
Il via libera è arrivato alle 3 e 44 di notte, dopo che il Pd ha fatto votare la cosiddetta tagliola: passare direttamente al voto senza discutere tutti gli emendamenti che erano stati presentati. A quel punto della nottata ne erano stati discussi 25 su 239.
La vendita dello stadio e dei 280 mila metri quadrati di aree circostanti ai fondi americani proprietari di Inter e Milan è stata possibile grazie all’aiuto arrivato da Forza Italia, che ha deciso – facendo arrabbiare Lega e Fratelli d’Italia – di non votare contro la delibera. Si apre così un problema politico enorme per la maggioranza di centrosinistra che governa a Milano. Il campo largo – come è inteso a livello nazionale – su questa delibera è andato in frantumi. Il documento è stato approvato con 24 sì, 20 no e nessun astenuto. Sette i voti contrari nella maggioranza. Con la delibera il Comune vende il Meazza e le aree circostanti ai club per un valore di 197 milioni di euro, 400 euro al metro quadrato. Potranno realizzare un nuovo impianto, un centro commerciale, alberghi e uffici. San Siro sarà abbattuto, resterà in piedi solo un pezzo della curva Sud e della tribuna Est. L’operazione vale un miliardo e duecento milioni. I progetti sono, però, ancora tutti da vedere. Quello che, invece, c’è oggi con certezza è il problema politico per la maggioranza che aveva promesso discontinuità dopo le inchieste sull’urbanistica. Su questa operazione, la più importante per valore economico e sociale, è stato invece fondamentale l’aiuto arrivato da Forza Italia che nei giorni scorsi ha proposto al Pd un’alleanza anche su un altro tema, l’urbanistica. In Parlamento Forza Italia vorrebbe riproporre il cosiddetto Salva Milano, ritirato al Senato mesi fa tra le polemiche e al centro delle inchieste giudiziarie. La cronaca dal consiglio comunale. La svolta è arrivata quando è stato approvato, tra molte polemiche soprattutto dei Verdi, un sub emendamento cosiddetto “tagliola” che ha fatto decadere tutti gli emendamenti presentati. Quindi, si è passati alle dichiarazioni di voto e poi all’approvazione della delibera. La tagliola è stata proposta dal Pd con la consigliera Natascia TosoniAlessandro Giungi è uno dei tre consiglieri dissidenti del Pd, insieme a Rosario Pantaleo e Angelo Turco
Proteste anche dalle opposizioni, Silvia Sardone della Lega
Senza l’aiuto di Forza Italia che non ha votato, sarebbe stato determinato il voto del capogruppo della lista Sala Marco Fumagalli, da sempre critico sull’operazione San Siro. Non essendo più determinate il suo voto, Fumagalli ha deciso di non votare e si dimetterà da capogruppo della lista Sala.
“Questa non è più la maggioranza green uscita dalle urne” dice Carlo Monguzzi
Le proteste più forti sono arrivate dai Verdi che nelle prossime ore, sentiti anche i vertici nazionali di AVS, decideranno se lasciare la maggioranza. Francesca Cucchiara, Europa Verde
Questa è invece la dichiarazione a favore della delibera del Pd, la capogruppo Beatrice Uguccioni