Approfondimenti

Scienceground. Una comunità scientifica nuova.

E’ un innamoramento quello che mi prende conoscendo e ascoltando le giovani persone che hanno dato vita a Scienceground. Li incontro al liceo Isabella d’Este, il loro quartier generale, durante il Festival della letteratura di Mantova. Una grande sala disadorna, con alcuni tavoli pieni di microscopi e manifesti scritti a mano, incollati alle pareti, tra cui campeggia una citazione di Mark Twain. “Sognai che l’universo visibile è persona fisica di Dio; che i vasti mondi che noi vediamo scintillare, milioni di miglia lontano nelle distese dello spazio, sono corpuscoli nel sangue delle sue vene; e che noi e le altre creature siamo i microbi che saturano i corpuscoli di vita innumerevole.”Sui muri pure una più tradizionale frase del filosofo della scienza di Karl Popper sulla verifica e falsificazione dei risultati. Nel chiostro qualcuno su una lavagna ha tracciato lo schema di una elementare Intelligenza Artificiale. Questi esempi testimoniano uno dei cardini di Scienceground: le contaminazioni. Tra diverse discipline, diversi metodi di spiegazione e indagine, tra diversi livelli di conoscenza e diversi linguaggi, ottenendo una sorta di “ambiente scientifico” insieme accogliente e variegato, dove appunto possano convivere i microbi, l’asse portante di quest’anno, e l’Intelligenza Artificiale, e/o Machine Learning, più le varie altre domande e curiosità che chi arriva può esprimere, magari sedendosi in una sorta di salottino con qualche libro a disposizione.

 

Il glorioso e vetusto – i cessi sono ancora alla turca – istituto Isabella d’Este sta fuori dalle traiettorie del Festival della Letteratura e non puoi capitarci deambulando a caso. Se ci vieni è per scelta. Nemmeno gli organizzatori sanno dirti se sia semplicemente capitato per comodità o per loro volontà di separazione dai meccanismi propri del festival, con le sue folle, le sue pubblicità e sponsorizzazioni, i suoi eventi coi tempi contingentati in modo rigido, o rigoroso che dir si voglia. Mentre gli eventi di Scienceground non hanno durata. Non sono incalzati da altri eventi impacchettati prima e dopo, continuano fin quando la discussione non si esaurisce naturalmente. Lo spaziotempo non è tutto pieno e già strutturato, ma ha dei vuoti che aprono la possibilità, il desiderio, la libertà di fare qualcosa per riempirlo, magari in modi imprevisti. Se si vuole siamo in presenza di uno spaziotempo pulsante dove l’energia non si distribuisce uniforme ma a sprazzi. Questa destrutturazione dello spaziotempo significa che l’indefinito/l’indefinizione diventa il motore perchè lì nascono le domande e l’interesse dei singoli come dei gruppi.

 

Ma entriamo ora all’assemblea di bilancio che Scienceground tiene in fine del festival. Partecipa una trentina più o meno di persone. Due dati saltano agli occhi: la giovinezza dei presenti, dai giovanissimi ai più adulti, e il gran numero di ragazze, il che è poco comune per una riunione scientifica, le scienze essendo ancora in genere popolate in maggioranza consistente da uomini. Inoltre nel dibattito si capisce che i/le partecipanti hanno livelli di conoscenza tecnica assai diversi, dallo studente di primo acchito ai dottorandi fino ai ricercatori già operativi e a un paio di docenti universitari/e, forse più. Il che non crea nessuna barriera, non ci sono docenti e discenti, il discorso corre fluido tra quelli che intervengono. La dico così: si tratta in questo senso di una comunità egualitaria, dove però ognuno è se stesso, una singolarità che si propone agli altri.

 

Non c’è una autorappresentazione e/o un’autodescrizione eccessiva, nessuna voglia di una visibilità sopra le righe, per esempio sui social media; piuttosto un ritegno e una discrezione. Ne’ ambiscono i miei amici/amiche di Scienceground a diventare un’istituzione neppure nell’ambito del festival che pure in qualche modo rinnovano, e un poco scuotono dalla routine del previsto e prevedibile. Anzi “non essere una istituzione è la nostra forza”. Per certi versi, e mi si perdoni il paragone certo improprio, sembra di assistere alla riunione di uno di quei gruppi extraparlamentari alle soglie del ’68 – 69 che poi daranno vita alla sinistra rivoluzionaria. Lo spirito mi par lo stesso, e stessa la curiosità e voglia di innovazione, per non dire: rivoluzione. Se le contaminazioni sono il primo volano che attiva la dinamica, poi intervengono i laboratori e i gruppi di lettura: ecco le nervature per ora del progetto. Che poi si fatica a distinguere se è un progetto che s’incarna in un gruppo, o viceversa. Un po’ come l’uovo e la gallina. In funzione della condivisione dei valori della scienza, che è il nocciolo duro. Condivisione con chi? Con tutti/e.

 

In altro linguaggio: credo che si propongano in modo più o meno esplicito la riappropriazione sociale della scienza, a cominciare con un’opera di “alfabetizazzione scientifica”. Una idea anche presente negli scritti di Marx, si pensi al famosissimo frammento sulle macchine pubblicato nei Quaderni Rossi, numero 4 credo. Messa così direi che Scienceground incrocia scienza e democrazia, ma in modo lieve danzando sulle punte dell’intelligenza critico ironica, e non camminando cogli scarponi dell’ideologia. Qualcuno parla di costruire “la casa dello scienziato” che s’immagina aperta e vivente in un quartiere, o meglio: in ogni quartiere. Diciamo così: l’opposto della torre d’avorio. Per finire questo breve e troppo schematico racconto di una cosa molto più ricca e problematica, vorrei proporre una dimensione che non è entrata in modo esplicito nella discussione. Se vogliamo: introdurre un altro grado di libertà. La ricerca scientifica. Nell’orizzonte degli eventi di Scienceground compare? E se sì, come? Può pensarsi e costituirsi Scienceground oltreché sugli assi della comunicazione, della educazione scientifica, della filosofia naturale in senso lato, della sperimentazione progettuale e linguistica, del dialogo e condivisione, anche attorno a un asse di ricerca scientifica che coinvolga le diverse discipline, tecniche, esperienza e competenza dei singoli/e, in una mixitè capace di produrre problemi scientifici di frontiera da iniettare nel corpo della ricerca militante? Detto in altro modo: può Scienceground che già oggi è una esperienza originale e unica certamente in Europa, ma a occhio direi: nel mondo, diventare il generatore di nuovi territori di ricerca scientifica? A questo punto, lasciando in sospeso la domanda, me la cavo con ironia dicendo: ai posteri l’ardua sentenza.

 

Foto | scienceground.it

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 23/12 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 23-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 23/12 17:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 23-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 23/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 23-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 23/12/2025 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 23-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    PoPolaroid di mercoledì 24/12/2025

    Basil Baz evoca il suo amore per la Polaroid, per la bellezza dello spazio bianco intorno all’immagine, che gli permetteva di scrivere la data e dare un titolo alla foto; spesso era ispirato da una canzone. Come le fotografie, le canzoni sono memorie nel tempo, e in PoPolaroid accompagno la musica con istantanee sonore; scatti personali, sociali e soprattutto sentimentali.

    PoPolaroid – istantanee notturne per sognatori - 23-12-2025

  • PlayStop

    No Manches Guey di martedì 23/12/2025

    Un viaggio musicale dentro le culture latino americane.

    No Manches Guey - 23-12-2025

  • PlayStop

    News della notte di martedì 23/12/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 23-12-2025

  • PlayStop

    Soulshine di martedì 23/12/2025

    Soulshine è un mix eclettico di ultime uscite e classici immortali fra soul, world music, jazz, funk, hip hop, afro beat, latin, r&b, ma anche, perchè no?, un po’ di sano rock’n’roll. L’obiettivo di Soulshine è ispirarvi ad ascoltare nuova musica, di qualsiasi decennio: scrivetemi i vostri suggerimenti e le vostre scoperte all’indirizzo e-mail cecilia.paesante@gmail.com oppure su Instagram (cecilia_paesante) o Facebook (Cecilia Paesante).

    Soulshine - 23-12-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di martedì 23/12/2025 - ore 20:32

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 23-12-2025

  • PlayStop

    Popsera di martedì 23/12/2025

    Popsera è lo spazio che dedicheremo all'informazione nella prima serata. Si comincia alle 18.30 con le notizie nazionali e internazionali, per poi dare la linea alle 19.30 al giornale radio. Popsera riprende con il Microfono aperto, per concludersi alle 20.30. Ogni settimana in onda un giornalista della nostra redazione.

    Popsera - 23-12-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di martedì 23/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 23-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 23/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 23-12-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di martedì 23/12/2025 - ore 15:36

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 23-12-2025

  • PlayStop

    Manovre pericolose

    L’undicesimo episodio del podcast dell’Alleanza Clima Lavoro, a cura di Massimo Alberti, è dedicato a un tema centrale del dibattito pubblico: la Legge di Bilancio, ovvero lo strumento chiave per orientare la nostra spesa pubblica. Da sempre l’Alleanza Clima Lavoro richiama la necessità di sostenere il percorso di transizione verso un’economia a zero emissioni, integrando politiche climatiche, industriali e del lavoro, e rafforzando al contempo il welfare e la qualità della vita delle persone. La manovra economico-finanziaria del Governo per il 2026 procede purtroppo in direzione opposta: è una “manovra pericolosa” che, oltre a non offrire una prospettiva di decarbonizzazione, prevede un aumento delle spese militari cui si accompagnano tagli o mancati investimenti in sanità, istruzione, ambiente e politiche industriali. Nel corso della puntata emergono tutte le criticità di una Legge di Bilancio che rinuncia a svolgere un ruolo di indirizzo strategico per il futuro del Paese. Il confronto tra l’analisi della manovra e le proposte alternative per migliorarla rilancia una domanda di fondo: quale modello di sviluppo intendiamo davvero perseguire?

    A qualcuno piace verde - 23-12-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di martedì 23/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 23-12-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di martedì 23/12/2025

    Considera l'armadillo di martedì 23 dicembre 2025 ospite Alessandra Abidin che ci ha parlato dei 10 anni di @Ernesto's Sanctuary for Cats in Syria, @houseofcatsernestos il santuario nato per ricordare il gatto di Alessandra e che ora ospita 2380 gatti e altre centinaia di altri animali dando lavoro a 18 persone in Siria. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 23-12-2025

Adesso in diretta