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Parigi, gli indignati della “Notte in piedi”

“Nuit debout”, notte in piedi, è il movimento cittadino nato giovedì scorso a Parigi dopo la giornata di mobilitazione contro la “Loi Travail” .

In Place de la République giovani e meno giovani, studenti, impiegati, migranti, operai, ricercatori, disoccupati, precari tentano di inventare un mondo migliore e reinventare la democrazia … E un nuovo linguaggio.

Giovedì 31 marzo è stata la giornata della grève génerale, lo sciopero generale. La notte, invece, è stata dedicata al rêve géneral, il sogno collettivo.

Hanno inventato anche un nuovo calendario, dopo il 31 marzo, è arrivato il 32 marzo. Altrimenti qualcuno avrebbe potuto pensare ad un pesce d’aprile.

In gruppi, seduti per terra, trattano diversi temi: dalle derive del capitalismo, al tradimento dell’atto supremo della democrazia, cioè votare. “I nostri sogni sono troppo grandi per le vostre urne”, recita uno striscione.

La notte tra domenica e lunedì, i dibattiti sono stati seguiti su Periscope da 80 mila persone, potevano essere anche di più ma, sostengono gli organizzatori, il server non ha retto.

Ieri, #35Mars, c’è stata un’ assemblea generale gestita dai contadini bio. Gli agricoltori sono stati accolti dagli applausi dei partecipanti. Sono seguiti altri dibattiti e concerti improvvisati. All’alba la piazza è stata evacuata dalla polizia. La prima volta ci fu una piccola carica, ma alla terza alba gli agenti hanno accettato di dividere con i giovani un caffè caldo.

All’inizio la Nuit debout fu snobbata dai mass media, perché nessuno scommetteva sulla resistenza degli indignati. Ieri Le Monde ha dedicato loro un lungo reportage dal titolo Alla quarta notte in piedi, la voglia di rimettere l’umano al centro.

Il loro modello, e non l’hanno mai nascosto, sono gli Indignados, il movimento spagnolo nato a Puerta del Sol, Madrid, il 15 maggio 2011. Ma come allora, nessuna oggi sa come si concluderà questa avventura.

Quello spagnolo si è trasformato in Podemos. Nei dibattiti, che abbiamo seguito su Periscope, la maggior parte non ha ancora le idee chiare ma molti si rifiutano di affidare i loro sogni a un leader mediatico, a un Pablo Iglesias parigino. Per il momento, il 56 per cento dei francesi li sostiene, secondo un sondaggio di le Parisien. Li sostiene perché protestano contro la precarizzazione del lavoro e contro il futuro incerto, le uniche cose che la politica sa oggi offrire ai giovani.

  • Autore articolo
    Chawki Senouci
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