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Salvini sfida il Quirinale sul ponte di Messina. “Deve essere un’opera urgente come il Morandi”

Salvini

Un progetto vecchio di 25 anni, criticato, contestato da molte associazioni ed enti. Ora Salvini, per accelerare la corsa e porre almeno la prima pietra dell’opera prima che si concluda questa legislatura, vuole far diventare il ponte sullo Stretto un’opera urgente e, come il ponte di Genova, l’Expo e le Olimpiadi Milano-Cortina, chiede di bypassare la legislazione vigente in tema di antimafia e creare al Viminale una struttura ad hoc.
Insiste e, ancora una volta, oggi ribadisce che quella norma bocciata dal Capo dello Stato, perché secondo Mattarella le strutture esistenti sono rigorose e non sono necessarie deroghe, lui le imporrà alla maggioranza in Parlamento in sede di conversione del decreto in legge: quindi, una sfida al Quirinale. Aumentare, come già fatto per Genova, Expo e Olimpiadi, controlli e certificazioni antimafia. Questa è la versione di Salvini che, in questo modo, fa passare il Capo dello Stato come colui che non vuole eccessivi controlli sulla trasparenza.
Insinuazioni che Mattarella ha respinto immediatamente già ieri, alla vigilia dell’anniversario della strage di Capaci, e oggi, con il comunicato del Quirinale a ricordo di quella strage, il Presidente della Repubblica ha lanciato l’allarme sulle infiltrazioni mafiose e le chiama zone grigie.
Sui lavori del ponte sullo Stretto, da tempo vengono denunciati rischi di infiltrazioni mafiose. Lo ha fatto, ad esempio, Bonelli di AVS: “Dietro la realizzazione dell’opera c’è un grande sistema di potere”, dice Bonelli, incentrato sulla gestione di quasi 15 miliardi di soldi pubblici per un’infrastruttura che ha cancellato ogni parere tecnico e ignorato il diritto europeo.
E ora Salvini sembra voler ignorare anche i rilievi del Capo dello Stato, pur di realizzare la sua promessa elettorale, l’ultima dopo lo stallo dell’autonomia e la bocciatura del terzo mandato nelle regioni del Nord.

  • Autore articolo
    Anna Bredice
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    Negli scorsi giorni a Quarto Oggiaro si è diffusa una psicosi: quella delle aggressioni dell’incappucciato. Via chat Whatsapp e nei gruppi Facebook della zona sono iniziati a circolare racconti di aggressioni a donne e bambini da parte di questa fantomatica figura. Si parla di nove denunce fatte al commissariato di polizia della zona, la voce si diffonde tra i genitori delle scuole del quartiere. “Dite alle maestre di non andare a scuola in bicicletta perché l’incappucciato aggredisce le donne che vanno in bici” recitava uno di questi messaggi. Dalle parole qualcuno decide di passare ai fatti, qualcuno si organizza facendo delle ronde, un ragazzo svizzero senza dimora di 23 anni accusato di essere l’incappucciato viene pestato a sangue e ricoverato in codice giallo. Ovviamente non c’entrava nulla con le presunte aggressioni che in realtà – hanno spiegato poi dal commissariato di zona – da inizio maggio sono state solo due e non nove come raccontato nella catena di fake. Entrambe le denunce sono state ben circostanziate dalla polizia. Momenti di tensione ci sono stati anche fuori dal commissariato di zona dove si sono presentati in modo aggressivo alcuni cittadini di Quarto Oggiaro per farsi giustizia da soli. I messaggi incontrollati sulle violenze dell’incappucciato vengono rilanciati anche da un esponente della Lega della zona e ripresi dal quotidiano Libero. Una storia di quartiere che racconta come nascono le fake news sulla sicurezza e come le psicosi social possono tradursi anche in atti di violenza vera. Giulia Pelucchi, presidente del Municipio 8 di Milano, insieme al consigliere di municipio Fabio Galesi, ha ricostruito insieme agli agenti del commissariato di Quarto Oggiaro, questa incredibile vicenda. L’abbiamo intervistata...

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    L'Indie Rock alternativo degli Ask Carol arriva da lontano, dalle montagne della Norvegia, di cui paesaggi malinconici ne influenzano il suono. Così come l'attualità, la necessita di posizionare il proprio lavoro, di stare dalla parte giusta della storia. Oggi a Jack è andata in onda un'intervista al duo di Auma, che ha suonato anche un paio di brani live, a cura di Matteo Villaci.

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