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Tra Buddha e Jimi Hendrix

Sadhguru, le motociclette e il più Grande Programma di Meditazione mai realizzato in Italia!

Urrà! Urrà! Sadhguru, il selvaggio mistico indiano che gira il mondo in moto per sensibilizzare sull’importanza di salvare il pianeta, e le cui illuminati parole sono seguite da star internazionali come Mike Tyson e Will Smith, solo per citare i primi due che mi vengono in mente, finalmente tornerà in Italia, il primo ottobre a Milano! Una giornata intera con lui per parlare di yoga, meditazione, ambiente e dell’unica rivoluzione possibile: quella interiore.
È difficile spiegare a parole quanto riesca a trasmettere Sadhguru con i suoi incontri: lucidità, visione, consapevolezza, ironia, una profonda conoscenza della natura umana. E tanto, tanto altro. Lo ripeto, è difficile spiegarlo a parole ma basta vederlo e sentirlo e tutto diventa chiaro come un torrente di montagna. È come spiegare a qualcuno che non l’ha mai assaggiato il sapore di, che so, un cocco. Come glielo spieghi? Però basta un morso è tutto torna.
Nei momenti più bui e complessi degli ultimi anni, i video, i libri e i discorsi di Sadhguru mi hanno aiutato enormemente, regalandomi nuovi punti di vista. Si può dire abbia spronato la mia coscienza a muovere il culo e saltellare un po’ più su, verso stati più elevati. E la cosa meravigliosa è che Sadhguru riesce a fare tutto questo usando siringate di ironia, quindi alla fine impari mentre stai ridendo. Per questo e molto altro, consiglio a tutti di prenotarsi e andare a sentirlo il prossimo primo ottobre. Mi ringrazierete. Anche perché l’evento che vedrà protagonista il fondatore di Isha Foundation all’Allianz Cloud di Milano sarà il più grande programma di meditazione mai organizzato nel nostro paese, sono attese ben 5.000 persone.
Il programma di Milano prevede meditazioni guidate, domande e risposte dal vivo e sessioni interattive, insomma del gran bel carburante per la crescita interiore.
Oltre all’evento in sé, la Fondazione Isha organizzerà diverse iniziative di sensibilizzazione, tra cui workshop e programmi di volontariato, per arricchire ulteriormente l’esperienza dei partecipanti ed estendere l’impatto del programma al di là del raduno.
Per informazioni o per iscrivervi potete mandare una mail a italy@ishafoundation.org, oppure andate su questo link per ottenere tutte le informazioni. https://ishaeu.org/Sadhguru-A-Milano
In quanto a me, statene certi, partirò da Genova e sarò a Milano già di mattina prestissimo. E se ne recupero una, manco a dirlo, verrò in moto.

  • Federico Traversa

    Genova 1975, si occupa da anni di musica e questioni spirituali. Ha scritto libri e collaborato con molti volti noti della controcultura – Tonino Carotone, Africa Unite, Manu Chao, Ky-Many Marley – senza mai tralasciare le tematiche di quelli che stanno laggiù in fondo alla fila. La sua svolta come uomo e come scrittore è avvenuta grazie all'incontro con il noto prete genovese Don Andrea Gallo, con cui ha firmato due libri di successo. È autore inoltre autore di “Intervista col Buddha”, un manuale (semi) serio sul raggiungimento della serenità mentale grazie all’applicazione psicologica del messaggio primitivo del Buddha. Saltuariamente collabora con la rivista Classic Rock Italia e dal 2017 conduce, sulle frequenze di Radio Popolare Network (insieme a Episch Porzioni), la fortunata trasmissione “Rock is Dead”, da cui è stato tratto l’omonimo libro.

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Mia cara Olympe

Brescia e gli alibi della violenza

“I contegni di compressione delle libertà morali e materiali della parte offesa da parte dell’odierno imputato sono il frutto dell’impianto culturale e non della sua coscienza e volontà di annichilire e svilire la coniuge per conseguire la supremazia sulla medesima, atteso che la disparità tra l’uomo e la donna è un portato della sua cultura che la medesima parte offesa aveva persino accettato in origine”. (Italia, ottobre 2023, conclusioni del pubblico ministero nel processo contro un uomo del Bangladesh, accusato di avere per anni maltrattato fisicamente e psicologicamente la propria moglie, cittadina italiana di origini bengalesi, sposata con un matrimonio combinato).

“Fece eco nel 2003 la condanna  a 9 anni – rispetto agli 84 chiesti dall’accusa – di un uomo di Barcellona, accusato di aver maltrattato durante 27 anni la sua famiglia e di aver abusato sessualmente delle due figlie. Antonio Esteban Garcia, è il suo nome, si difese in aula facendo ammenda della sua ‘educazione franchista’ in cui ‘era normale trattare con violenza la moglie e i figli”. E riuscì ad approfittare dei benefici del vecchio Codice penale” (Paola Del Vecchio, tratto da Stupro, 20 ottobre 2006)

Trovate le differenze, viene da dire, come nei giochi della Settimana enigmistica. Non ce ne sono tante, purtroppo. Era il 2003, era la Spagna che faticava a uscire dall’epoca franchista, nel primo caso. Vent’anni dopo e tanta acqua passata sotto i ponti  in tema di azioni, ragionamenti, leggi, progetti contro la violenza sulle donne, a Brescia, in un processo, accade quel che avete letto sopra: l’accusa chiede l’assoluzione di un uomo maltrattante perché non è lui, ma la sua ‘cultura’ ad alzare le mani, minacciare, costringere, spaventare, segregare la donna che ha sposato e che a quella ‘cultura’ non si conforma.

Proprio vero: gli alibi della violenza, gli alibi prestati alla violenza maschile sono infiniti. E, a volte, paiono inscalfibili persino nella testa di chi dovrebbe restituire giustizia in un’aula di tribunale. Poi ci si domanda come mai ci sia, tra le vittime, una diffusa sfiducia nella giustizia. Poi ci si domanda dove siano finiti la nostra Costituzione, il nostro apparato legislativo eccetera eccetera. Poi ci si chiede quale indiretto effetto confermativo  e autoassolutorio può avere una pronuncia del genere: se non sono io, uomo adulto e in possesso delle mie facoltà mentali, ad alzare le mani ma la mia ‘cultura’ che colpa ne ho, alla fine? A Esteban Garcia, vent’anni fa in Spagna, è andata ‘bene’: vedremo cosa dirà, ad ottobre, la sentenza di Brescia.

 

  • Assunta Sarlo

    Calabromilanese, femminista, da decenni giornalista, scrivo e faccio giornali (finché ci sono). In curriculum Ansa, il manifesto, Diario, il mensile E, Prima Comunicazione, Io Donna e il magazine culturale cultweek.com. Un paio di libri: ‘Dove batte il cuore delle donne? Voto e partecipazione politica in Italia’ con Francesca Zajczyk, e ‘Ciao amore ciao. Storie di ragazzi con la valigia e di genitori a distanza’. Di questioni di genere mi occupo per lavoro e per attivismo. Sono grata e affezionata a molte donne, Olympe de Gouges cui è dedicato questo blog è una di loro.

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L'Ambrosiano

Giovanni XXIV e l’ordine del tempo

«In Vietnam, se non andrò io, andrà Giovanni XXIV». La battuta di Francesco è un piccolo capolavoro; ripropone la densità della storia recente e getta luce su un futuro buio. Di ritorno dalla Mongolia, Paese incuneato tra Russia e Cina, grande più di cinque volte l’Italia ma con un numero di cattolici inferiore a quello d’un nostro borgo, neanche duemila (una botta di
Bergoglio alla mentalità di folle, bandierine, appartenenze) si affida a un nome, Giovanni, che sa di speranza. Giovanni XXIII ha tanto da dire oggi. Roncalli era molto sentito dalla gente. La sera dell’apertura del Concilio, 11 ottobre 1962, invocato dalla folla in piazza San Pietro disse: «Persino la luna si è affrettata stasera. Osservatela in alto, a guardare questo spettacolo»; «Continuiamo a volerci bene così; a cogliere quello che ci unisce, lasciar da
parte, se c’è, qualche cosa che ci può tenere un po’ in difficoltà»; «Tornando a casa, troverete i bambini. Date loro una carezza e dite: “Questa è la carezza del Papa”». Dopo 15 giorni il Papa scongiurò lo scontro USA/URSS per i missili a Cuba; dalla Radio Vaticana tenne un discorso il cui testo era stato prima consegnato agli ambasciatori delle due superpotenze. Confermò che la
Chiesa avrebbe lavorato per la pace con la Pacem in terris. Ulteriore monito della battuta di Francesco: il Vietnam ove «andrà Giovanni XXIV» «come una simpatia nel dialogo», ha segnato generazioni con una lunga guerra. Sulla scia di richiami e nessi: scrive Rovelli ne L’ordine del tempo: «Il futuro è incertezza, desiderio, inquietudine, spazio aperto, forse destino». Allo
squadernarsi di prospettive dà parole la poesia: per Rovelli è «saper vedere al di là del visibile». Poeta delle immagini Liliana Cavani riprende il libro dello scienziato per il bellissimo film presentato a Venezia. La regista Leone d’oro alla carriera ha coraggio oltreché arte: rappresenta un’umanità minacciata d’estinzione da un meteorite che però alla fine si salva. Dopo la grande paura la scampa: il sasso spaziale la sfiora con una gran luce e si perde. Luce, difese e convenienze mollate ognuno trova spazi di verità in sé e con gli altri. Le battute somigliano alla poesia: tolgono veli e pungolano per scelte vere.

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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Tra Buddha e Jimi Hendrix

“We’re living in a jungle, baby” – Come gestire la rabbia e gli arrabbiati

Mai come oggi ci si insulta, manda al diavolo, giudica. Le persone si feriscono l’una con l’altra per il semplice gusto di farlo. Succede a scuola, sul posto di lavoro, nei rapporti di coppia oppure in famiglia, il luogo sicuro dove ci sentiamo più protetti. E questo presente che ci vuole connessi e in vetrina H24 di certo non aiuta.
Le persone passano ore con il muso sullo schermo del telefono o sul PC, in competizioni con gli altri per apparire più belli, di successo, risolti.
E allora scaricano la propria frustrazione sugli altri, spesso su chi gli è più vicino: il partner, il figlio, il collega, l’amico del cuore. A volte invece lo fanno semplicemente per sfogare lo stress e la tensione del momento, una valvola di sfogo come andare a fare una corsa e cento vasche in piscina. Offendono come ti volessero ammazzare e poi dopo due minuti fanno come se niente fosse. La leggenda racconta, per fare un esempio, che il grande Miles Davis venisse spesso preso da improvvisi attacchi d’ora, salvo dimenticare tutto appena sbollita l’incazzatura. Si dice che una volta licenziò un facchino perché riteneva non camminasse a tempo.
Sia quel che sia il motivo degli insulti “a gratis” fare da pungiball, che che ne dicano i cinici, non è per niente divertente.
“We’re living in a jungle, baby” cantava compiaciuto Axl Rose, ma essere vittime di questa giungla è divertente solo in certi film o nel video della bella canzone dei Guns N’Roses, non certo nella vita vera. Perché, diciamo la verità, essere pungiball della rabbia repressa delle persone a noi vicine è frustrante come ascoltare i Pink Floyd con uno stereo dalle casse gracchianti. Alla lunga ti esaspera.
Essere costretti a subire insulti e cattiverie a ogni piê sospinto alla fine finisce per farci del male, per quanto forti e distaccati ci sforziamo di essere. Perdiamo sicurezza in noi stessi, in quello che crediamo, a volte persino nel nostro posto in questo spicchio di universo.
Quindi serve consapevolezza e una visione chiara, a prova di insulti. Se ci troviamo in questa situazione dobbiamo innanzi tutto realizzare chiaramente che: le persone luminose e centrate vogliono che lo siano anche gli altri. Le persone tormentate e irrisolte, spesso, sperano che anche chi gli sta vicino stia male.
Se stai bene, in pace col mondo, l’ultima cosa che vuoi è litigare o fare male a qualcuno. Anzi vorresti che tutti fossero del tuo identico umore.
Quindi chi insulta, offende, grida, usa le parole come un’arma è una persona che sta male. Ecco, realizzare questo aspetto aiuta a ribaltare la prospettiva e ci mette in una posizione di forza.
Quando te ne rendi conto, si ribaltano le gerarchie: la persona forte, quella che è in una posizione di forza e stabilità sei tu e quindi puoi gestire una guerra che, alla fine, non ti riguarda perché è solo fra chi ti insulta e la sua rabbia. Quindi puoi non dargli importanza e andare avanti. Certo, lo so, ci vuole una pazienza da santi, la stessa che serve per ascoltare un pomeriggio intero lo stesso disco dei Dreams Theather, ma può funzionare.
E magari, se proprio vi trasformate in un Gandhi di questi anni, riuscirete anche ad aiutare l’aggressore di turno, che spesso, lo abbiamo già detto, è una persona a voi molto vicina.
E comunque, che si riesca a tendere la mano o meno, si riesce a perdonare, non dargli peso e andare avanti con la nostra vita.
Si racconta che un pomeriggio il Buddha stava parlando davanti a una folla di persone quando un uomo si avvicinò e cominciò a insultarlo dicendogli cose terribili e molto offensive.
Il Buddha lo ignoro completamente restando immobile e in silenzio, finché l’uomo esasperato se ne andò.
A quel punto uno dei discepoli, parecchio turbato, chiese al Buddha perché si fosse fatto insultare in quel modo senza reagire.

Il Buddha sorridendo rispose: “Se io ti regalo un cavallo e tu non lo accetti, di chi è il cavallo?”.
“Se io non lo accettassi, il cavallo continuerebbe ad essere vostro, maestro” rispose il discepolo.

Il messaggio del Buddha è che, nonostante alcuni decidano di perdere il loro tempo gettandoci addosso la loro frustrazione, noi possiamo scegliere di non accettare le loro parole o meno, come faremmo con un regalo qualsiasi.
Così il veleno resterà a marcire nella bocca di chi insulta.
E, nel frattempo, canticchiare il testo dell’immortale “Poison” di Alice Cooper, forse, potrà aiutarci

  • Federico Traversa

    Genova 1975, si occupa da anni di musica e questioni spirituali. Ha scritto libri e collaborato con molti volti noti della controcultura – Tonino Carotone, Africa Unite, Manu Chao, Ky-Many Marley – senza mai tralasciare le tematiche di quelli che stanno laggiù in fondo alla fila. La sua svolta come uomo e come scrittore è avvenuta grazie all'incontro con il noto prete genovese Don Andrea Gallo, con cui ha firmato due libri di successo. È autore inoltre autore di “Intervista col Buddha”, un manuale (semi) serio sul raggiungimento della serenità mentale grazie all’applicazione psicologica del messaggio primitivo del Buddha. Saltuariamente collabora con la rivista Classic Rock Italia e dal 2017 conduce, sulle frequenze di Radio Popolare Network (insieme a Episch Porzioni), la fortunata trasmissione “Rock is Dead”, da cui è stato tratto l’omonimo libro.

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L'Ambrosiano

Nostalgia del fuoco

Oppenheimer: un successo. Perché? Nolan pone la nascita dell’atomica nel mito: senza i legami della vita con le eterne vicende dell’animo umano e dei rapporti di esso con l’altro da noi, il cielo, la storia delle storie brancoliamo nel buio, ci catturano presentismo e micragnosità: è il caos. Prometeo è il mito di Nolan: ruba il fuoco agli dei e lo dà agli uomini, i quali devono scegliere: sapere e eros al servizio di vita e bene comune o mezzo per annientare gli altri, se stessi, la terra. L’atomica, realtà e grande metafora. Il film bellissimo (tre ore e non te n’accorgi) racconta il controverso padre dell’atomica, i rapporti scienza/politica (interna e geo), lo spaesamento d’un’umanità che ha perso l’innocenza a Hiroshima e Nagasaki: con la tragedia nucleare credeva d’aver toccato il fondo, chiuso con le guerre. Il fuoco usato invece per seminare morte è rimasto tra braci in apparenza controllabili (guerre a bassa intensità!) e conflitti agiti sino all’invasione russa: guerra tradizionale, con minaccia nucleare annessa. Nolan vola alto, pone domande e dai livelli a cui eleva spiattella la contraddizione: rispondere al bisogno di pensare in grande, recuperare idealità e immaginazione, miti di rigenerazioni, riscatti perché in gioco v’è l’esistenza di uomo e pianeta (clima, povertà, ingiustizie, discriminazioni, relazioni incattivite); o affogare nella palude. Sulla scia di Oppenheimer credo vi sia un’Italia del fuoco, un po’ prometeica,  con un’etica pubblica per sanità, scuola, migranti, giustizia sociale, rapporti (Brics, Africa, Europa che cerchi pace non solo armi) oltre a quella che Tele Meloni presenta come realtà, invece è di cartone (spot di Santanché; poveri che mangiano meglio dei ricchi: il cognato), inconcludente (promesse senza soldi né classe dirigente credibile), un po’ odiosa (Cutro, Comuni a pagare imprevidenze di Roma), spocchiosa (riflettori sui viaggi di Meloni come fosse Colombo), brava nell’incolpare altri (Bruxelles, governi precedenti) di pochezze proprie. Ha scritto Alda Merini: «Ogni mattina il mio stelo vorrebbe levarsi nel vento»; vento, spirito, libertà, parenti stretti del fuoco: tutti figli del sogno. Miti e poesia  sono semi di un’Italia possibile.

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    Rassegna stampa - 17-06-2025

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Vieni con me! è un’ora in cui prendere appunti tra condivisione di curiosità, interviste, e il gran ritorno di PASSATEL, ma in forma rinnovata!! Sarà infatti partendo dalla storia che ci raccontano gli oggetti più curiosi che arriveremo a scoprire eventi, iniziative od occasioni a tema. Eh sì, perché poi..ci si incontra pure, altrimenti che gusto c’è? Okay ma dove, quando e poi …con chi!?! Semplice, tu Vieni con me! Ogni pomeriggio, dal lunedì al venerdì, dalle 16.30, in onda su Radio Popolare. Per postare annunci clicca qui Passatel - Radio Popolare (link - https://www.facebook.com/groups/passatel) Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa, un oggetto particolare o proporti come espert* (design, modernariato o una nicchia specifica di cui sai proprio tutto!!) scrivi a vieniconme@radiopopolare.it Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni

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    Angelo Trabace presenta il nuovo disco "Abbash"

    Abbash, il nuovo disco di Angelo Trabace, è un viaggio verso la propria crescita e le proprie radici, un percorso che ha coinvolto la famiglia, la terra, il suono, il silenzio e il rapporto, a volte complicato, con lo strumento del pianoforte. Oggi a Jack ne ha parlato con Matteo Villaci, suonando anche tre brani dal vivo.

    Clip - 20-06-2025

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    Playground di venerdì 20/06/2025

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per 90 minuti al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 16.30.

    Playground - 20-06-2025

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    Jack di venerdì 20/06/2025

    Jack è il magazine musicale quotidiano di Radio Popolare: Matteo Villaci vi accompagna tra le ultime novità discografiche e le notizie del giorno, con approfondimenti, interviste e speciali. Senza mai dimenticare la passione per la musica dal vivo, con i nostri imperdibili minilive.

    Jack - 20-06-2025

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    "Water's dreams", la mostra fotografica del fotoreporter Giorgio Bondi

    Il 14 giugno è stata innaugurata "Water's dreams", una mostra fotografica dedicata all'acqua, con scatti del reporter geografico sandonatese Giorgio Bondi. L'esposizione sarà visitabile gratuitamente fino al 7 settembre negli orari di apertura di Cascina Roma, a San Donato Milanese. Il servizio di Tiziana Ricci con l'intervista al fotografo.

    Clip - 20-06-2025

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    Musica leggerissima di venerdì 20/06/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

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    Considera l’armadillo di venerdì 20/06/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

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    Cult di venerdì 20/06/2025

    Oggi a Cult: il Pesaro Film Festival 2025; la mostra "Water's Dreams" di Giorgio Bondi alla Cascina Roma di S. Donato Milanese; la fisarmonicista Giulia Bertasi in concerto con il suo trio al Teatro Gerolamo di Milano; la rubrica di fumetti di Antonio Serra...

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    Se non è febbre, quasi. 37 e 2 è la trasmissione dedicata ai temi della sanità, dell’invalidità e della non autosufficienza. Dalle storie di vita reale ai suggerimenti su come sopravvivere nei meandri della burocrazia. Conducono Vittorio Agnoletto e Elena Mordiglia.

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