
Il presidente Attilio Fontana fa lo scaricabarile e accusa il Partito Democratico di non aver fatto nulla per la sanità lombarda quando era al governo nazionale. Le opposizioni attaccano e sottolineano come le ultime scelte della giunta regionale non vadano nella direzione di un miglioramento dei servizi per i cittadini.
Ma dietro l’attivismo dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso dell’ultimo periodo, prima con il protocollo d’intesa firmato coi Nas, poi con questi nuovi fondi, 60 milioni di euro, stanziati per l’abbattimento delle liste d’attesa si nasconde, nemmeno troppo, uno scontro tutto interno alla destra al governo di palazzo Lombardia per l’occupazione delle poltrone che contano nel settore chiave della regione.
Fratelli d’Italia mira a prendersi lo spazio che finora è stato occupato dalla Lega. Lo ha già fatto con le nomine ai vertici degli ospedali lombardi. Che i meloniani vogliano la testa di Bertolaso, uomo di fiducia del presidente Fontana, non è un segreto. In attesa di colpire il bersaglio più grosso, stanno pezzo per pezzo rosicchiando il sistema di potere che la Lega si era costruita nel periodo in cui era dominus incontrastato della coalizione governativa lombarda.
Il prossimo tassello su cui lo scontro si acuirà sarà la nomina del successore di Walter Bergamaschi alla guida di Ats Milano, dopo che è stato chiamato a Roma al ministero della Salute. Il suo incarico scade formalmente a fine mese, al momento non circolano nomi sul suo possibile sostituto. Ma nelle prossime due settimane, nei corridoi di palazzo Lombardia, tra Fratelli d’Italia e Lega voleranno i coltelli.