Sergio Mattarella. Pubblica oggi ha ospitato lo storico Giovanni Gozzini, dell'università di Siena, autore insieme a Marcello Flores di "Perchè la guerra" (Laterza, 2024).

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