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Le nuove promesse della NATO all’Ucraina, la candidatura di Elly Schlein alla segreteria del PD e le altre notizie della giornata

NATO ANSA

Il racconto della giornata di martedì 29 novembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. A Ischia si cercano le quattro persone ancora disperse dopo la frana di sabato nella zona di Casamicciola, mentre le persone sfollate sono salite a 280. Oggi si è svolto il vertice dei Ministri degli Esteri dell’Alleanza Atlantica che ha garantito nuovi aiuti militari a Kiev e la fornitura di attrezzature per la riparazione delle infrastrutture energetiche. In Egitto c’è stata l’ottava udienza sul caso di Patrick Zaki e ancora una volta è stato annunciano un rinvio, stavolta al 28 febbraio. Se si candiderà alla segreteria del Partito Democratico, Elly Schlein punterà all’investitura popolare, al voto del rinnovato “popolo delle primarie” dei vecchi tempi. In Cina, intanto, la repressione delle proteste si fa sempre più intensa e capillare.

4 persone ancora disperse e 280 sfollati a Casamicciola

A Ischia si cercano le quattro persone ancora disperse dopo la frana di sabato nella zona di Casamicciola. Le vittime accertate restano otto, mentre stanno aumentando le persone sfollate, che hanno dovuto lasciare le loro case: ora sono 280. Il numero potrebbe salire ancora, dato che la zona del disastro non è ancora in sicurezza e che nel fine settimana è atteso un peggioramento delle condizioni meteo.

(di Andrea Monti)

Insieme alle ricerche delle persone disperse continuano le indagini della magistratura. Tra le questioni al centro dell’attenzione c’è la denuncia dell’ex sindaco di Casamicciola che dice di aver segnalato i rischi per la popolazione a diverse autorità pochi giorni prima della strage. “Noi abbiamo emesso le ordinanze necessarie e le abbiamo diffuse anche attraverso la stampa”, si è difesa oggi la commissaria prefettizia che guida il Comune da luglio, quando la maggioranza dei membri del consiglio comunale si era dimessa.
Due giorni fa il governo aveva scelto lei come commissaria all’emergenza, ma oggi la Regione Campania ha detto no, e dato che il suo parere è vincolante ora il Consiglio dei Ministri dovrebbe indicare un’altra persona, oltre ad approvare un decreto con misure come la sospensione dei tributi per la popolazione colpita. Il provvedimento potrebbe arrivare giovedì. Lo stesso giorno è atteso un discorso al Senato del Ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci.

La candidatura di Elly Schlein alla segreteria del PD

(di Anna Bredice)

Elly Schlein ha deciso e domenica mattina annuncerà la sua candidatura alla segreteria del partito democratico. Parteciperà quindi alle primarie in una corsa che per lei avrà forse qualche difficoltà in più perché non è ancora iscritta al partito, ma questa che può essere una debolezza, vista dal Nazareno, Elly Schlein è determinata a farla diventare la sua forza, perché la aiuta a rappresentare il rinnovamento del partito, a cominciare dal superamento delle famigerate correnti. Lei più di altri può dire di non appartenere a nessuna di queste e la sua storia, la sua provenienza, le sue scelte potrebbero diventare la novità di un partito che affonda sempre di più. Domenica annuncerà la sua corsa, poco fa ha dato appuntamento ai suoi sostenitori con un messaggio su Twitter, in cui dice: “Abbiamo bisogno di confrontarci intorno ad una visione di futuro con proposte concrete, abbiamo bisogno di organizzarci, di costruire una nuova strada”.

Considerata outsider, nello stesso tempo ha ricoperto incarichi importanti, da europarlamentare fino alla vicepresidenza della regione Emilia Romagna. Ed è lì, da Bologna, che arriva l’unica candidatura al momento ufficiale, quella del presidente Bonaccini, che vorrebbe avere un appoggio trasversale, ma rischia di diventare il candidato dell’ala più riformista del partito. È a sinistra invece che c’è un ingorgo di nomi, candidati, ambizioni di primarie, persone che dovranno decidere se appoggiare Elly Schlein o intasare di candidati la votazione in assemblea tra gli iscritti che si terrà a fine gennaio. I primi due arrivati saranno quelli che si contenderanno la segreteria alle primarie di febbraio. Per questo la corsa è molto delicata, perché il rischio è di disperdere le forze a sinistra tra più persone. Ci sono i sindaci, quello di Pesaro, Matteo Ricci, pare già in corsa con la sua iniziativa “Pane e politica”, con lui sembra esserci anche quello di Firenze, Dario Nardella. Poi ci sono Orlando, Provenzano, esponenti di sinistra del PD, che dovranno schierarsi e decidere ora con chi stare.

(di Luigi Ambrosio)

Se si candiderà, Elly Schlein punterà all’investitura popolare. Al voto del rinnovato “popolo delle primarie” dei vecchi tempi. Tenuto in naftalina per molto tempo, osteggiato dall’apparato del Partito Democratico, ora il “popolo delle primarie” torna a essere un soggetto evocato nella lotta per la segreteria.
A Schlein le primarie servono a due cose. La prima: allontanare da sé sponsorizzazioni politiche importanti ma ingombranti, pericolose perché soffocanti, da Prodi a Letta a Franceschini, appoggi di un gruppo dirigente che tiene molto alla propria autoriproduzione. La seconda: darsi una legittimazione e una forza autonome.
Basterà? Anche Renzi conquistò il Pd con il voto delle primarie ma aveva truppe e una squadra di fedelissimi pronta a gestire il potere. Lei dovrebbe confrontarsi con i gruppi di potere consolidati nel Pd, le famigerate correnti che tutti a parole condannano e vogliono superare ma nessuno tocca. Per dire: stessi minuti in cui questo pomeriggio Elly Schlein dava appuntamento a domenica prossima per una assemblea di confronto e proposte, forse per annunciare la candidatura ufficiale, un vecchio navigatore come Goffredo Bettini, già ideologo di Veltroni e di Zingaretti, emblema del potere romano nel Pd, indicava con una intervista i suoi nomi per la segreteria: Orlando, l’ex ministro, o Matteo Ricci, l’ex renziano sindaco di Pesaro che ora nel gioco delle correnti è finito a sinistra.

La NATO è pronta a fornire a Kiev nuovi aiuti militari

Oggi si è svolto il vertice dei Ministri degli Esteri dell’Alleanza Atlantica che ha garantito nuovi aiuti militari a Kiev e la fornitura di attrezzature per la riparazione delle infrastrutture energetiche. Al vertice era presente anche il ministro degli esteri Ucraino Kuleba: “Abbiamo bisogno di sistemi di difesa aerea, in particolare Patriots, e trasformatori per la rete elettrica, fate presto”, ha detto Kuleba.

Oggi gli Stati uniti hanno stanziato 53 milioni di dollari a sostegno del sistema elettrico ucraino. Lo ha annunciato il Dipartimentop di Stato americano.
Per la popolazione ucraina il problema principale è proprio il deficit energetico e quindi la mancanza di luce e riscaldamento, con temperature si fanno sempre più rigide. Proprio oggi la compagnia energetica Ucraina ha comunicato di non essere riuscita a ripristinare l’energia a Kiev. La capitale rimarrà ancora al buio, l’elettricità verrà erogata per un massimo di 2-3 ore per due volte al giorno.
La strategia di Mosca è chiara: piegare la popolazione e la resistenza ucraina con il freddo ed il buio. Gli ucraini, per questo, temono nuovi pesanti bombardamenti russi su tutto il paese, lo ha ribadito ieri il presidente Zelensky. Oggi la Marina Ucraina ha denunciato la presenza di almeno 12 navi da guerra russe nel Mar Nero con a bordo oltre 80 missili e altre navi presenti nel mediterraneo e dirette verso le coste ucraine.

Nuovo rinvio in Egitto per il caso di Patrick Zaki

In Egitto c’è stata l’ottava udienza sul caso di Patrick Zaki. Lo studente dell’università di Bologna arrestato nel febbraio 2020 e scarcerato un anno fa continua a non poter lasciare il paese e resta accusato dal regime di al Sisi di diffusione di notizie false, in un procedimento contestato duramente dalle organizzazioni per i diritti umani. Oggi è stato deciso un nuovo rinvio, stavolta al 28 febbraio. “Penso sempre a resistere e a quando tornerò a Bologna”, ha detto Zaki dopo la decisione. Riccardo Noury è portavoce di Amnesty International:


 

La Cina intensifica la repressione delle proteste in continua crescita

In Cina oggi il principale organismo di sicurezza nazionale, la Commissione centrale per gli Affari legali e politici del partito Comunista, ha chiesto “una repressione” delle “forze ostili” dopo le ultime proteste scoppiate in tutto il Paese contro le politiche di ‘tolleranza zero’ al COVID. “Reprimere risolutamente gli atti illegali e criminali che sconvolgono l’ordine sociale” questo un passaggio di quanto scritto nel rapporto della Commissione, che sovrintende a tutte le forze dell’ordine, l’apparato giudiziario e l’intelligence in Cina.
Da ieri è aumentata la presenza di forze di polizia in diverse città, comprese Pechino e Shangai. Diversi cittadini che hanno partecipato alle proteste dei giorni scorsi hanno denunciato di essere stati fermati dalla polizia che ha perquisito i loro telefoni per verificare se avevano reti private virtuali (VPN), così come app come Telegram e Twitter che sono bloccate in Cina. Lo riporta la BBC. Sentiamo Alessia Amighini, docente di economia e ricercatrice dell’Ispi sull’Asia:


 

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    Raul Gatti è un ex campione del tennis caduto in disgrazia, alcolista e disoccupato, interpretato da Pierfrancesco Favino nel film Il Maestro: “Ho seguito il tennis fin da ragazzo e mi sono subito affezionato a questo personaggio perdente, il più fallito che ho interpretato nella mia vita. Perché anche quelli che ho rappresentato in passato, per quanto fossero decaduti, avevano comunque un atteggiamento da vincenti”. Siamo negli anni ‘80 e Gatti viene assoldato per allenare un giovanissima promessa, Felice Milella, un ragazzino di 13 anni con i numeri per partecipare ai match più prestigiosi. Il regista Andrea Di Stefano aveva questo progetto nel cassetto molto prima che il tennis tornasse ad essere uno sport di moda: “Ho scritto questa sceneggiatura nel 2006, l’ho depositata e abbiamo le prove – ironizza il regista. Doveva essere il mio primo lungometraggio, prima ancora di realizzare L’ultima notte di Amore, con Pierfrancesco Favino, a cui avevo già pensato allora per questo personaggio di divo decaduto”. L'intervista di Barbara Sorrentini al regista Andrea Di Stefano e a Pierfrancesco Favino.

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