Approfondimenti

Ungheria, l’unico varco (con filo spinato) per l’Ue

Silvia Maraone è un’operatrice della Ong IPSIA Acli. Ci aveva raccontato alcuni giorni fa la situazione dei nuovi campi profughi sorti in Grecia dopo la chiusura di Idomeni. Le abbiamo chiesto di mandarci il suo diario, non solo dell’ultima missione di 12 giorni, ma dopo cinque viaggi e 15mila chilometri percorsi in dieci mesi lungo la rotta balcanica, dalla Grecia all’Ungheria.

Nella prima puntata, la Grecia e qualche considerazione generale sull’inadeguatezza della risposta europea al dramma dei profughi.

Nella seconda puntata, la situazione in Macedonia.

Nella terza puntata, la Serbia.

Qui l’Ungheria

L’Ungheria ha completato la costruzione di un muro fatto da reti e filo spinato alto quattro metri per una lunghezza di circa 150 chilometri, sulla frontiera meridionale di Schengen, che ha incluso anche un tratto fluviale e il passaggio ferroviario di Röszke.

Nonstante la politica tutt’altro che conciliante nei confronti dei migranti da parte del governo magiaro, l’unica via d’uscita rimasta aperta è il confine serbo-ungherese. Ogni giorno 15 persone vengono autorizzate dalle autorità ungheresi a passare dal valico di Horgos e altrettante dal valico di Kelebija, in quelle che sono definite transit zone.

Per gli altri in attesa, non resta che la strada della clandestinità, ma chi viene catturato in Ungheria ad attraversare illegalmente entro una fascia di territorio di 8 chilometri dal confine viene catturato, spesso malmenato e quindi respinto. Nonostante i rischi che si corrono, le persone continuano a cercare di passare attraverso i boschi e i fiumi. E’ così che il primo giugno – nel silenzio generale della stampa – è morto annegato nel fiume Tisza, in Ungheria, Farhan al-Hwaish un rifugiato siriano.

Al confine si sta ricreando in piccolo una situazione simile a quella di Idomeni. Da una parte l’Ungheria fa la parte della Macedonia, dall’altra la Serbia la parte della Grecia. I rifugiati vivono in tendopoli senza acqua corrente e senza che venga dato il permesso alle organizzazioni di costruire strutture di accoglienza o di operare se non per la distribuzione di acqua e cibo. Ma nonostante le condizioni terribili, vista la chance di poter essere inseriti nelle liste di accesso alla transit zone ungherese, i migranti continuano ad arrivare. Sono circa mille e cinquecento le persone dal lato serbo accalcate di fianco ai reticolati o nel centro di Subotica, nella speranza di poter passare in Ue.

I 30 fortunati (per lo più famiglie con donne e bambini) dovranno poi effettuare domanda di asilo in Ungheria e – se maschi soli in viaggio – devono passare sino a 28 giorni reclusi all’interno dei container blu disposti lungo la frontiera e guardati a vista dai militari, in attesa che la loro posizione venga vagliata dalla commissione ungherese, che definirà il respingimento o l’ingresso in uno dei centri di accoglienza del Paese.

I racconti di chi non ce la fa a passare sono tutti simili: utilizzo dei manganelli, pestaggi, cani poliziotto lasciati liberi. Nessuno si cura di quello che accade, nonostante le ripetute denunce da parte delle organizzazioni internazionali per i diritti umani.

Quali prospettive?

Allargare lo sguardo sulla storia e sulla geografia della Balkan Route, a un anno dalla sua apertura e (parziale) chiusura, ci racconta molto di più di una crisi contingentata a popolazioni in fuga da guerra e miseria. Ci dà un quadro chiaro di una politica europea che non si muove uniformemente e in cui gli Stati (sia membro, che non) utilizzano a proprio piacimento norme e cavilli non condivisi delle leggi di accoglienza e integrazione.

Ripercorrere le decisioni prese in questi mesi dai diversi Paesi ci fa capire l’equilibrio tra le forze in campo, i “dispetti” messi in atto gli uni contro gli altri: in questo momento storico nel vecchio continente non stiamo combattendo una guerra con le armi, ma con le persone.

Esserne consapevoli, informarsi e non sottostare muti al volere dei nostri governi, trincerandoci dietro filo spinato e paura del diverso, è il minimo passo che ogni cittadino con uno spirito democratico e pluralista dovrebbe compiere oggi.

  • Autore articolo
    Silvia Maraone
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    GR giovedì 25/04 15:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 25-04-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 25/04/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 25-04-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 24/04/2024 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 24-04-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Gli speciali di giovedì 25/04/2024 - ore 16:30

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 25-04-2024

  • PlayStop

    Conduzione musicale di giovedì 25/04/2024 delle 14:00

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 25-04-2024

  • PlayStop

    Gli speciali di giovedì 25/04/2024 - ore 12:30

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 25-04-2024

  • PlayStop

    25 aprile 1974 - 25 aprile 2024. La rivoluzione dei garofani compie 50 anni

    Gli eventi che portarono alla fine della dittatura fascista portoghese e il racconto della notte del golpe dei militari rivoluzionari nello speciale di Esteri a cura di Sara Milanese, Luisa Nannipieri e Alessandro Principe.

    Clip - 25-04-2024

  • PlayStop

    Gli speciali di giovedì 25/04/2024 - ore 10:01

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 25-04-2024

  • PlayStop

    Apertura Musicale di giovedì 25/04/2024

    Il primo mattino di Radio Popolare con musica e parole sulla Resistenza e la Liberazione, a cura di Barbara Sorrentini.

    Apertura musicale - 25-04-2024

  • PlayStop

    0091 di giovedì 25/04/2024

    Dalla musica classica alle produzioni elettroniche moderne, dai villaggi alla diaspora, l'India raccontata attraverso la sua musica. IG baaz_light_year

    0091 - 24-04-2024

  • PlayStop

    Jazz Ahead di mercoledì 24/04/2024

    Dischi nuovi, progetti attivi, concerti imminenti, ospiti appassionati, connessi al più che ampio e molto vivo mondo del Jazz e delle sue conseguenze. Musica, soprattutto, scelta con il desiderio di dare spazio alla scena contemporanea di un genere con un passato importante, ma la cui storia è ancora, decisamente, in corso. La sigla del programma è Theme Nothing di Jaimie Branch. A cura di Nina Terruzzi, in onda ogni mercoledì dalle 23.00 alla mezzanotte.

    Jazz Ahead - 24-04-2024

  • PlayStop

    News della notte di mercoledì 24/04/2024

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 24-04-2024

  • PlayStop

    Percorsi PerVersi di mercoledì 24/04/2024

    Poesie, liriche, sonetti, slam poetry, rime baciate, versi ermetici, poesie cantate. Ogni settimana Percorsi PerVersi incontra a Radio Popolare i poeti e li fa parlare di poesia. Percorriamo tutte le strade della parola poetica, da quella dei poeti laureati a quella dei poeti di strada e a quella – inedita – dei nostri ascoltatori.

    Percorsi PerVersi - 24-04-2024

  • PlayStop

    Il giusto clima di mercoledì 24/04/2024

    Ambiente, energia, clima, uso razionale delle risorse, mobilità sostenibile, transizione energetica. Il giusto clima è la trasmissione di Radio Popolare che racconta le sfide locali e globali per contrastare il cambiamento climatico e ridurre la nostra impronta sul Pianeta. Il giusto clima è realizzato in collaborazione con è nostra, la cooperativa che produce e vende energia elettrica rinnovabile, sostenibile, etica. In onda tutti i mercoledì, dalle 21 alle 22. In studio, Gianluca Ruggieri ed Elena Mordiglia. In redazione, Sara Milanese e Marianna Usuelli.

    Il giusto clima - 24-04-2024

  • PlayStop

    Quel che resta del giorno di mercoledì 24/04/2024

    I fatti più importanti della giornata sottoposti al dibattito degli ascoltatori e delle ascoltatrici. A cura di Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro

    Quel che resta del giorno - 24-04-2024

  • PlayStop

    Esteri di mercoledì 24/04/2024

    1-” Siamo tornati indietro di 80 anni con i diritti umani' Il rapporto annuale di Amnesty international. ( Riccardo Noury – Amnesty Italia) Intanto la comunità internazionale chiede un’indagine indipendente sulle fosse comuni a Gaza. 2-La Columbia University è diventata epicentro della protesta degli studenti per Gaza e della spaccatura della società americana sulla questione palestinese. Il punto di esteri ( Roberto Festa) 3-Cina - Stati uniti. Anthony Blinken a Shangahi prima tappa di un’importante missione diplomatica. Sul tavolo dei colloqui Medio oriente, ucraina, taiwan e soprattutto le relazioni bilaterali. ( Gabriele Battaglia) gabruiee 4-Metz Yeghérn, il "Grande Male". 109 anni fa il genocidio armeno. Dopo la generazione del silenzio Il ricordo tramandato da figli e nipoti delle vittime e dei superstiti. 6-Il 25 aprile portoghese. Oggi la terza puntata della rivoluzione dei garofani. ( Sara Milanese) 7-Romanzo a fumetti. La révolution des Œillets il graphic novel . Di Sandra Canivet Da Costa e Jay Ruivo. ( Luisa Nannipieri) 8-Progetti sostenibili. Lione a tutto tram. Nuovi veicoli da 43 metri al posto di quelli da 32 per rispendere alla crescita di utenti ( Fabio Fimiani)

    Esteri - 24-04-2024

Adesso in diretta