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Sara Campanella e Ilaria Sula, le ultime due giovani vittime di femminicidio

Sara Campanella e Ilaria Sula ANSA

Il piazzale davanti alla facoltà di scienze statistiche alla Sapienza si sta riempiendo di fiori, centinaia di studenti universitari nel pomeriggio si sono raccolti davanti alla facoltà frequentata da Ilaria Sula per ricordare questo ennesimo femminicidio, il quindicesimo dall’inizio dell’anno.

Ragazzi e ragazze hanno agitato le chiavi per alcuni minuti, quel segno ormai noto di protesta e di ribellione, le chiavi per denunciare che quasi sempre l’assassino ha quelle di casa, è stato vicino alla vittima e non accetta la fine di una relazione, come è accaduto ancora questa volta in entrambi i casi, a Messina e a Roma. Alla Sapienza è nato un corteo spontaneo dentro l’università. C’era uno striscione in testa con la scritta “Ci vogliamo vive”, e dietro molti studenti, tanti quelli che la conoscevano, compagni di studi all’università.

Ilaria Sula e Sara Campanella, le ultime due vittime giovanissime di femminicidio, uccise da coetanei. Nel caso della studentessa romana l’assassino l’ha uccisa dopo averla portata a casa con i genitori in un’altra stanza. E la dinamica ricorda quella di Giulia Cecchettin, che fu gettata in un dirupo in montagna, e anche ora Ilaria Sula uccisa a coltellate e poi messa in una valigia, buttata come fosse immondizia in una scarpata.

Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin e le grandi manifestazioni di protesta si diceva e si sperava che molto cambiasse. Il numero delle donne uccise è rimasto però lo stesso, e come Giulia uccisa a ventidue anni, anche le due vittime di questi giorni erano ragazze poco più di vent’anni. Il governo ha inasprito le pene, creando il reato di femminicidio, un disegno di legge che deve essere approvato dal Parlamento, un reato diverso e con maggiori aggravanti rispetto a quello dell’omicidio, un provvedimento che prevede una formazione specifica per chi indaga e norme più stringenti per procedere subito con le indagini. Ma quello che manca è ciò che deve accadere prima del reato e del processo, l’educazione all’affettività e alla sessualità, il rispetto della donna, del suo no e della sua libertà di decidere. E questo ancora manca nelle scuole

  • Autore articolo
    Anna Bredice
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    Anniversario numero 56 per la Strage di Piazza Fontana, quest’anno oltre alle istituzioni nella celebrazione del pomeriggio parleranno una studentessa di un liceo milanese e uno dei vigili del fuoco che entrarono per primi dopo lo scoppio della bomba, ci spiega Federico Sinicato, presidente dell’Associazione dei Familiari delle vittime di Piazza Fontana. “L’importanza del 12 dicembre va al di là della celebrazione e del ricordo che si fa in piazza, è una data storica per l’intero Paese perché è l’inizio della strategia della tensione che produce effetti devastanti e blocca di fatto il grande movimento di riforma del Paese nato dalle lotte dei lavoratori e degli studenti, basta pensare che l’approvazione del Senato dello Statuto dei lavoratori è del 11 dicembre, il giorno prima, il momento fu scelto come risposta all’avanzata dei diritti e se pensiamo che oggi questi valori vengono rimessi in discussione. E’ una data sacra per il Paese”, In Piazza dopo le celebrazioni istituzionali ci sarà il corteo dei movimenti con partenza alle 18.30 da Piazza XXIV Maggio. E ci sarà anche l’inaugurazione del memoriale “Non dimenticarmi“, un’installazione permanente nata dal basso che ricorda le vittime delle stragi, donata al Comune di Milano e installata in Piazza Fontana. L'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

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