Approfondimenti

Il via al piano vaccinale, l’addio a Raul Casadei e le altre notizie della giornata

vaccini covid

Il racconto della giornata di venerdì 12 marzo 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Varato il piano vaccinale del governo, dure accuse per gli avversari di Morales in Bolivia, la repressione in Birmania continua in una escalation di violenza, l’addio al re del liscio Raul Casadei. Oggi Radio Pop ha dedicato tutta la programmazione diurna a una “maratona” sui vaccini. Infine, i dati di oggi sull’andamento dell’epidemia da COVID in Italia.

500 mila vaccinazioni al giorno: il piano vaccinale del governo è ambizioso

Il governo Draghi ha il suo piano vaccini nazionale. I dettagli sono stati diffusi oggi dal commissario all’emergenza, il generale Figliuolo. Un piano che si basa su due pilastri: la distribuzione puntuale ed efficace delle dosi e l’incremento delle somministrazioni giornaliere. L’obiettivo è vaccinare l’80 per cento della popolazione entro settembre, triplicando le somministrazioni a 500mila al giorno. 

Per far ciò il governo incrementerà la platea dei vaccinatori. In campo secondo il piano ci saranno 120mila medici e odontoiatri. La governance poi, si legge, sarà accentrata ma l’esecuzione decentrata, quindi sempre in mano alle regioni.

Questi dunque i punti principali del piano nazionale.

Per un primo commento Vittorio Agnoletto, medico e nostro collaboratore.

 

Vax anch’io. No, tu no

Radio Popolare ha dedicato la giornata di oggi interamente al tema vaccini anti covid. 11 ore di diretta con decine di ospiti e microfoni aperti all’intervento degli ascoltatori. Qualche estratto significativo:

Proiettili veri e ostacolo alle cure dei feriti: la repressione in Birmania si fa sanguinosa

Almeno quattro persone sono state uccise oggi in Birmania durante gli scontri tra militari e manifestanti anti golpisti. Le manifestazioni sono ricominciate poche ore fa, dopo i violenti scontri di questa notte. Le proteste di oggi segnano anche l’anniversario dell’eccidio dei manifestanti durante le repressioni del precedente governo militare nel 1988.

Secondo Associated Press la polizia starebbe utilizzando proiettili veri contro i civili e il personale sanitario, impedendo di curare i feriti. 

Secondo il Burma Human Rights Network, ad oggi, sarebbero almeno 77 le persone uccise dall’inizio del colpo di stato, ma alcune persone risultano ancora disperse. La polizia e i militari stanno colpendo in modo mirato anche i membri del partito Nld di Aung San Suu Kyi, e almeno due di questi sono morti in carcere dopo aver subito torture. 

Bolivia: in carcere per cospirazione l’avversaria di Evo Morales

L’arresto dell’ex presidente ad interim della Bolivia Jeanine Anez chiude un cerchio aperto un anno e  fa, quando Evo Morales fu costretto a dimettersi e a lasciare il paese. Anez, arrestata nella notte insieme altri ex ministri del suo governo, è accusata di terrorismo, sedizione e cospirazione, ma soprattutto di aver provocato il colpo di stato del 2019 contro l’ex presidente Morales, autoproclamandosi presidente. 

Ne abbiamo parlato con Alfredo Somoza:

Raul Casadei e il blues made in Italy

(di Claudio Agostoni)

Raul Casadei era una persona che sapeva stupire. Anche l’ultima volta che l’ho sentitoera riuscito ad annichilirmi. “Anni fa mi aveva detto “Al Ballamondo di Riccione abbiamo cantato Romagna mia con Gloria Gaynor. E’ una canzone  che ama così tanto che l’ha voluta incidere in un suo disco”. Rimasi stupefatto.  Era come scoprire che Prince ha in repertorio una cover di Malafemmina o che esista un bootleg dove Bruce Springsteen canta O mia bela Madonina. Ho ripassato a memoria l’intera discografia di Miss I will survive senza trovare traccia della celeberrima hit romagnola.  Fu lo stesso Casadei, dopo avermi ricordato di aver suonato anche con il grande Tito Puente, a farmi capire come ciò sia potuto accadere: “Romagna mia è la quarta canzone d’Italia gettonata nel mondo. Prima di lei c’è solo Volare, Sole mio e Quando Quando Quando. La conoscono anche dove non sono mai andato a suonare, come in Australia, dove mi dicono vada molto forte anche la Mazurca di periferia”.  In effetti non è più solo una icona della riviera più famosa d’Italia. Ruolo questo che ha lasciato alla piadina e ai bagnini piacenti. Ha ormai uno status internazionale, proprio come certi afrori felliniani che è impossibile non respirare quando si passa da queste parti. Romagna mia è stata scritta dallo zio di Raul nel 1954, pensando alla sua dimora a Gatteo Mare. “Originariamente si chiamava Casetta mia.  Mio zio l’aveva scritta nel 1954, pensando alla sua dimora a Gatteo Mare.  E’  tutta farina del suo sacco: melodia e parole. La compose  e la mise in un cassetto. Una volta gli capitò di trovarsi a Milano, presso gli studi della Voce del Padrone, per una incisione. Gli mancava un brano e si ricordò di quella composizione. Al  maestro Dino Olivieri   -quello di Tornerai  piacque e consigliò a mio zio di registrarla cambiandole però il nome che divenne così quello attuale”.  Lo zio di Raul si chiamava Secondo.  Lo stesso nome di Compay Segundo, uno dei grandi vecchi del Buena Vista Social Club. Due pietri miliari della musica popolare. Raul da parte sua, da solo e senza l’aiuto di nessun social network, è stato l’ineguagliabile megafono che ha portato certi suoni, pregni della cultura popolare dell’Italia del ‘900, nel mondo. La sua orchestra è stata una macchina musicale di stakanovisti, in grado di esibirsi tutti i giorni dell’anno. Uniche eccezioni  il 2 novembre, il primo giorno di Quaresima e la vigilia di Pasqua. A Raul piaceva ricordare di aver avuto anche un ruolo sociale.  “La nostra è stata una sorta di missione: negli anni 60 mentre i sindacati lottavano per dare agli operai le giuste ore di lavoro e la giusta retribuzione, noi eravamo i primi ad insegnare alla gente che esiste anche il tempo libero.  Chi ha faticato tutto il giorno in fabbrica ha diritto al divertimento e ad andare a ballare alla sera”. Non soddisfatto di aver evocato la mitica accoppiata  ‘del pane e delle rose’ si spingeva oltre. “Siamo stati i precursori anche della moderna aerobica. Con le nostre canzoni abbiamo fatto far ginnastica a migliaia di persone. E tutto a tempo di musica”. Raul amava asserire che “Il liscio è il nostro blues”. Difficile dargli torto. 

L’andamento dell’epidemia in Italia

L’andamento dell’epidemia in Italia. Ancora molto alti i contagi. Sono stati 26mila i casi accertati oggi. 317 i morti. Il tasso di positività scende di poco. Oggi è al 6,98 per cento, ieri era al 7,2 per cento. 270 in più gli ingressi in terapia intensiva, quasi 500 i ricoveri ordinari. Oltre 5800 nuovi positivi nella sola Lombardia. 

Oggi ultimo sabato prima della nuova stretta che partirà lunedì. Il Viminale ha assicurato che verranno intensificati i controlli. Ma in queste ore si registra un grande afflusso di persone in varie città italiane, con code ai supermecati, dal parrucchiere, nei ristoranti. Folla in particolare a Roma. La polizia ha dovutro chiudere l’area della Fontana di Trevi e di via del Corso.

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    Gran Bretagna e Germania, i grandi malati d'Europa. Il primo ministro britannico Starmer e il cancelliere tedesco Merz sono entrambi proiettati in una rincorsa della destra estrema. Il laburista britannico Starmer, due settimane fa: «restauriamo ordine e controllo», titolo di un documento presentato alla Camera dei Comuni. Il democristiano tedesco Merz: ci vogliono «controlli ai confini e respingimenti» perchè «l’immigrazione ha un impatto sul paesaggio urbano». Proprio così. Germania e Gran Bretagna, due potenze economiche mondiali: la Germania (80 milioni di abitanti) con il terzo pil del mondo (dopo Stati Uniti e Cina); il Regno Unito (con 60 milioni di abitanti) con il sesto pil mondiale (dopo la Germania c’è il Giappone e l’India e poi il Regno Unito). La “malattia” (la rincorsa ad essere a volte più a destra delle destre) rischia di cambiare i connotati a tradizioni politiche europee centenarie: come il laburismo britannico, il popolarismo democristiano tedesco insieme alla socialdemocrazia, sempre in Germania. Pesa, inoltre, un discorso pubblico sempre più contaminato da un lessico guerresco. Che danni può provocare questa “malattia” in due paesi fondamentali del continente europeo? Pubblica ha ospitato la storica Marzia Maccaferri (Queen Mary, University of London) e il giornalista Michael Braun (corrispondente da Roma del berlinese Tageszeitung).

    Pubblica - 03-12-2025

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    Finanza e Industria, ecco chi ci porta alla guerra

    Politici, industriali e finanzieri sono concordi nel sostenere la strada del riarmo e della militarizzazione europea: per i finanzieri si tratta di far fruttare i propri fondi rapidamente e in maniera sicura, per gli industriali idem, con fortissime iniezioni di denaro pubblico, non a caso anche quest’anno hanno fatto il record di vendite come registra il Sipri di Stoccolma il più autorevole istituto di ricerca sulla spesa militare nel mondo. Il problema, spiega Francesco Vignarca, portavoce della Rete Pace Disarmo, ricercatore e analista (tra i curatori del libro Europa a mano armata curato con Sbilanciamoci) è che così vince il discorso di guerra. Banalizzante, propagandistico e pericoloso perché sequestra la democrazia: “Il complesso militare industriale ha un pensiero medio lungo strategico. Stanno già intervenendo per togliere le leggi sulla limitazione alla vendita di armi, perché sanno che dovranno vendere questa sovraproduzione da qualche parte, così come fanno entrare capitali esteri nella nostra industria, come i sauditi in Leonardo, perché non siamo noi gli acquirenti di queste armi”. Ascolta l'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

    Clip - 03-12-2025

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    A come Asia di mercoledì 03/12/2025

    A cura di Diana Santini

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 03-12-2025

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    MILANESI BRAVA GENTE SPECIAL - MATTEO LIUZZI E TOMMASO BERTELLI

    MILANESI BRAVA GENTE SPECIAL - MATTEO LIUZZI E TOMMASO BERTELLI - presentato da Francesco Tragni

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    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 03-12-2025

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    L’inquietudine della provincia nel film “Ferine”, in concorso al Noir in Festival

    Trattandosi di un film horror si può raccontare poco. Ferine di Andrea Corsini si sviluppa intorno ad Irene, una donna che desidera una figlia ma nello stesso tempo è costretta a difendersi da chi la ostacola. In seguito a un incidente, la donna va in cerca di sangue per sopravvivere. Il tutto si svolge in un paesaggio vuoto e deprimente: “Cercavo una provincia in cui si respirasse solitudine e isolamento, come la villa di architettura brutalista e il centro commerciale esternamente vuoto. Il cemento da una parte e dall’altra le zone boschive, in cui si scatena l’aspetto selvaggio della storia”. Spiega Corsini, che nel film ha ricreato delle atmosfere che ogni tanto ricordano David Lynch, accompagnate dalla musica di Pino Donaggio: “È sempre stato il mio sogno, ma non avrei mai pensato di riuscirci. Non ho dovuto dirgli quasi niente per arrivare a questo risultato”. Un film prevalentemente femminile, con attrici internazionali che recitano in inglese e in cui gli uomini hanno soltanto parti in secondo piano. L'intervista di Barbara Sorrentini ad Andrea Corsini.

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    Presto Presto - Interviste e Analisi di mercoledì 03/12/2025

    Paolo Bergamaschi, già Consigliere Politico Commissione Esteri Parlamento Europeo, analizza lo scontro Europa-Russia, tra minacce e timidi segnali di dialogo. Francesco Vignarca, ricercatore e analista della Rete Pace e Disarmo, racconta l'impatto del piano di riarmo sulla politica dell'Unione, trainato dall'industria e soprattutto dalla finanza. Le mobilitazioni dei lavoratori dell'Ilva non si fermeranno finché i patti non saranno rispettati, perché nessuno comprerà gli stabilimenti se non ci saranno prima degli interventi, come ci spiega Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia della Fiom-Cgil. Giulia Riva giornalista e nostra collaboratrice racconta la giornata internazionale delle persone con disabilità a partire dai dati sul lavoro dove le donne con disabilità sono ancora più penalizzate degli uomini (mentre in Lombardia le aziende preferiscono pagare 82 milioni di multe che assumere persone dalle categorie protette) e poi da atleta paralimpica lancia una sfida alla città di Milano che il lascito delle Olimpiadi invernali in partenza a febbraio sia almeno concretamente utile.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 03-12-2025

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