
Una delle ultime tappe della campagna referendaria di Elly Schlein, quella odierna, è nelle Marche dove Matteo Ricci, ex renziano ma ora con la segreteria, si candida alle regionali dell’autunno. L’obiettivo è quello di convincere anche chi stava da quella parte, chi votava dieci anni fa Renzi ed aveva approvato il Job act, a recarsi domenica a votare i referendum, che vede tutti i promotori impegnati per raggiungere il quorum e rendere così valido il voto. Ma per i partiti di sinistra ha anche un altro valore, nel caso il quorum non si dovesse raggiungere si dovrà capire la misura della sconfitta, pesarla e farla pesare alla destra se il risultato, anche sotto la soglia del quorum, sarà importante. È la battaglia innanzitutto di Elly Schlein che dopo le primarie è ora con questo referendum che potrà capire e valutare la presa che ha sul partito, più di quanto siano state le amministrative e le europee, il risultato potrà confermare la sua leadership, anche nei confronti di una minoranza a cui non ha chiesto abiure ma che per alcuni esponenti si è già espressa per un non voto. Il quorum vuol dire portare alle urne 25 milioni di elettori, se dovessero essere meno di quella cifra, quella percentuale avrà un peso importante, se saranno più di dodici milioni saranno più elettori di quanti hanno votato per la destra nel 2022, una destra che oggi si è schierata, ad eccezione del partito di Lupi, tutta per l’astensione, compresa Giorgia Meloni, il suo andare al seggio e non votare equivale ad un’astensione. A quasi due anni dalle politiche del 2027 il referendum misura anche la forza di tutte le opposizioni unite, soprattutto la sinistra, ed è questa la sfida e la scommessa di Elly Schlein, un campo largo per battere la destra e che oggi si ritrova insieme per i cinque referendum o comunque per una battaglia per il quorum.