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Con Bibbia e Costituzione, alla conquista della “terra”

È dalla Sagebrush Rebellion degli anni Settanta che lo scontro tra governo federale e milizie nel West americano non è così tesa. Quello che sta accadendo in Oregon in queste ore ripropone i temi tradizionali della destra radicale e anti-governativa ma si innesta anche sulla crisi economica che queste zone hanno conosciuto negli ultimi anni.

La contea di Harney è un’area rurale dell’Oregon orientale con poco più di settemila abitanti. Qui si vive tradizionalmente di bestiame e legname, ma gli ultimi anni non sono stati facili. La crisi ha soffiato sul fuoco dell’insofferenza nei confronti del governo federale, accusato di appropriarsi di gran parte della terra a danno degli allevatori.

Il simbolo dello scontro è diventata soprattutto una storia, quella di Dwight L. Hammond e di suo figlio Steven, ranchers 74 e 46 anni. I due sono stati condannati nel 2012 per avere appiccato il fuoco a terre di proprietà federale. Dwight e Steven si sono difesi spiegando che il fuoco era stato acceso sui propri terreni, per contrastare la diffusione di specie invasive e di altri incendi scoppiati nei campi di proprietà del governo. Dopo la condanna e un periodo in prigione, padre e figlio dovevano presentarsi in un carcere di San Diego per scontare l’ultima parte della pena.

Proteste a Burns in favore degli Hammond
Proteste a Burns in favore degli Hammond

È a questo punto che in una vicenda locale irrompe una milizia che negli ultimi anni ha conquistato visibilità nazionale. È la Bundy militia, guidata da Ammon Bundy, 40 anni, figlio di un rancher del Nevada salito alla ribalta due anni fa per un altro scontro col governo sull’uso di terre federali da parte degli allevatori. Bundy e i suoi uomini hanno occupato una serie di edifici federali del Malheur National Wildlife Refuge e dicono di non volerli abbandonare sino a quando non ci sarà vera giustizia per Dwight e Steven.

Ammon Bundy
Ammon Bundy

L’area occupata dalla milizia del Nevada si trova a circa 50 chilometri da Burns, la cittadina da dove vengono gli allevatori arrestati. Domenica, nel mezzo di una tempesta di neve, un gruppo di giornalisti è stato portato proprio nel “rifugio”, per una conferenza stampa. Accolti da uomini armati di guardia all’entrata e sui piani più alti del compound federale, i giornalisti sono stati condotti in un piccolo cottage in pietra, riscaldato al suo interno da un fuoco, diventato il quartier generale degli occupanti. Qui ha parlato Ammon Bundy, che ha spiegato di “essere pronto a restare per tutto il tempo necessario”, fino a quando la gente della contea di Harney “non potrà usare la terra in totale libertà”.

Davanti ai giornalisti, Bundy ha parlato in modo calmo e misurato. Il leader di questa milizia del Nevada vuole evitare l’accusa di terrorismo che da più parti arriva a lui e ai suoi uomini. I propositi di Bundy sono però tutt’altro che misurati. “Siamo pronti a usare la forza, nel caso ce ne fosse bisogno”, ha spiegato, accusando il governo di tirannia e di aver abusato dei suoi poteri: “Steven e Dwight Hammond non sarebbero stati oggetto di questo abuso se negli Stati Uniti si rispettasse la Costituzione. Quando il governo eccede i suoi poteri, è dovere del popolo reagire”.

Il Malheur National Wildlife Refuge durante l'occupazione della Bundy militai
Il Malheur National Wildlife Refuge durante l’occupazione della Bundy militai

Per ora le autorità federali non sembrano aver scelto la linea dello scontro frontale. Attorno al “fortino” occupato dalla milizia radicale non si vedono FBI e agenti, anche se lo sceriffo della contea, David Ward, ha parlato in termini molto duri: “Questi uomini sono arrivati nella nostra contea proclamando di essere una milizia a sostegno dei ranchers locali. In realtà, questa gente ha altri motivi, in particolare quello di rovesciare il governo federale e della contea, nella speranza di accendere un movimento di protesta in tutti gli Stati Uniti”.

Anche Ammond Bundy, nelle sue dichiarazioni alla stampa, ha fatto di tutto per evidenziare che quella in corso non è una semplice occupazione per allargare le aree di pascolo del bestiame. “Abbiamo intenzione di far valere i diritti del popolo sulla terra”, ha spiegato. “Quello che sta succedendo qui è il sintomo di un problema enorme, quello della sottrazione delle terra agli americani da parte del governo centrale”. In accordo con l’ideologia dei gruppi della destra paramilitare, Bundy ha anche aggiunto che “basta leggere la Costituzione o dare un’occhiata alla Bibbia per capire chi ha ragione”.

Il simbolo della Bundy militia su Facebook
Il simbolo della Bundy militia su Facebook

Da quando l’occupazione ha avuto inizio, il rifugio federale è stato oggetto di arrivi da parte di molti membri di milizie degli Stati dell’Ovest. Per ora, però, la gente della contea di Harney preferisce tenersi lontana dall’area. Se molti dicono di appoggiare le rivendicazioni sulla terra della milizia, la paura è che lo scontro possa diventare violento, e che questo spicchio di terra dell’Oregon rurale possa diventare teatro di esplosione per frustrazioni molto più ampie e profonde.

  • Autore articolo
    Roberto Festa
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    C’è un tesoro in Italia, ambito da sempre, ed è il tesoro delle Assicurazioni Generali. Chi comanda a Trieste, comanda su un pezzo importante del paese. Per 70 anni il tesoro delle Generali è stato controllato da Mediobanca, che una volta era il salotto del capitalismo familiare italiano e oggi è una solida banca milanese. Nell’ultimo anno, grosso modo, due capitalisti nostrani, non si sa se anche coraggiosi, Francesco Gaetano Caltagirone, insieme a Francesco Milleri, hanno portato a termine il colpo del secolo: con un’operazione di scambio di azioni – e con il concorso esterno del MPS, fino a qualche mese fa banca di stato - hanno cacciato i vecchi azionisti dagli uffici di piazzetta Cuccia a Milano (Mediobanca) e al loro posto ci hanno messo se stessi più alcuni amici. In questo modo l’immobiliarista e editore Caltagirone, insiene al socio un po’ litigioso degli eredi Luxottica, hanno preso il controllo di Mediobanca. E lo hanno fatto con l’aiuto del MPS, banca pubblica privatizzanda. Preso il controllo di Mediobanca, i “nostri” Caltagirone&Soci hanno cominciato a vedere terra, la costa triestina, la casa mitteleuropea di Generali. Ora, su tutta questa operazione – sommariamente sintetizzata – qualcosa non ha funzionato. La Procura di Milano sta indagando per il mancato rispetto di alcune importanti formalità da codice penale: il “concerto” non previsto, il rispetto del “mercato” e delle autorità di controllo. Aspettiamo fiduciosi che la giustizia faccia il suo corso, mentre la politica rivendica i suoi meriti, giusti o sbagliati che siano. Pubblica oggi ha ospitato il giornalista e saggista Vittorio Malagutti (Domani) e il senatore del Pd Antonio Misiani.

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