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Tre anni di scandali a Palazzo Lombardia

Tre anni di inchieste giudiziarie, ancora sulla sanità, oltre che sulle opere pubbliche. L’attesa e annunciata discontinuità della giunta regionale di Roberto Maroni, con gli scandali che hanno portato alle fine anticipata delle amministrazioni di Roberto Formigoni, non si vede.

Proprio nel terzo anniversario dall’elezione, il numero uno di Palazzo Lombardia si è visto arrestare il presidente della commissione sanità Fabio Rizzi, colui che avrebbe voluto assessore e che di fatto era il consigliere più ascoltato da Maroni, per competenza e affinità politica, arrivando dal Varesotto, la terra di elezione del Carroccio. L’accusa è di aver ottenuto tangenti per i servizi odontoiatrici pubblici esternalizzati ad aziende riconoscenti.

Altro cardine della maggioranza di Maroni finito agli arresti a ottobre dell’anno è l’ex assessore regionale alla sanità Mario Mantovani, per lui l’accusa è di aver fatto ottenere incarichi pubblici, come per la ristrutturazione dell’ospedale di Magenta, all’architetto che si è occupato della vendita e ristrutturazione di alcune sue proprietà. Nella stessa inchiesta è anche indagato per abuso d’ufficio, ma in posizione marginale, l’assessore al bilancio Massimo Garavaglia, altro uomo di fiducia del presidente Maroni. Avrebbe sollecitato l’affidamento a un’associazione del territorio il trasporto in ospedale di persone dializzate. Per questo è indagato anche l’ex direttore della Asl 1 di Milano Giorgio Scivoletto, vicino a Mantovani.

Problemi giudiziari tra i dirigenti della sanità pubblica lombarda li troviamo anche nello scandalo sugli appalti pubblici e opere Expo del maggio 2014, per cui erano finiti in carcere il direttore della pianificazione dell’Esposizione Angelo Paris, e i faccendieri Gianstefano Frigerio e Primo Greganti. In questo scandalo sono indagati Patrizia Pedrotti e Paolo Moroni, rispettivamente ex direttori amministrativo e generale dell’ospedale di Melegnano, e Daniela Troiano ex direttore generale dell’azienda ospedaliera di Pavia.

Come non dimenticare nel marzo del 2014 l’arresto di Antonio Rognoni direttore di Infrastrutture Lombarde, l’azienda della Regione che si occupa degli appalti di tutte le grandi opere. Il dirigente avrebbe truccato una serie di appalti e senza l’opera della magistratura magari sarebbe diventato sub-commissario di Maroni all’Expo.

Infine lo scandalo che ha portato alle dimissioni del presidente delle Ferrovie Nord Milano Norberto Achille per i maxi rimborsi a spese del contribuente.

Il presidente Roberto Formigoni tre anni e mezzo fa, approfittando delle vicine elezioni politiche, si dimise. Il presidente Roberto Maroni per ora esprime stupore, delusione e “rude incavatura”. Forse i lombardi meritano altro.

  • Autore articolo
    Fabio Fimiani
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